Bandhavgarh National Park
la Tigre del Bengala, gli uccelli di Bandhavgarh & il favoloso Taj Mahal
26 ottobre - 6 novembre 2016
26 dicembre 2016 - 6 gennaio 2017

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Itinerario in breve

1° giorno) volo Milano - Nuova Delhi
2° giorno) Sultanpur National Park
3° giorno) volo a Jabalpur e trasferimento al Bandhavgarh National Park
4°/8° giorno) Bandhavgarh National Park
9° giorno) volo Jabalpur - Nuova Delhi e trasferimento ad Agra
10° giorno) Soor Sarovar e Taj Mahal
11° giorno) ritorno a Nuova Delhi e volo in Italia
12° giorno) arrivo a Milano

Mappa interattiva



Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: ottimi quattro stelle a Nuova Delhi e Agra. Il Tiger's Den è uno dei migliori lodge di Bandhavgarh

Difficoltà: nessuna

Bibliografia: Tigers of the World. The Science, Politics and Conservation of Panthera Tigris, di Ronald Tilson e Philip J Nyhus, Academic Press;
Walker's Carnivores of the World, Ronald M Nowak ed., Johns Hopkins University Press
A Field Guide to the Carnivores of the World, di Luke Hunter & Priscilla Barrett, New Holland
Field Guide to the Mammals of the Indian Subcontinent, di KK Gurung and Raj Singh, Academic Press

Costo del tour: Euro 2.580

Numero massimo di partecipanti: quattordici




Il Sambar è il corrispettivo indiano del nostro Cervo europeo. Nonostante le grosse dimensioni è una delle prede preferite della tigre; è forse solo un aneddoto, ma si dice che la tigre sia persino capace di imitare il richiamo del cervo per (© Justbirds)


Il Bandhavgarh National Park è il parco indiano che offre le migliori possibilità di vedere la possente Tigre del Bengala, la mitica Shere Khan di Rudyard Kipling. A Bandhavgarh avremo la possibilità di incontrare da vicino, e più volte, il favoloso felino. E ascolteremo dalla voce dei naturalisti del parco la storia delle tigri più famose di Bandhavgarh, come Charger, Sita e Mohini (© Attilio Giorgio Mutti)


Intro

L’India, affascinante e misteriosa, sa conquistare il cuore del viaggiatore e restargli impressa nell’anima come nessun paese al mondo. Per secoli i suoi paesaggi, i suoi rumori, il suo popolo hanno stimolato l’immaginazione degli occidentali, riempiendoli di meraviglia. Fu chiamata infatti "il Paese delle Meraviglie" da Mark Twain che, giunto in India nel 1896, tentò di descriverla e che di fronte al gravoso compito scrisse “...niente è stato tralasciato dall’Uomo e dalla Natura per fare dell’India il paese più straordinario che il sole visiti nel suo corso”. L’immenso Subcontinente Indiano, come i geografi chiamano quel triangolo di terra che racchiude diverse entità geopolitiche, è oggi disseminato delle tracce del suo lungo e complesso passato ed è il caleidoscopio di un multiforme e ancor più intricato presente: nello splendido palazzo del Taj Mahal, nei profondi occhi azzurri della gente del Kashmir, nelle vestigia degli imperi, nei voluminosi turbanti degli uomini del Rajaistan, negli occhi a mandorla degli abitanti del Ladakh si può leggere la realtà di un paese che ha vissuto secoli di invasioni e dominazioni straniere ed è riuscito tuttavia ad assorbire tutto quello che vi è arrivato dal resto del mondo, mantenendo sempre intatte le proprie robuste e intricatissime radici. Ma la “nostra” India, l’India della Natura, è anche lo straordinario universo di wilderness che ne fa la patria di tigri, leoni, leopardi, elefanti e rinoceronti. Nel programma 2015/2016 Ornitour ha inserito sette viaggi nel Subcontinente Indiano, di cui quattro in India. Quello che state leggendo è il tour dedicato espressamente alla Tigre del Bengala, ideato e disegnato per offrirvi la possibilità di vedere più e più volte il felino più affascinante del globo. Il Bandhavgarh National Park è l'area protetta indiana più ricca di tigri, quella dove è in assoluto più facile vederla. La tigre, l’animale più suggestivo dell’India, l’animale più amato e odiato, il felino che ha incarnato via via, nei romanzi di Salgari e Kipling, il mito della forza e della ferocia, del coraggio e della malvagità. Etologi e naturalisti ne descrivono, più prosaicamente, le abitudini di vita e mettono in guardia sul pericolo di estinzione che la Tigre corre. Noi, viaggiatori del cuore e della natura, che non crediamo alla malvagità di Shere Khan e che la consideriamo ben più di una specie della famiglia Felidae, l’aspetteremo con trepidazione: vedere da vicino la Tigre è davvero una delle più grandi emozioni che un naturalista possa provare. Il nostro tour partirà da Nuova Delhi, dove visiteremo il Sultanpur Bird Sanctuary. Voleremo poi a Jabalpur da dove ci trasferiremo al Bandhavgarh National Park, situato nello stato del Madja Pradesh, nelle aree centrosettentrionali dell'India. Il parco ospita una vegetazione molto varia, che va dalla fitta foresta di sal alla prateria, il tutto attraversato da fiumi e costellato di laghetti e pozze d’acqua. Un paesaggio magnifico, un ecosistema dove ogni nicchia ecologica è occupata da decine di specie di mammiferi, uccelli e rettili, senza dimenticare le migliaia di specie di insetti che rappresentano un anello fondamentale nella catena alimentare del parco. Passeremo ben cinque giorni nel parco ed effettueremo due escursioni in jeep ogni giorno con eccezionali opportunità di vedere la Tigre e molte altre specie di mammiferi; anche il birdwatching nel parco sarà entusiasmante. Prima di tornare in Italia visiteremo anche il meraviglioso Taj Mahal di Agra e, come ultima avventura naturalistica, il Soor Sarovar Bird Sanctuary. Il programma Ornitour 2015/2016 prevede altri tre tour in India, uno nelle aree settentrionali (Bharatpur, Himalaya & Corbett), uno nelle aree centro-meridionali del paese (Goa, Kerala & Tamil Nadu) e una novità, un tour in India Occidentale: Desert National Park & Gir Forest.


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Itinerario dettagliato    
1° giorno) volo Milano - Nuova Delhi dove arriveremo in serata. Pernotteremo due notti al Radisson Hotel.

2° giorno) dedicheremo la giornata odierna alla visita del Sultanpur Bird Sanctuary, che, come si intuisce dal nome, costituirà una prolusione ornitologica di tutto rispetto al Tiger Tour a Bandhavgarh. Sultanpur è un mosaico di ambienti umidi, canneti, boschi ripariali, praterie e steppe; una così varia composizione in habitat naturali è la ragione della straordinaria ricchezza in uccelli: più di 250 specie sono state registrate entro i confini del parco e l'inverno è la stagione migliore per visitarlo. In inverno infatti, alle specie residenti si aggiungono i migratori dal Paleartico e tra questi alcune specie di estremo interesse per noi europei: ad esempio il Luì di Pallas e il Prispolone indiano, da noi solo rarità, sono comuni in inverno a Sultanpur. Tra le specie più interessanti del parco ricordiamo: Pellicano beccomacchiato, Cormorano indiano, Marabù asiatico minore, la splendida Cicogna collonero, Ibis testanera, Gru antigone, Germano beccomacchiato indiano, Pavoncella caruncole rosse, Parrocchetto dal collare, Ghiandaia marina indiana, Barbetto ramatore, Bulbul culorosso, Calandro beccolungo. Dopo essersi pericolosamente avvicinati all'estinzione, le popolazioni degli avvoltoi asiatici stanno aumentando di consistenza e non dovrebbe essere difficile avvistare sia l'Avvoltoio indiano che l'Avvoltoio groppabianca, a cui si potrebbero aggiungere l'Aquila imperiale e l'Aquila anatraia maggiore, entrambe svernanti da queste parti.

 

Al Sultanpur Bird Sanctuary vedremo molte specie di uccelli interessanti, come questa Ghiandaia marina indiana (© Silvana Roncarati & Paolo Gallerani) ...




... e questo piccolo e grazioso Gruccione verde (© Silvana Roncarati & Paolo Gallerani) ...
3° giorno) voleremo stamattina a Jabalpur e da qui ci trasferiremo via terra al Bandhavgarh National Park, dove pernotteremo sei notti. La strada verso il parco si snoda attraverso campi irrigati, reservoir artificiali, incolti e qualche bosco. Gli uccelli di queste aree semiantropizzate non sono il massimo dell'interesse, ma ce li gusteremo lo stesso, non fosse altro per poter dire, al ritorno, di non aver visto solo la tigre, ma anche ...cento specie di uccelli. Però, oltre a Svassi maggiori, Spatole eurasiatiche, Garzette intermedie, Aironi bianchi maggiori, Aironi guardabuoi (teniamo presente che la sottospecie orientale è candidata a diventare specie buona), Corrieri piccoli, Piro piro piccoli, boscherecci e culbianco, potremo vedere anche ottime specie asiatiche, come l'Anastomo asiatico, l'Ibis nucarossa, la Dendrocigna minore, la Ghiandaia marina indiana, l'Allodola orientale, la Rondine golastriata, il Garrulo occhigialli. Arriveremo al Tiger's Den nel tardo pomeriggio, in tempo per una lauta cena e il briefing su ciò che di (meraviglioso) ci attende nei cinque giorni successivi.

4°/8° giorno) il parco nazionale di Bandhavgarh si trova nello stato del Madja Pradesh, nelle aree centrosettentrionali dell'India. Il parco ospita una vegetazione molto varia, che va dalla fitta foresta di sal alla prateria, il tutto attraversato da fiumi e costellato di laghetti e pozze d’acqua. Un paesaggio magnifico, un ecosistema dove ogni nicchia ecologica è occupata da decine di specie di mammiferi, uccelli e rettili, senza dimenticare le migliaia di specie di insetti che rappresentano un anello fondamentale nella catena alimentare del parco. Catena in cima alla quale c’è l’animale per cui siamo qui a trepidare: la Tigre, per la precisione la Tigre del Bengala, che in arido vocabolario scientifico significa la sottospecie tigris. Le escursioni nel parco saranno due al giorno, al mattino presto e nel tardo pomeriggio, i due periodi della giornata in cui sono più elevate le chances di incontrare il magnifico felino, che si muove più volentieri all'alba e al tramonto, lasciando la parte centrale del giorno al riposo assoluto. La jeep è il modo migliore per ammirare la Tigre, che a volte cammina a pochi metri da essa assolutamente incurante dei bipedi in essa seduti. L'attesa della tigre sarà già di per se stessa emozionante, sentire il ruggito dal fitto della foresta sarà anch'esso emozionante, ma vedere la maestà di quest'animale sbucare improvvisamente dalla foresta di sal, guardarci indolente e continuare la sua camminata, o la sua corsa, è un'emozione da levare il respiro. Sarà molto interessante e suggestivo vedere la guida lavorare: all'inizio ci sembrerà che la jeep proceda senza una direzione precisa, ma la guida è sempre all'erta, ad ascoltare un rumore differente, a percepire il fremito di un cervo che ha "sentito" la tigre. E quando l'uomo si agiterà e schiaccierà sull'acceleratore, capiremo che Shere Khan è lì vicino. Il parco ha la più alta densità di tigri di tutta l'India: nei 105 kmq della parte centrale della riserva, quella aperta al pubblico, ci sono circa 25 tigri. C'è un detto a Bandhavgarh: "in tutti gli altri parchi devi essere estremamente fortunato se vedi una tigre, a Bandhavgarh devi essere estremamente sfortunanto se non ne vedi almeno una!".

E durante la parte centrale della giornata, quando i nostri naturalisti ci accompagneranno a fare birdwatching, tra un'osservazione e l'altra ci racconteranno delle tigri più famose del parco: Charger, ad esempio (il nome inglese significa "colei che carica, che attacca") un maschio che era uso attaccare elefanti e turisti (nessuno fu minimamente ferito) e Sita, una femmina che ebbe l'onore di comparire sulla copertina del National Geographic e che probabilmente fu la Tigre del Bengala più fotografata al mondo. Quasi tutte le tigri di Bandhavgarh di oggi sono discendenti della celebre coppia.

C'è un altro modo in cui (forse) potremo vedere la tigre; ancora più emozionante, ancora più suggestivo: a dorso di elefante. Il "forse" è legato al fatto che la regolamentazione del parco è cambiata dall'ultimo Ornitour: una volta l'escursione sul dorso dell'elefante era effettuata tutti i giorni; oggi dipende dalla situazione delle tigri, dal numero dei turisti, dal tempo atmosferico. Comunque, se riusciremo a salire sull'elefante, l'avventura sarà assicurata. Gli scout del parco localizzano le tigri al mattino presto e se l'escursione proboscidata partirà, il mahout, il guidatore dell'elefante, saprà perfettamente dove andare; l'elefante seguirà docilmente le sue indicazioni e, più o meno improvvisamente, la tigre comparirà, a volte il maschio, a volte la femmina e a volte, come ci è capitato nell'ultimo Ornitour, con tutta la famiglia. E vedere i tigrotti che giocano, o che trotterellano guardando in tralice il pachiderma, da cui sono di solito impauriti, o vedere sollevarsi in piedi l'enorme genitrice che, tanto per far capire chi è, ruggisce da pochi metri all'elefante (con noi sopra) senza destare nel pachiderma la minima preoccupazione (noi fore qualcuna sì) sarà veramente uno spettacolo emozionante e indimenticabile.

Effettueremo anche un'escursione al Forte di Bandhavgarh, situato su uno sperone roccioso a 811 metri slm da cui domina la pianura circostante. Sulle cengie rocciose che circondano il forte nidificano Avvoltoi indiani e Falchi pellegrini e numerose altre specie di uccelli frequentano le aree aride che circondano le rovine del forte. In cima alla collina un tratto di foresta è cresciuta sulle rovine della fortezza e in tempi recenti fu costruito un piccolo tempio dedicato a Vishnu. Durante i due precedenti Ornitour in questo fantastico parco incontrammo il locale santone e ci stupimmo che vivesse lì, non protetto da porte e cancelli, senza paura, nel regno della tigre, che scorrazza liberamente a poche centinaia di metri più in basso.

Speriamo di avere la stessa botta di fortuna che avemmo l'ultima volta: spazzando il parco con il binocolo dall'eccezionale osservatorio del forte, avvistammo un Leopardo, che, seduto e tranquillo a centinaia di metri da noi, ci fornì una spettacolare visione al cannocchiale. Sì, perchè Bandhavgarh ospita, oltre alla tigre, altri carnivori, come il Cuon (conosciuto anche come Cane selvatico asiatico), la Iena striata, il Caracal, lo Sciacallo dorato, la Mangosta rugginosa. Non ci contiamo molto di vedere il Leopardo o altri carnivori, ma avremo ottime opportunità di vedere gli erbivori, come il Cervo pomellato, il Cervo latrante, il Nilgai, il Cervo sambar, il Muntjac, la Gazzella indiana, lo Scoiattolo delle palme, la Lepre indiana, il Macaco, l'Entello grigio.

Questo Ornitour è dedicato alla tigre, ma il birdwatching a Bandhavgarh sarà entusiasmante e non ruberà alcun istante alla ricerca e al godimento del felino per cui siamo qui. Faremo birdwatching soprattutto nella parte centrale del giorno, quando non è possibile, per il regolamento del parco, girare con la jeep. Non c'è famiglia di uccelli che non sia molto ben rappresentata, non c'è area o ambiente che non sia un tripudio di voli. Gli appassionati di rapaci si lustreranno gli occhi con: Serpentario crestato, Falco pecchiaiolo orientale, Aquilastore variabile, Aquilastore crestato, Grifone indiano, Avvoltoio groppabianca, Avvoltoio testarossa (le tre specie di avvoltoi spesso insieme a godersi i resti lasciati dalle tigri), Poiana occhibianchi, Aquila di Bonelli, Aquila pescatrice testagrigia; le nostre guide conoscono molto bene i posatoi diurni di gufi, assioli e civette e quindi: Gufo pescatore bruno, Allocco ocellato, Civettina della jungla, Civettina macchiata, Assiolo indiano. Nelle aree umide del parco cercheremo il Cormorano minuto, il Marabù asiatico minore, la Cicogna pittata, la Sgarza indiana, l'Oca dal pettine, la Pavoncella caruncole gialle, la Jacana alibronzo, l'Occhione indiano e un corteo di limicoli più tipicamente europei.

Il sottobosco e gli alberi del parco ospitano poi decine di specie, più o meno belle, più o meno elusive, tutte molto interessanti; tra di esse ricordiamo: Gallo comune, Gallopernice rosso, Bucero grigio indiano, l'enorme Bucero bianconero del Malabar, il favoloso Picchio nucabianca, Rondone arboricolo crestato, Martin pescatore becco di cicogna, Drongo codaracchetta maggiore, Codirossone capoblu, Saltimpalo grigio, Picchio muratore panciacastana, Barbetto capobruno, Fogliarolo aliazzurre, Pigliamosche blu di Tickell, Garrulo panciafulva, Rampichino macchiato, Dendrogazza rossiccia, Storno bramino, Storno bianconero asiatico e... buone chances di un altro centinaio.


Non c'è leone o ghepardo che tenga; la Tigre, nella fattispecie la Tigre del Bengala, suscita emozioni come nessun altro felino. A Bandhavgarh avremo occasione di incontrarla più di una volta e ogni volta sarà un tumulto di sentimenti (© Silvana Roncarati & Paolo Gallerani)




Potremo vedere la Tigre nel folto della giungla, quando la cercheremo a dorso d'elefante, o potremo vederla sbucare dalla boscaglia e camminare indolentemente sui sentieri segnati del parco, a pochi metri dalla nostra jeep (© Silvana Roncarati & Paolo Gallerani)




Ci vorrà più fortuna per riuscire a vedere il Leopardo (ma, a guisa di pubblicità, ricordiamo che nell'ultimo Ornitour a Bandhavgarh, quella fortuna ce l'avemmo eccome!) (© Silvana Roncarati & Paolo Gallerani)




Vedremo, a Bandhavgarh, molte specie di mammiferi, incluso il bellissimo Cervo pomellato, che, al contrario di noi, la tigre farebbe volentieri a meno di vedere (© Silvana Roncarati & Paolo Gallerani)




Anche il Nilgai, o Antilope blu, la più grossa antilope asiatica, è predata dalla tigre (© Attilio Giorgio Mutti)




Dopo aver vissuto momenti bui, dopo essere arrivati ai confini dell'estinzione, gli avvoltoi del Subcontinente Indiano stanno lentamente risollevandosi. Dal Forte di Bandhavgarh vedremo una colonia di Grifoni indiani nidificare sulle cengie rocciose e volare mastosamente sopra (e sotto!) di noi (© Attilio Giorgio Mutti)




Bandhavgarh è un tripudio di uccelli colorati, gruccioni, pappagalli, ghiandaie marine e barbetti. Il graziosissimo Parrocchetto testaprugna è uno di questi (© Silvana Roncarati & Paolo Gallerani)




Oltre a offrirci le migliori opportunità di vedere da vicino la Tigre del Bengala, le bravissime guide di Banhavgarh ci faranno fare un eccellente birdwatching. Conoscono i posatoi preferiti da gufi e civette e noi ne trarremo beneficio. Quello raffigurato nella foto è un Allocco ocellato (© Silvana Roncarati & Paolo Gallerani)
9° giorno) dopo un'ulteriore mattinata di birdwatching nei pressi del lodge (non ci sarà tempo oggi per l'escursione in jeep) voleremo a Nuova Delhi e da qui ci trasferiremo via terra ad Agra per la sessione culturale del nostro tiger-tour (ma vedremo che non sarà solo così!). Pernotteremo due notti ad Agra.

10° giorno) oggi visiteremo quella meraviglia architettonica che è il Taj Mahal, definita dal poeta indiano Tagore come "una lacrima di marmo ferma sulla guancia del tempo". Il mausoleo fu fatto costruire nel 1632 dall'imperatore moghul Shah Jahan in memoria della moglie preferita Arjumand Banu Begum, morta di parto dando alla luce il suo 14° figlio. La leggenda vuole che in punto di morte la principessa chiese come ultimo desiderio a suo marito di erigere un monumento come simbolo del loro amore, e di non sposare mai nessun'altra donna. L'Imperatore, disperato, giurò solennemente e ordinò la costruzione del mausoleo, che richiese più di vent'anni. Il Taj Mahal è da sempre considerata una delle più notevoli bellezze architettoniche dell'India e del mondo a tal punto che il complesso è stato inserito tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Potremo ammirare la magnificenza del giardino, delle cupole, dei portali, delle pareti istoriate e non disdegneremo di dare un'occhiata ai Capovaccai appostati sulle cupole, alle migliaia di Casarche eurasiatiche sulle rive del fiume Yamuna che scorre dietro al palazzo, agli stormi chiassosi e colorati di Parrocchetti dal collare che sfrecciano nei cieli sopra il palazzo. Come accennato ci sarà tempo, oggi, di fare ancora un poco di osservazioni naturalistiche; sulla via del ritorno ci fermeremo al Soor Sarovar Bird Sanctuary, un'area protetta centrata sul lago Keetham. Molte specie di uccelli nidificano o svernano sulle sue acque e nella vegetazione circostante. Avremo buone opportunità di vedere specie importanti come il Pellicano riccio, il Pellicano bianco, l'Aninga orientale, il Cormorano indiano, il Pollo sultano comune (la sottospecie "testagrigia" è candidata a essere splittata come specie buona). Soor Sarovar ha una peculiarità: ospita una popolazione di circa 1000 individui di Pitone indiano. Per chi non ha paura dei rettili in generale e dei serpenti in particolare, lo spettacolo dei serpenti aggrovigliati su se stessi e tra loro, ammonticchiati in gruppi di decine di individui sarà davvero suggestivo.

11° giorno) ritorneremo oggi a Nuova Delhi, dove il nostro operatore locale ci porterà ad una cena tradizionale indiana, dopo la quale ci recheremo all'aeroporto per l'imbarco sul volo per l'Italia.

12° giorno) arrivo a Milano.


Il magnifico mausoleo funebre del Taj Mahal nel 1983 è stato inserito dall'UNESCO nella lista dei Patrimoni dell'Umanità e nel 2007 in quella delle sette meraviglie del mondo moderno (© David Castor, Public Domain)


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via Meucci 5
25086 Rezzato (BS)
+39 348 8713313
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