Introduzione
In virtù della loro bellezza ed eleganza, gli aironi si sono guadagnati, nella storia del mondo, l’ammirazione degli uomini. Gli aironi furono menzionati già nella Bibbia e in testi sacri di altre religioni, e sembra anche che la mitica Fenice descritta da Plinio avesse molte caratteristiche di quello che oggi è conosciuto come Airone rosso. Certo, gli aironi di tutto il mondo si sono attirati anche, sempre in virtù, o in questo caso sarebbe meglio dire “a causa”, dei loro piumaggi multicolori, le non lusinghiere attenzioni di individui senza scrupoli, commercianti e sedicenti disegnatori d’alta moda che, agli inizi del secolo, ne decretarono il quasi sterminio. Approfondiremo in seguito i rapporti intercorsi tra uomini e aironi nel corso dei secoli, ma inizieremo questo trattatello con la descrizione scientifica di questi splendidi animali. Sarò aiutato, per descriverne ecologia e etologia, da un manipolo di eccellenti fotografi ché spesso una buona immagine è più esplicativa di mille parole.

Classificazione
La tassonomia è quella branca delle scienze biologiche che studia come raggruppare gli organismi viventi in gruppi omogenei. I caratteri utilizzati dagli scienziati possono essere di tipo morfologico (ad esempio numero e forma delle ossa dello scheletro, presenza o meno di caratteri anatomici), etologico (ad esempio tipo di canto, comportamento) e, negli ultimi anni, genetico. L’inventore, diciamo così, della classificazione basata sul DNA è un signore americano recentemente scomparso, Charles Gald Sibley (1917 – 1998), che, mettendo a bollire il DNA di specie più o meno affini, ha rivoluzionato la sistematica ornitologica. Oggi il concetto genetico di specie si basa su procedimenti molto più fini, come ad esempio la microscopia elettronica e la lettura della mappa cromosomica, ma mister Sibley ha tracciato il solco in cui i suoi successori hanno seminato. La classificazione che abbiamo seguito su tutte le pagine del sito Ornitour, e anche in tutti gli articoli del presente e-magazine, è "The Clements Checklist of Birds of the World", compilata da un altro illustre ornitologo, anch'egli passato a miglior vita (1927 - 2005), l'americano James Franklin Clements. I suoi studi vengono comunque perpetuati dal Cornell Lab of Ornithology, che pubblica annualmente, ed è anche questo il motivo della nostra scelta, tutti gli aggiornamenti relativi alla tassonomia ornitologica, le nuove specie e i riassemblamenti in ogni taxon della lista. Clements pone la famiglia degli Ardeidae all'interno dell'Ordine dei Pelecaniformes, insieme ad altre quattro famiglie (due famiglie monotipiche endemiche dell'Africa Subsahariana, Balaenicipitidae, il Becco a scarpa, e Scopidae, l'Umbretta, i Pelecanidae e i Threskiornithidae, ibis e spatole) Non starò a dilungarmi sulla ormai annosa diatriba tra CBS  (concetto biologico di specie) e CGS  (concetto genetico di specie), anche perchè non riuscirei a districarmi con classe ed esaustività dal ginepraio. Fortunatamente, all’interno della famiglia degli Ardeidae (e in generale in tutto il mondo animale), le due scuole di pensiero si avvicinano, riducendosi le differenze a qualche nome generico e a poche specie in più o in meno.

Ecco la sequenza delle specie secondo Clements, con il nome vernacolare italiano, il nome scientifico e quello inglese, il più utilizzato nel mondo del birdwatching.

1 Tarabuso pinnato   Botaurus pinnatus Pinnated Bittern
2 Tarabuso americano   Botaurus lentiginosus American Bittern
3 Tarabuso eurasiatico   Botaurus stellaris Great Bittern
4 Tarabuso australasiatico   Botaurus poiciloptilus Australasian Bittern
5 Airone zigzag   Zebrilus undulatus Zigzag Heron
6 Tarabusino giallo   Ixobrychus sinensis Yellow Bittern
7 Tarabusino comune   Ixobrychus minutus Little Bittern
8 Tarabusino dorsonero   Ixobrychus dubius Black-backed Bittern
9 Tarabusino di Nuova Zelanda   Ixobrychus novaezelandiae New Zealand Bittern
10 Tarabusino di Schrenk   Ixobrychus eurhythmus Schrenck's Bittern
11 Tarabusino cannella   Ixobrychus cinnamomeus Cinnamon Bittern
12 Tarabusino nano   Ixobrychus sturmii Dwarf Bittern
13 Tarabusino nero   Ixobrychus flavicollis Black Bittern
14 Tarabusino minuto   Ixobrychus exilis Least Bittern
15 Tarabusino dorsostriato   Ixobrychus involucris Stripe-backed Bittern
16 Airone tigrato rossiccio   Tigrisoma lineatum Rufescent Tiger-Heron
17 Airone tigrato fasciato   Tigrisoma fasciatum Fasciated Tiger-Heron
18 Airone tigrato golanuda   Tigrisoma mexicanum Bare-throated Tiger-Heron
19 Airone tigrato di foresta   Zonerodius heliosylus Forest Bittern
20 Airone tigrato crestabianca   Tigriornis leucolopha White-crested Bittern
21 Airone azzurro maggiore   Ardea herodias Great Blue Heron
22 Airone cenerino   Ardea cinerea Gray Heron
23 Airone cocoi   Ardea cocoi Cocoi Heron
24 Airone del Pacifico   Ardea pacifica Pacific Heron
25 Airone testanera   Ardea melanocephala Black-headed Heron
26 Airone di Humblot   Ardea humbloti Humblot's Heron
27 Airone panciabianca   Ardea insignis White-bellied Heron
28 Airone beccogrosso   Ardea sumatrana Great-billed Heron
29 Airone golia   Ardea goliath Goliath Heron
30 Airone rosso   Ardea purpurea Purple Heron
31 Airone bianco maggiore   Ardea alba Great Egret
32 Airone intermedio   Mesophoyx intermedia Intermediate Egret
33 Airone facciabianca   Egretta novaehollandiae White-faced Heron
34 Garzetta della Cina   Egretta eulophotes Chinese Egret
35 Garzetta comune   Egretta garzetta Little Egret
36 Garzetta del reef occidentale   Egretta gularis Western Reef-Heron
37 Garzetta del reef rientale   Egretta sacra Pacific Reef-Heron
38 Garzetta nivea   Egretta thula Snowy Egret
39 Airone azzurro minore   Egretta caerulea Little Blue Heron
40 Airone tricolore   Egretta tricolor Tricolored Heron
41 Garzetta rossastra   Egretta rufescens Reddish Egret
42 Airone bianconero   Egretta picata Pied Heron
43 Garzetta ardesia   Egretta vinaceigula Slaty Egret
44 Airone nero   Egretta desiaca Black Heron
45 Airone guardabuoi   Bubulcus ibis Cattle Egret
46 Sgarza ciuffetto   Ardeola ralloides Squacco Heron
47 Sgarza indiana   Ardeola grayii Indian Pond-Heron
48 Sgarza della Cina   Ardeola bacchus Chinese Pond-Heron
49 Sgarza di Giava   Ardeola speciosa Javan Pond-Heron
50 Sgarza del Madagascar   Ardeola idae Madagascar Pond-Heron
51 Sgarza panciarossiccia   Ardeola rufiventris Rufous-bellied Heron
52 Airone verde   Butorides virescens Green Heron
53 Airone striato   Butorides striata Striated Heron
54 Airone agami   Agamia agami Agami Heron
55 Airone fischiatore   Syrigma sibilatrix Whistling Heron
56 Airone pileato   Pilherodius pileatus Capped Heron
57 Nitticora comune   Nycticorax nycticorax Black-crowned Night-Heron
58 Nitticora rossiccia   Nycticorax caledonicus Rufous Night-Heron
59 Nitticora capogiallo   Nyctanassa violacea Yellow-crowned Night-Heron
60 Nitticora dorsobianco   Gorsachius leuconotus White-backed Night-Heron
61 Nitticora guancebianche   Gorsachius magnificus White-eared Night-Heron
62 Nitticora del Giappone   Gorsachius goisagi Japanese Night-Heron
63 Nitticora di Malesia   Gorsachius melanolophus Malayan Night-Heron
64 Becco a cucchiaio   Cochlearius cochlearius Boat-billed Heron
Nella tabella sono elencate le sessantaquattro specie di aironi del mondo. Non sono riportate specie e sottospecie perchè tale ulteriore suddivisione non è funzionale allo scopo di questo articolo. Vale solo la pena ricordare, e ciò è evidente nella successione delle specie, che nella famiglia degli Ardeidi si possono identificare quattro gruppi, e precisamente: tarabusi e tarabusini, aironi e garzette, sgarze, nitticore. Questa suddivisione rispecchia, come si può leggere più avanti nell'articolo, differenze morfologiche e comportamentali

Morfologia
G
li aironi sono uccelli di dimensioni medio-grandi, con collo e zampe in genere molto lunghi, coda corta e ali lunghe e ampie. In relazione alla struttura generale, una prima grande differenza si riscontra tra aironi diurni e notturni; tale suddivisione è abbastanza grossolana in quanto le abitudini di vita e caccia dei due rispettivi gruppi non sono così rigidamente inquadrabili, ma essi hanno comunque un correlato tassonomico, in quanto aironi e garzette (aironi diurni, sottofamiglia Ardeinae) sono nettamente più slanciati ed eleganti di nitticore e tarabusi (aironi notturni, sottofamiglie Nycticoracinae e Botaurinae). La particolare forma del collo, allungato e sagomato a S, è dovuta alla forma allungata della sesta vertebra cervicale; questo ed altri adattamenti morfo-funzionali del collo agiscono in sinergia con il becco lungo e appuntito, proiettandolo come un rampone sulla preda; gli aironi sono infatti particolarmente adattati a cacciare prede vive in ambiente acquatico.
Gli aironi della sottofamiglia Ardeinae (garzette e "veri" aironi) sono caratterizzati da forme slanciate ed eleganti, con colli lunghi e a volte "tortuosi", come nell'Airone tricolore qui sopra (© Alan D. Wilson 2006, CC 3.0 Unported); l'Airone tricolore (conosciuto anche con il nome di Airone della Louisiana) è una specie con un vasto areale di riproduzione, dagli Stati Uniti al Brasile e Perù, attraverso i Caraibi e l'America Centrale. La particolare forma del collo, allungato e sagomato a S, è dovuta alla forma allungata della sesta vertebra cervicale. Questa caratteristica morfologica del collo è particolarmente visibile nell'Airone bianco maggiore qui sotto
L'Airone bianco maggiore (© Alan D. Wilson 2009CC 3.0 Unported) è una specie cosmopolita. Secondo la classificazione di Clements, le sottospecie eurasiatiche, africane, americane e australasiatiche hanno caratteristiche abbastanza diverse tra di loro, tanto da essere molto probabilmente elevate a rango di specie buone nelle prossime revisioni della tassonomia degli Ardeidae
Anche le zampe lunghe, munite di dita anch’esse lunghe e sottili sono il risultato dell’adattamento agli ambienti palustri, dove gli aironi passano molte ore perfettamente immobili in attesa della preda o camminando lentamente nell’acqua bassa o sulla vegetazione di superficie. Il becco, come già accennato, è lungo, appuntito e più o meno sottile; si discosta da ciò lo straordinario becco del Becco a cucchiaio, e nella cacofonia definitoria è inclusa la descrizione del tipo d’eccezione. In termini di differenza di dimensioni, gli aironi non presentano uno spiccato dimorfismo sessuale, e neanche il piumaggio varia significativamente tra i due sessi, tranne che nei tarabusini, tra cui il maschio è più vivacemente colorato che la femmina.
Il piumaggio dei cosiddetti aironi diurni è caratterizzato da colori generalmente non brillanti; le tinte dominanti sono nero, grigio, bruno, blu scuro, bianco e non vi sono quasi mai significativi disegni di striature, screziature o marmorizzazioni, disegni che invece sono caratteristici dei tarabusi, che, cacciatori notturni e frequentatori di habitat caratterizzati spesso da fitti intrichi di vegetazione, quali canneti e foreste, sfruttano il mimetismo della loro livrea a scopi difensivi e predatori. Anche tra giovani e adulti non sussistono sostanziali differenze di piumaggio, tranne che in quasi tutte le specie di nitticore, gli adulti delle quali hanno una livrea altamente contrastata, caratterizzata da toni di grigio, nero o bruno, e i giovani hanno piumaggio criptico brunastro, picchiettato o striato di scuro. Nell’Airone azzurro minore i giovani con età inferiore ad un anno hanno piumaggio candido, mentre gli adulti hanno la livrea tipica della specie. E’ comunque quello appena riportato un evento eccezionale nell’ambito della variabilità della fase di colore; esistono invece, in numerose specie, due fasi di colore, una bianca e una nera, che non sono legate all’età: in una stessa area geografica le due fasi possono coesistere con popolazioni separate e, sebbene l’accoppiamento tra due individui di fasi diverse sia possibile, con generazione di aironi dal piumaggio intermedio tra le due fasi, individui bianchi e neri tendono a scegliere un partner in fase omologa. In numerose specie variano, durante il ciclo biologico, le cosiddette parti nude: il colore di piedi, zampe, becco e redini rispecchia infatti lo stato fisiologico dell’animale.

  Tarabusino cannella (© Luciano Vinco). Questa specie asiatica presenta, come tutti gli altri tarabusini, e a differenza di veri aironi e garzette, uno spiccato dimorfismo sessuale, i maschi essendo più vivacemente colorati delle femmine (come quella raffigurata in questa fotografia). Si può notare anche la struttura compatta tipica di tarabusi e tarabusini (e anche delle nitticore), ben diversa dalla struttura elegante e slanciata di garzette e aironi. Il Tarabusino cannella è una specie comune e diffusa in tutto il sud-est asiatico
  Tarabusino minuto (© Alan D. Wilson,CC 3.0 Unported). Quello raffigurato nella fotografia è un maschio di Tarabusino minuto, una specie diffusa dagli Stati Uniti fino al nord dell'Argentina, attraverso tutta l'America Centrale. Molto rassomigliante al nostro Tarabusino comune. La femmina, come le femmine di tutte le specie di tarabusino, presenta un piumaggio criptico, con striature e vermicolazionei e, in questo caso, senza la colorazione nera uniforme delle parti superiori. Anche in questa foto è evidente la forma compatta dell'animale
  Lo straordinario becco del Becco a cucchiaio (© Justbirds ) è unico nella famiglia degli Ardeidae. Il Becco a cucchiaio vive nelle paludi di mangrovie dal Messico meridionale al Perù. Pur somigliando come struttura alle nitticore, è un uccello talmente atipico che fino a pochi anni fa era posizionato in una sua famiglia apposita, i Cochlearidae. Ha abitudini notturne e nidifica in piccole colonie arboree
Airone azzurro maggiore (© Alan D. Wilson, CC 3.0 Unported) la specie di airone più comune nel Nordamerica (e anche quella il cui areale si spinge più a nord, arrivando fino all'Alaska). Si può notare la grande somiglianza con il nostro Airone cenerino (le due specie formano una superspecie). Il piumaggio dei cosiddetti aironi diurni è caratterizzato da colori generalmente non brillanti; le tinte dominanti sono nero, grigio, bruno, blu scuro, bianco e non vi sono quasi mai significativi disegni di striature, screziature o marmorizzazioni, disegni che invece sono caratteristici dei tarabusi
Anche il Tarabuso americano (© Alan D. Wilson, CC 3.0 Unported) è molto simile al nostro Tarabuso eurasiatico. Le striature, screziature e marmorizzazioni sono tipiche del piumaggio dei tarabusi, frequentatori di canneti e foreste, e conferiscono alla livrea di questi uccelli un'ottima capacità di mimetismo a scopi difensivi e predatori
La Nitticora comune (e le nitticore in genere) sono i rappresentanti degli Ardeidae con il maggior dimorfismo giovane/adulto (© Alan D. Wilson, CC 3.0 Unported): il giovane ha un piumaggio criptico, grigiastro picchiettato di bianco, mentre l'adulto...
...possiede un bellissimo piumaggio nero, grigio e bianco (© Alan D. Wilson, CC 3.0 Unported). Così come l'Airone bianco maggiore, anche la Nitticora comune ha quattro sottospecie (una in America Settentrionale e Centrale, una in Cile, una in Eurasia e una, estremamente localizzata alle Isole Falklands, che potrebbero essere presto tutte specie buone


Nell’Airone azzurro minore i giovani con età inferiore ad un anno hanno piumaggio candido (foto qui sopra), che viene via via sostiutito con l'età. Già al secondo anno di vita, gli adulti hanno la livrea tipica della specie, uno splendido abito grigio-bluastro con riflessi purpurei, come nell'individuo qui a sinistra (© Alan D. Wilson, CC 3.0 Unported). L'Airone azzurro minore, è diffuso dal Canada al Brasile e Uruguay

Durante la fase iniziale della riproduzione e particolarmente in occasione dell’accoppiamento, il colore delle parti nude, per solito molto più tenue e sobrio lungo tutto il resto dell’anno, diventa più intenso e in qualche caso addirittura brillante, come nel caso dell’Airone guardabuoi, in cui il becco addirittura s’imporpora, e della Garzetta, in cui redini e piedi, rispettivamente grigio-blu e gialli in inverno diventano anch’essi rossi. Alcune specie, soprattutto aironi, garzette e nitticore, presentano, durante la stagione riproduttiva, piume ornamentali sui fianchi, sul petto e sul collo (vedremo in seguito che tali vaporosi ammennicoli furono la causa della spietata caccia di cui furono oggetto). Le piume omamentali possono essere raggruppate in tre categorie: le piume lanceolate, le filoplume e le “egrette”. La presenza di piume lanceolate, caratterizzate da una larghezza molto inferiore alla lunghezza (fino a 20 cm.!), sulla nuca è tipica delle nitticore e di alcune specie dei generi Egretta e Ardea; le filoplume hanno barbe libere e le egrette hanno un aspetto sciolto e morbido, in quanto caratterizzate da barbe e barbule libere.


Questa Sgarza ciuffetto (© Luciano Vinco), piccolo airone diffuso nelle regioni meridionali del Paleartico, Africa e Madagascar (e assai comune in Italia) è in piumaggio nuziale. Lo si capisce dai colori caldi del piumaggio (peraltro non molto evidenti in questa immagine) ma soprattutto dal becco: scolorito al di fuori della stagione riproduttiva, diventa azzurro profondo nel periodo nuziale. Una curiosità: il nome inglese Squacco Heron deriva dal nome locale sguacco con cui questo aironcino è conosciuto nelle valli bolognesi (The Natural History of Birds, di Georges Louis Leclerc Buffon)  
Alcune specie, soprattutto aironi, garzette e nitticore, presentano, durante la stagione riproduttiva, piume ornamentali sui fianchi, sul petto e sul collo. Le piume omamentali possono essere raggruppate in tre categorie: le piume lanceolate, le filoplume e le “egrette”. Queste ultime sono ben evidenti nella Garzetta nivea qui a fianco: l'assenza di barbe e barbule, gli uncini che mantengono le penne larghe e tese, è la causa della lassità e vaporosità delle "egrette" (© Alan WilsonCC 3.0 Unported). La Garzetta nivea è la controparte americana della Garzetta comune del Vecchio Mondo, a cui, come si può vedere nella foto, è molto simile. Nella Nitticora comune illustrata più in alto nell'articolo sono evidentissime le due lunghe filoplume che dalla nuca adornano il dorso dell'animale

Distribuzione & habitat
Gli aironi sono un gruppo di uccelli acquatici a distribuzione prevalentemente tropicale, ma numerose specie possono essere rinvenute alle latitudini temperate degli emisferi settentrionale e meridionale; sono assenti solo dalle aree artiche/subartiche e antartiche/subantartiche. Gli Ardeidae frequentano una vasta gamma di altitudini e, pur essendo stati avvistati individui a migliaia di metri di altitudine, come una nitticora a quasi 5000 metri sulle Ande cilene, essi sono uccelli tipici di ambienti
L'areale mondiale degli Ardeidae. In grigio le aree dove la famiglia non è rappresentata: le aree artiche e subartiche di Nordamerica ed Eurasia, l'Antartide e le aree desertiche di Africa, Asia e Australia
più bassi. Due specie di Ardeidae, l’Airone bianco maggiore e l’Airone guardabuoi, sono cosmopolite, mentre la Nitticora comune è assente solo dall’Australia; il Tarabusino e la Garzetta comune lo sono solo dalle Americhe e l’Airone striato dall’Europa. Tutte le altre specie hanno distribuzione più ristretta, che va da tre o due continenti ad una diffusione estremamente localizzata o, quanto meno, a “pelle di leopardo”. L’habitat preferito dalla stragrande maggioranza degli Ardeidae è quello acquatico, di ogni tipo: ambienti marini, come baie e mangrovie, o di acqua dolce quali paludi, laghi, bacini artificiali, fiumi, lanche, fiumi, lagune, ecc... Anche gli ambienti umidi urbani o urbanizzati possono ospitare diverse specie di Ardeidae. Poiché l’acqua fornisce la quasi totalità del cibo e gli aironi non sono uccelli nuotatori, essi frequentano, degli ambienti umidi, le acque basse, o tuttalpiù stanno, delle acque alte, ai bordi costituiti da argini, vegetazione, straducole e quant’altro possa offrire loro una base da cui lanciare nell’acqua rivierasca il loro rampone beccuto. Alcune specie possono frequentare anche ambienti molto distanti dall’acqua: tra di esse ricordiamo l’Airone testanera, che vive nelle savane africane, e il nostro ben conosciuto Airone guardabuoi, il più terragnolo della famiglia, che, per seguire i suoi utilissimi bovini, si è adattato a vivere in praterie, campi e pascoli.


Abitudini generali
La maggior parte delle specie degli Ardeidae sono gregarie; esse formano comunità, che possono anche essere numerosissime, sia durante la stagione riproduttiva che in inverno. Solo i tarabusi e gli aironi tigrati sono solitari, in relazione sia agli ambienti che frequentano, canneti e fitte boscaglie, che alle abitudini di approvvigionamento alimentare, che sono ottimizzate per la caccia singola. Le colonie di aironi rappresentano uno dei più affascinanti spettacoli offertoci dal mondo degli uccelli: avvicinarsi ad un tale assembramento di nidi è un’esperienza veramente memorabile, soprattutto se si abbia la fortuna di essere anosmici: i voli dei genitori che si industriano alla pesca per i loro piccoli, il clangore di questi ultimi che reclamano i loro saporiti rigurgiti, le livree candide ed eleganti di garzette, nitticore e cenerini. E’ sufficiente, dovunque ci si trovi in Italia, muoversi di pochi chilometri per trovare una colonia con almeno qualche decina di nidi, ma figuriamoci che cosa potrebbe provare un birdwatcher di fronte alle colonie più grandi conosciute, come quella di Chagana, in Tanzania, con 50.000 coppie di uccelli, o quella di Dam Doi in Vietnam, con più di 100.000 uccelli di dodici specie diverse! Ed è un vero peccato che non si possa bighellonare indietro nel tempo, fino al 1934, quando una colonia, oggi ormai esausta, a Shark River in Florida ospitava un milione di uccelli! Nelle colonie di Ardeidae si trovano spesso diverse specie, sia appartenenti alla stessa famiglia, che ad altre, come ibis, pellicani, cicogne e cormorani. E’ stato dimostrato che le più grosse specie di aironi, come ad esempio l’Airone golia e l’Airone beccogrosso, hanno la tendenza a nidificare solitariamente, mentre quelle più piccole, al contrario, mostrano tendenza alla gregarietà. Alcune specie, come ad esempio l’Airone striato, possono formare colonie in alcune aree del suo territorio di distribuzione e preferire la nidificazione solitaria in altre. Di fronte a grandi concentrazioni di animali si pensa sempre ad una loro maggior vulnerabilità nei confronti dei predatori; così gli studiosi si sono sempre chiesti perché selezione e mutazione abbiano portato a quella “scelta”; nel caso degli aironi, è stata data la seguente spiegazione: i diversi individui si passerebbero informazioni sulla localizzazione del cibo, che spesso è irregolare e temporaneo (si pensi a paludi e acquitrini che si prosciugano rapidamente); l’adattamento coloniale, inoltre, potrebbe determinare una riduzione dell’impatto predatorio: è stato notato che, in un gruppo polispecifico, i meccanismi di sorveglianza nei confronti dei predatori, diversi per ogni specie, aumentano notevolmente la possibilità di sfuggire al predatore. D’altra parte gli aironi non possiedono un ben definito comportamento anti-predatorio e ciò è stato messo in relazione con il fatto che essi vivono a lungo, possono nidificare molte volte, sono poco agili e in un conflitto in volo avrebbero buone probabilità di, letteralmente, lasciarci le penne (un Airone cenerino è stato ucciso da una Cornacchia grigia!); per cui, in barba ad amor materno e paterno, gli Ardeidae preferiscono perdere uova e pulcini che le loro penne! Nelle colonie arboree le specie di maggiori dimensioni si stabiliscono ai piani più alti del condominio. La colonia è situata più o meno al centro di un ideale territorio di approvvigionamento alimentare e i premurosi genitori fanno numerosi chilometri ogni giorno per procurare il cibo a sé e ai piccoli (gli uccelli si allontanano anche di 60 km, ma la media è di 20-30 km). Come già accennato i tarabusi sono solitari; di essi possiamo ricordare solo ciò che, con la fantasia degna di un cubetto di porfido, potremmo definire la “postura del tarabuso”: l’animale sta in posizione verticale, con il becco rivolto verso l’alto in modo che il piumaggio striato lo confonda con la vegetazione nella quale vuole rimanere nascosto; il tenace tarabuso può rimanere immobile in questa posizione per ore!

  I "veri" aironi, le garzette e alcune specie di nitticore sono coloniali, sia durante la nidificazione che al di fuori della stagione riproduttiva, quando utilizzano alberi, arbusti e canneti per raggrupparsi per la notte. Spesso le colonie di nidificazione sono polispecifiche: in Italia non è difficile trovare colonie miste di Aironi cenerini e Garzette, e non sono insolite colonie con tre o quattro specie di Ardeidae. Il record, sia per numero si individui che di specie, è rappresentato dalla colonia di Dam Doi in Vietnam, con più di 100.000 uccelli di dodici specie diverse! La garzaia della fotografia si trova a Isorella, nella bassa bresciana (© Arturo Gargioni)

Voce
Beh, i nostri amici aironi non sono precisamente dei canarini; i trattati ad essi dedicati riferiscono, nel capitolo relativo alla voce, una serie di sonorità di volta in volta definite come grugniti, gutturalità, soffi, strida ecc... Il limitato repertorio vocale è emesso quasi sempre in occasione del corteggiamento e dell’accoppiamento e, come già accennato, nelle colonie. La maggior parte delle specie sono silenti al di fuori della stagione riproduttiva. Tra i diversi richiami di contatto emessi dalle varie specie, ricordiamo quello del Tarabuso eurasiatico (e dei tarabusi in genere): questa specie ha l’esofago modificato come una specie di cassa di risonanza, attraverso la quale il suono, emesso con violenza, assume la caratteristica tonalità di “vaporetto” (in inglese questo suono è chiamato “booming”). Il richiamo del tarabuso, emesso per attirare le femmine e per difendere il territorio, può essere udito a cinque km di distanza!

Alimentazione & approvvigionamento alimentare
G
li aironi sono uccelli carnivori, che si cibano in genere di prede acquatiche vive. La dieta degli aironi è discretamente varia e una stessa specie può cibarsi indifferentemente, anche in relazione al menù offerto dall’area frequentata, di pesci, crostacei, rettili, anfibi, insetti, molluschi, piccoli mammiferi, uccelli. Alcune specie, come il Tarabusino comune, effettuano incursione piratesche per predare uova e pulcini di piccoli uccelli. Molto più raramente gli Ardeidae sono stati osservati cibarsi di carcasse animali e di materiale vegetale. Le specie che vivono lontano dagli ambienti acquatici hanno selezionato il loro menù in relazione all’habitat frequentato: così l’Airone guardabuoi si ciba degli insetti mossi dai suoi pii quasi simbionti; quasi, perché i guardabuoi non solo bovini guardano, datosi
In alto: Airone striato in caccia su un manufatto umano, in posizione orizzontale (© Justbirds). In basso il cugino americano (fino a pochi anni fa erano considerati due sottospecie di una stessa specie cosmopolita) Airone verde, che prefersice cacciare "in piedi" (© Alan D. Wilson, CC 3.0 Unported)
che si sa di commensalismo tra questi aironcini e numerose altre specie di mammiferi, tra cui addirittura un Elefante marino e un Leone, altrettanto marino, naturalmente! E che dire della stretta, e non disinteressata, amicizia che intercorre in Florida tra l’Airone azzurro minore e l’acquatico Lamantino! Pur potendo cibarsi di numerosi tipi di animali, alcune specie mostrano una spiccata predilezione per una preda ben precisa, come la Nitticora capogiallo per i crostacei. Gli aironi usano un ampio ventaglio di tecniche di caccia per assicurarsi il cibo: due di queste, le più comuni, sono quelle che fanno la felicità dei fotocacciatori, che vanno in visibilio di fronte alla bestia immota di fronte al loro capanno. La più comune tecnica di caccia, o meglio di pesca, è quella di rimanere immobile, in posizione verticale o orizzontale, vicino allo specchio d’acqua dove sguazza il possibile pranzo. Nella prima posizione, l’animale mantiene il corpo e il collo eretti, mentre nella seconda il corpo viene mantenuto quasi parallelo all’acqua, ad essa molto più vicino. Le due posizioni hanno i loro pro e contro: in piedi l’airone ha una migliore campo d’azione e può tenere controllate anche altre specie vicine, fuori dall’acqua, sia le potenziali prede che i possibili predatori; d’altro canto la posizione orizzontale è più criptica e il rampone può scattare e raggiungere la preda molto più rapidamente. Alcune specie di aironi utilizzano occasionalmente altre tecniche, a volte spettacolari. Possono camminare lentamente nell’acqua bassa infilzando l’incauto pesce, o volare sulla sua superficie effettuando un improvviso stop sulla preda; a volte quest’ultima tecnica può essere implementata da astuzie quali colpire l’acqua con i piedi, per far muovere la preda e meglio localizzarla. A volte gli aironi effettuano un vero e proprio tuffo nell’acqua. Alcune specie di aironi usano le ali durante la caccia per spaventare la preda e costringerla a muoversi e rendersi più vulnerabile; un’eccezionale modificazione di questa tecnica è la cosiddetta “canopy feeding”, utilizzata soprattutto dall’Airone nero, in Africa: l’animale allarga le ali a ombrello sopra la testa, fino a farne toccare le punta di fronte al becco e vicino alla superficie dell’acqua; gli studiosi ipotizzano che così facendo, l’airone migliori la visibilità dello specchio d'acqua riducendone i riverberi o che, in alternativa, il cono d’ombra attiri i pesci verso la superficie. Non contento di questo mirabile artifizio, l’Airone nero perfeziona la sua tecnica trepestando l’acqua bassa con i piedi per far muovere le possibili prede. Per quanto attiene alla quantità di cibo che un airone ingolla in un dì, non vi sono dati certi per tutte le specie (vedremo nel capitolo dedicato alla relazione tra l’airone e 1’uomo che la paura, non sostanziata per la verità, che gli Ardeidae potessero distruggere tonnellate di pesci portò i due esseri ai ferri corti, eufemismo naturalmente ché i ferri, e per giunta non corti, furono usati solo da quello implume), ma si ipotizza che le specie piscivore necessitino cibo giornaliero in quantità del 16% del loro corpo. Infine, per quanto attiene alle modalità di approvvigionamento alimentare c’è, in considerazione della grande variabilità di specie all’interno della famiglia, un’altrettanta diversificazione nella raccolta del cibo: alcune specie cacciano solitarie, altre in gruppi più o meno grandi (in Medio Oriente sono stati osservati branchi di 400 - 600 uccelli cibarsi in uno stesso stagno) alcune cacciano di giorno, mentre altre, come ad esempio la Nitticora comune, preferiscono la quiete della notte, in relazione presumibilmente al fatto che nello stesso territorio di caccia potrebbe sussistere, di giorno, competizione predatoria da parte di altre specie di aironi.


Un’eccezionale tecnica di caccia degli aironi è la cosiddetta “canopy feeding”, utilizzata soprattutto dall’Airone nero, in Africa, ma anche dalla'americana Garzetta rossastra (nella foto): l’animale allarga le ali sopra la testa, fino a farne toccare le punta di fronte, dopodichè caccia nel cono d'ombra proiettato sull'acqua dall'ombrello delle sue ali (© Justbirds)

Riproduzione
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li aironi adottano un’ampia gamma di strategie riproduttive. La maggior parte delle specie è monogama, ma non mancano casi di poligamia, dimostrata con certezza almeno nell’Airone guardabuoi, Garzetta intermedia, Airone cenerino e Tarabuso. Anche se una stessa specie può, in relazione alle circostanze, nidificare colonialmente o in solitaria, c’è una certa uniformità tra le scelte dei diversi membri della famiglia: gli aironi diurni sono per solito coloniali e si discostano da questa norma solo le specie del genere Ardea di maggiori dimensioni, come l’Airone golia, l’Airone panciabianca e l’Airone beccogrosso; anche le nitticore sono coloniali, tranne le strane e rare specie del genere Gorsachios; nidificano sempre in solitaria, invece, aironi tigrati, tarabusi e tarabusini, anche se questi ultimi possono mostrare una tendenza a formare colonie, in genere lasse e piccole. Nelle zone temperate gli Ardeidae nidificano in primavera/estate, in coincidenza con la massima presenza di cibo, mentre nelle zone tropicali essi possono nidificare tutto l’anno, sebbene non con la stessa intensità (vi sono cioè dei picchi di nidificazione, correlati, spesso ma non sempre, ad eventi atmosferici, quali l’inizio della stagione delle piogge). Nella famiglia degli Ardeidae, così come in quasi tutte le specie animali del mondo, inclusa quella che sta scrivendo, è il maschio che deve fare il grosso del lavoro per avere qualche chance di tramandare ai posteri i suoi geni: il corteggiamento e la formazione della coppia è preceduto dalla, diciamo così, vestizione della coppia, nella quale le parti nude acquistano
Gli "aironi-tigrati" o "tarabusi-tigrati" sono Ardeidi di foresta tipici delle foreste tropicali (una specie in Africa, una in Australasia e tre in America Centrale e Meridionale). La nidificazione di tarabusi, aironi-tigrati e tarabusini avviene quasi esclusivamente in solitaria (anche se qualche specie di tarabusino può formare piccole e rade colonie). Questo è un giovane di Airone tigrato rossiccio, diffuso dal Belize all'Uruguay (© Luciano Vinco)
colori brillanti e capo e corpo si coprono di piume lunghissime e vaporose. Il maschio arriva per primo sul luogo della nidificazione, comincia a raccogliere il materiale per il nido e contemporaneamente da una parte si dà da fare per attirare una bella figliola e dall’altra mette in atto una serie di manovre aggressive per allontanare i maschi concorrenti. La strategia terrifica degli aironi prevede numerose posture, le più standardizzate delle quali sono: a) l’animale solleva verticalmente la testa e il collo, punta il becco verso l’alto e allarga le piume ornamentali mostrando contemporaneamente le parti nude brillantemente colorate; b) l’airone alza le ali, getta il collo all’indietro beccando gli uccelli vicini; c) l’airone alza e abbassa ritmicamente la testa, con il collo esteso e le piume ornamentali allargate; d) nello spettacolare “backward stretch” l’airone agita le piume ornamentali, effettuando incessanti movimenti ondulati con il collo e muovendo contestualmente la coda. Gli aironi eseguono anche manovre aeree, volando intorno al nido con il collo completamente allungato e con le zampe penzoloni. Quando il povero maschio riesce ad attirare la sospirata femmina, continua per un poco, anche contro di essa, la sua pantomima aggressiva (vuole farle pagare tutta la fatica fatta, penso io, maschio solidale), ma poi si trasforma in un bravo compagno e passa ad un comportamento degno di un tenero amante, comportamento che prevede alcune smancerie quali il mutual preening (i due animali si lisciano il piumaggio vicendevolmente) e il bill clappering (affettuosi colpi tra i due becchi). Una volta che la coppia si è formata, entrambi i coniugi partecipano all’ultimazione del nido (per solito il maschio porta il materiale e la femmina lo sistema sulla piattaforma in costruzione). L’accoppiamento avviene al nido, che è una piattaforma costituita da rami e rametti, in molti casi abbastanza semplice, ma che in altri può essere una struttura massiccia, del diametro anche di un metro e mezzo. In genere gli aironi costruiscono un nuovo nido ogni anno, ma alcune specie, soprattutto quelle che nidificano sugli alberi, dove vi sono buone probabilità che i nidi non vengano distrutti, lo possono riutilizzare anno dopo anno: in questo caso la sua dimensione può diventare gigantesca. I nidi sono normalmente costruiti vicino all’acqua, su alberi o arbusti, ma anche in canneti o in altra vegetazione palustre e, in alcune specie, direttamente al suolo. La stessa specie può avere preferenze diverse: ad esempio, la Garzetta comune nidifica normalmente, in Europa, sugli alberi, ma nella Penisola Iberica nidifica spesso in vasti canneti. In genere, però, ogni specie manifesta una ben precisa preferenza; così gli aironi diurni e le nitticore nidificano su alberi e arbusti, l’Airone rosso, i tarabusi e i tarabusini nei canneti, gli aironi tigrati sulle branche di alberi che si sporgono su uno specchio d’acqua. Gli aironi sono maturi per la riproduzione a uno/due anni e normalmente depongono le uova una sola volta all’anno, anche se nelle regioni tropicali alcune specie possono deporre fino a tre volte in un anno; la deposizione sostitutiva, qualora la prima vada persa, è praticata da quasi tutte le specie, il numero delle uova va da tre a sette, anche se sono stati registrati nidi con 10 uova, soprattutto nelle specie più piccole di tarabusini; c’è una relazione geografica tra numero delle uova e latitudine: gli aironi che vivono nelle regioni temperate, dove le condizioni sono più stabili, ne depongono un maggior numero di quelli delle regioni tropicali ed equatoriali. Entrambi i genitori si prendono cura dell’incubazione, che dura in genere dai 18 ai 30 giorni (14/20 per le specie più piccole). La schiusa delle uova è asincrona e spesso si verificano casi di cainismo tra i diversi pulcini della nidiata, che possono avere tra loro una differenza anche di 12 giorni, come nel caso del Tarabuso eurasiatico. I pulcini non sono granché belli alla nascita: praticamente nudi, grinzosi e con gli occhi chiusi (lo studioso li chiama nidicoli): stanno un po’ di tempo al nido con i genitori (da circa un mese le specie più piccole fino a un massimo di circa tre mesi per le più grosse specie di Ardea). Fino a quando i piccoli non si sono svezzati i genitori li alimentano rigurgitandovi nel becco la preda, intera e a volte già parzialmente digerita. Prima di abbandonare definitivamente la colonia, a metà circa dello svezzamento, gli aironcini cominciano a vagolare al di fuori del nido.


Display nuziale della Garzetta nivea (© Alan D. Wilson, CC 3.0 Unported)
Questo Tarabuso eurasiatico, trovato esausto (forse avvelenato) in un campo in provincia di Mantova, sta dimostrando di non gradire il nostro avvicinamento. Nella cosiddetta "threat posture" gli aironi dispiegano le piume della testa e allargano le ali nell'intento di apparire più grossi di quello che sono, per spaventare il potenziale aggressore (© Arturo Gargioni)

Movimenti e migrazioni
Molte specie appartenenti alla famiglia degli Ardeidae effettuano movimenti post­riproduttivi, che vanno da dispersioni postnuziali di poche centinaia di chilometri, a vere e proprie migrazioni che prevedono l’attraversamento di grandi distanze, inclusi ampi bracci di mare e persino deserti. Nell’ambito di una popolazione anche solo una parte di essa può migrare; è questo il tipico caso di specie che espandono il loro territorio da regioni temperate fino ad aree fredde situate più a nord: ad esempio le popolazioni di Aironi cenerini della Svezia migrano in inverno verso sud, mentre quelle della Gran Bretagna sono sedentarie. Alla vera e propria migrazione, alcune specie fanno precedere movimenti dispersivi che a volte seguono direzioni diverse, e a volte addirittura opposta, a quella della migrazione vera e propria che seguirà; questi movimenti dispersivi hanno il significato di alleggerire la pressione alimentare post-nuziale, quando il numero degli individui è cospicuamente aumentato intorno alla colonia. Gli aironi migrano soprattutto al crepuscolo e durante la notte, generalmente in piccoli gruppi (ma sono stati osservati stormi di centinaia di individui); anche le specie solitarie durante la nidificazione, quali tarabusi e tarabusini, possono migrare in piccoli stormi. Gli aironi sono robusti volatori e possono sostenere un volo battuto anche per ore di fila, concedendosi solo brevissime pause di volo scivolato, e non sorprende che una Garzetta abbia percorso i 1500 chilometri che la separavano dalla Camargue alla Spagna meridionale in sole 78 ore! La direzione del flusso migratorio è in relazione alle aree di nidificazione: gli uccelli del Paleartico Orientale migrano verso l’Asia sudorientale, mentre quelli del Paleartico Occidentale raggiungono quasi tutti l’Africa, ma una piccola parte di essi sverna in India e Medio Oriente. Gli aironi del Nordamerica svernano negli Stati Uniti meridionali, in Centro- e in Sudamerica. Le specie, o le popolazioni all’interno di esse, che non effettuano migrazioni ad ampio raggio, effettuano comunque movimenti dispersivi post-riproduttivi, essendo veramente poche le specie assolutamente sedentarie (solo gli aironi tigrati e qualche specie di tarabuso); tali movimenti sono correlati alla ricerca di migliori condizioni atmosferiche e/o di approvigionamento alimentare.

Gli aironi e l’uomo
Gli aironi hanno da sempre attirato le attenzioni dell’Uomo, che si è in genere riferito ad essi come esempio di grazia e bellezza, come nel caso degli Shogun giapponesi, che li ritenevano sacri (e che decretarono l’effettiva protezione di alcune garzaie) o dei Maori neozelandesi per i quali è un complimento essere paragonati al Kotuku, l’Airone bianco maggiore; o tuttalpiù si è limitato a considerarli uccelli di cattivo presagio, come nel caso degli aborigeni australiani, che considerano il tarabuso uccello di sventura a causa del suo triste richiamo. Ma queste credenze popolari non hanno mai portato un grande detrimento della salute degli aironi. Anche le qualità gastronomiche che sono state riconosciute nel corso dei secoli ad alcune specie (nel Medio Evo l’Airone cenerino era una delle prelibatezze delle tavole di principi e re), la sconsiderata raccolta di uova e pulcini a cui molte colonie sono state soggette, soprattutto in Asia e Sudamerica, a scopo alimentare, l’utilizzo di aironi quali prede di falconieri, e altre amenità del genere non portarono mai questi animali sull’orlo dell’estinzione. Ci voleva la moda per inferire loro una ferita gravissima. Fino dalla notte dei tempi le piume degli aironi sono state adoperate da diverse popolazioni, come i Maori e gli indios sudamericani, per confezionare acconciature, maschere di guerra, vestiti cerimoniali, ma ci voleva quel cocktail esplosivo di moda borghese e civetteria femminile per innescare una reazione a catena che portò, in poco più di vent’anni tra la fine del XIX° secolo e il 1920, allo sterminio di milioni di aironi. Perché? Tra tutte le penne di uccelli utilizzate per abbellire le stole e i cappelli delle signore ottocentesche, le piume ornamentali degli aironi, le “egrette”, erano quelle più ambite e ricercate. Quando, agli inizi del XX° secolo, esplose la moda dei boa vaporosi e dei cappelli alla “cacao meravigliao”, il commercio delle piume fiorì. Londra, Parigi, Vienna e Berlino divennero le capitali dell’importazione e della lavorazione delle piume, che presto vennero vendute a peso d’oro (anzi di più, ché nel 1914 le piume passavano di mano a 28 volte il loro peso in argento!). Alcune cifre: 1550 aironi necessari per ottenere un chilo di egrette; 10.000 lavoratori impiegati in questo settore; 130.000 pelli di airone caricate su una singola nave; 750.000 pelli di airone commerciate nella sola Londra nei primi tre mesi del 1885; 200.000 Aironi bianchi maggiori massacrati in un solo anno per soddisfare le richieste di mercato di una sola ditta. Il lato positivo: l’orrenda strage perpetrata ai danni degli aironi portò alla fondazione, in America, della American Ornithologists’ Union (1883) e della Audubon Society (1886) e, in Inghilterra, della Royal Society for the Protection of Birds (1898). La battaglia combattuta da queste società per difendere e tutelare gli aironi, attraverso campagne di sensibilizzazione e vere e proprie lotte politiche, portò alfine all’emanazione, nel 1910 negli Stati Uniti e nel 1920 in Gran Bretagna, di leggi che dichiaravano illegale il commercio delle piume.

  La celeberrima "Signora con cappello e boa di piume di Gustav Klimt (1909, olio su tela)
Emmy Destinn (nome d'arte di Ema Destinnova, 1878 - 1930), fu un celebre soprano di origine cecoslovacca. Come tutte le donne dell'alta borghesia dei primi del '900 era solita indossare cappelli adornati di piume di uccelli. Questa moda determinò il fiorire di una vera e propria industria delle piume, con richieste di mercato che portarono all'uccisione di centinaia di migliaia di aironi e garzette  

Il grande motivo di attrito tra l’uomo e gli aironi piscivori è la predazione esercitata da questi ultimi sugli allevamenti di pesce. E’ stato dimostrato che l’entità del prelievo negli stagni da pesca non determina in genere perdite significative del prodotto e che anzi, in alcuni casi, il prelievo selettivo di pesci malati o in sovrannumero può persino essere di beneficio. Solo in alcuni casi di grande restrizione alimentare negli ambienti naturali, determinata ad esempio dalla siccità, può accadere che il prelievo in un allevamento sia economicamente influente. Gli aironi vivono spesso in stretto rapporto con l’uomo, giungendo a nidificare nei pressi dei centri abitati, se non all’interno di essi: ho personalmente visto una colonia mista di Garzette, Nitticore e Aironi guardabuoi nella splendida città di Cordoba; una colonia di Aironi cenerini nello zoo di Amsterdam e, senza allontanarmi dalla mia città, una colonia di 115 coppie di Aironi cenerini nel rondò dell’uscita autostradale di Brescia.
Una specie che ha ottenuto il massimo beneficio dalla terrificante attività deforestante dell’Uomo è l’Airone guardabuoi, che, grazie all’enorme incremento di terra da pascolo, ha colonizzato il mondo intero, e in alcune aree esso è stato addirittura introdotto come insetticida naturale!


Si ipotizza che le specie di aironi piscivore necessitino cibo giornaliero in quantità del 16% del loro corpo. L'entità del prelievo agli stagni da pesca non è significatico e, anzi, il prelievo selettivo di pesci malati o in sovrannumero da può persino essere di beneficio. Questo, ritratto nella foto, è il nostro comune Airone cenerino (© Karlos Lomsky - Fotolia.com)

Stato e conservazione

Nonostante tutte le brutture raccontate nel paragrafo precedente e nonostante le loro abitudini e la colonialità li rendano vulnerabili ad attacchi di bestie e uomini, solo pochissime specie di aironi sono oggi minacciate. Oltre all’impatto esercitato dall’Uomo, sia direttamente sugli animali, che attraverso la trasformazione del loro habitat, altre situazioni che possono influenzare le popolazioni di aironi sono quelle legate al clima; come gli uragani, che possono decimare le popolazioni delle specie che vivono lungo la costa, come accadde con la sottospecie occidentalis dell’Airone azzurro maggiore, di cui sopravvissero solo 150 individui dopo il fortunale che colpi la Florida del 1935; o come la temperatura rigida, che nell’inverno 1978/79 ridusse del 30% la popolazione dei Tarabusi del nord-est Europa. Oggigiorno solo sei specie presentano problemi di conservazione: Airone di Humblot, Airone panciabianca, Garzetta ardesia, Garzetta della Cina, Nitticora guancebianche e Nitticora del Giappone.
L’Airone di Humblot vive in Madagascar e nelle isole Comore e, pur non essendo stato mai molto abbondante, ha mostrato recentemente un preoccupante calo degli effettivi. La distribuzione delle altre specie è localizzata, discontinua o poco conosciuta: l’Airone panciabianca è confinato al versante meridionale dell’Himalaya. La Garzetta ardesia vive in Africa meridionale, dove nidifica solo nel delta dell’Okavango e in altre piccole aree della Namibia e dello Zambia. La Garzetta della Cina nidifica in pochissime piccole aree lungo la costa della Cina e della Corea: il commercio delle piume prima e l’estensiva trasformazione delle paludi costiere in risaie poi, l’ha portata sull’orlo dell’estinzione. La Nitticora guancebianche è stata osservata solo pochissime volte negli ultimi anni, per cui non vi sono dati certi sulla consistenza della sua popolazione; qualche ornitologo pensa che sia addirittura già estinta. La Nitticora del Giappone è confinata al sud del Giappone e i dati sono anche per questa specie molto scarsi.
Le specie appartenenti alla famiglia degli Ardeidae godono di protezione totale, dal punto di vista venatorio, in molti paesi del mondo e, nonostante molti individui vengano indegnamente fucilati ogni anno dai bracconieri, la caccia non è motivo di preoccupazione per la loro sopravvivenza. I problemi più cospicui sono sempre legati alle attività dell’uomo che ha sottratto, e continua a sottrarre, agli aironi gli ambienti umidi di cui hanno bisogno per il loro ciclo biologico. Le estese trasformazioni di paludi in pasture e risaie e la deforestazione di molte aree, soprattutto tropicali, ha pesantemente ridotto, in numero ed estensione, le aree dove gli aironi possono riprodursi e alimentarsi. Un altro problema legato all’agricoltura in larga scala, almeno quella che si è praticata fino a qualche decina di anni fa, è costituito dai pesticidi, che, attraverso l’avvelenamento dei tessuti e la riduzione dello spessore del guscio delle uova ha portato ad una pesante riduzione nella consistenza di molte popolazioni di Ardeidae, come ad esempio la tremenda falcidie di Aironi rossi avutasi in Spagna: negli anni ‘60 la colonia del delta dell’Ebro contava 1000 coppie, ma nel 1973 le coppie sopravvissute assommavano a 63!