Spedizione sul Rift Albertino
gli endemismi del Rift Albertino (più Entebbe, Lake Mburo & Mabira Forest)
29 agosto - 12 settembre 2016

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Itinerario in breve

1° giorno) volo Milano - Entebbe via Amsterdam
2° giorno) escursione in piroga Mabamba Swamps
3° giorno) Entebbe Botanical Gardens e trasferimento a Lake Mburo
4° giorno) Lake Mburo National Park. Escursione in barca
5° giorno) trasferimento a Bwindi Impenetrable Forest. Buhoma
6°/8° giorno) Bwindi (Buhoma). Gorilla trekking
9° giorno) trasferimento a Ruhija. Birding "the Neck"
10° giorno) Bwindi (Ruhija)
11° giorno) trasferimento Mgahinga Gorilla National Park
12° giorno) Mgahinga Gorilla National Park
13° giorno) trasferimento Kampala
14° giorno) Mabira Forest Reserve. Volo Entebbe - Amsterdam
15° giorno) arrivo Amsterdam e volo Milano. Arrivo e fine del viaggio


Mappa interattiva



Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere
: lodge e alberghi di buona levatura, con servizi privati. A Ruhija utilizzeremo le stanze molto rustiche della locale stazione di ricerca o un campo tendato appositamente installato per noi dall'organizzazione

Difficoltà: è richiesto adattamento ad alcune delle sistemazioni alberghiere. L’osservazione a pochi metri dei Gorilla di montagna è uno spettacolo che da solo vale il viaggio, ma occorre tener presente che il trekking richiesto potrebbe essere estremamente impegnativo (così come impegnativa è l'escursione alla Mubwindi Swamp). Con fortuna potrebbe essere sufficiente un’ora per arrivare ad una famiglia di gorilla, ma più spesso è necessaria una giornata intera, dieci/dodici ore tra andata e ritorno di trekking impegnativo, per cui l’escursione richiede una forma fisica eccellente.

Bibliografia: Field Guide to the Birds of East Africa, di Stevenson & Fanshaw, A & C Black,
The Bird Atlas of Uganda, di Carswell, Pomeroy, Reynolds & Tushabe, British Ornithologists' Club

Costo del tour: Euro 4.200

Costo del gorilla trekking (facoltativo): USD 500

Numero massimo di partecipanti
: dieci


Nonostante il nome scientifico del Succiacapre montano sia Caprimulgus ruwenzorii, questo animaletto, dallo sguardo profondo e sorpreso, non è endemico del Ruwenzori, in quanto il suo areale si estende fino al Malawi e allo Zambia (anche se la sottospecie in oggetto potrebbe presto diventare specie buona con il nome, appunto, di Succiacapre del Ruwenzori. Vedremo questo caprimulgo nella nostra escursione notturna a Ruhija (© Justbirds)


Intro

Il Rift Albertino rappresenta l'asta occidentale di quella immaginaria ed enorme ipsilon che è disegnata dal Rift dell'Africa Orientale. Il termine geografico "Rift Albertino" identifica sia le vallate che le montagne che le fiancheggiano. La striscia di montagne che fiancheggiano la valle del Rift Albertino si estende dalla regione dell’Haut Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo), alla regione del Kivu e Shaba, sempre in Congo, e, attraverso l’Uganda, il Rwanda e Burundi, termina nelle Mahale Mountains e negli isolati massicci del monte Kungwe in Tanzania e delle Marungu Highlands, ancora in Congo, nel suo estremo sud-est, dove si congiunge con l'asta orientale che corre in Kenya e Tanzania e prosegue verso sud lungo il Malawi. Le montagne del Rift Albertino sono uno scrigno di wilderness spettacolare: un rosario di foreste impenetrabili che fiancheggiano a est la “Congolian Forest”, l’Amazzonia d’Africa, un’altra meraviglia misteriosa ricca di uccelli e mammiferi straordinari, molti conosciuti, alcuni scoperti da poco, molti, ne sono certo, ancora da scoprire. Terre difficili, gravide di ricchezze naturali e minerarie: queste ultime sono il motivo della recente, e poco edificante, storia di quella regione, storia che poco tempo fa (anni, mesi in qualche occasione), è sconfinata nella cronaca: rifugiati, ribelli, rivoluzioni. Ma la sezione ugandese del Rift Albertino è oggi assolutamente sicura e il nostro viaggio ci permetterà di ammirare quasi tutte le specie endemiche di questa regione. L’EBA (Endemic Bird Area) che vogliamo esplorare è una serie di catene o massicci montuosi che variano considerevolmente in estensione e altezza; le foreste afromontane del Rift Albertino ugandese, quelle che visiteremo, sono concentrate nel sud-ovest del paese, nei parchi nazionali della Bwindi Impenetrable Forest e di Mgahinga Gorilla, che ospitano ben 29 delle 43 specie endemiche del Rift Albertino; inoltre, 69 delle 77 specie montane della stessa regione possono essere osservate in una singolo parco, la foresta di Bwindi! Potremo vedere (per alcuni di essi ci vorrà comunque una buona dose di fortuna) uccelli straordinari come il Francolino magnifico, il Beccolargo di Grauer, il Turaco del Ruwenzori, il Frattarolo di Grauer, il Mozzicoda di Neumann, il Silvide di Grauer, la meravigliosa Nettarinia prttoviola, la Nettarinia testablu, il Batis del Ruwenzori, l'Apalis faccianera, la Cincia pettostriato, il Tordo terragnolo del Kivu, l'Alete facciarossa, l'icredibile Alarosso di Shelley e molte altre. Ma questo Ornitour offre ancora di più: un'escursione (facoltativa) per vedere il Gorilla di montagna: l'Uganda ospita il 30% della popolazione mondiale questo favoloso primate e il trekking che ci porterà a pochi metri da questi giganteschi primati rappresenterà un momento emozionante, indimenticabile. Poichè vicino ad Entebbe ci sono tre parchi comodi da raggiungere e ricchi di uccelli, e non ci si può alienare la possibilità, una volta arrivati nel paese, di vedere specie splendide come il Becco a scarpa, il Barbetto facciarossa, lo Svassorallo africano e la Pavoncella pettobruno, visitermo anche le Mabamba Swamps di Entebbe, dove incontreremo il preistorico Becco a scarpa, il Lake Mburo National Park, casa del localizzatissimo Barbetto facciarossa, e la Mabira Forest, la foresta decidua umida meglio conservata di tutta l'Uganda, e caratterizzata da un'avifauna molto diversa da quella delle foreste afro-montane di Bwuindi. La nostra guida locale sarà Emmy Gongo, che nei tre Ornitour precedenti ci ha fatto vedere cose (uccelli) incredibili; la sua conoscenza delle aree che visiteremo (Emmy è nato e vive da queste parti), insieme alla capacità di localizzare, richiamare (a voce, e non con il registratore!), e identificare gli uccelli del suo rift, è difficile a credersi, anche sperimentandola da vicino.


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Itinerario dettagliato    
1° giorno) volo KLM Milano - Entebbe via Amsterdam con arrivo in serata e trasfermento al vicino Lake Victoria Hotel, dove pernotteremo due notti.

2° giorno) Entebbe è situata sulle rive dell'immenso lago Vittoria e questa prima giornata di birdwatching lungo le rive del lago sarà una splendida introduzione agli uccelli dell'Uganda. Visiteremo le Mamamba Swamps, dove avremo la possibilità di incontrare lo stranissimo Becco a Scarpa, un uccello dalle incerte affinità genetiche: c’è chi dice sia una cicogna, c’è chi lo colloca molto vicino ai pellicani. Le paludi di Mabamba sono ovviamente ricche di specie acquatiche, tra cui ricordiamo: Cormorano pettobianco, Cormorano africano, Garzetta comune, Sgarza ciuffetto, Airone golia, Airone testanera, Spatola africana, Anastomo africano, Germano beccogiallo, Oca pigmea africana, Pavoncella ditalunghe, Jacana minore, Sterna zampenere, Gabbiano testagrigia, Martin pescatore gigante, Martin pescatore malachite, Pigliamosche di palude. Tra le altre specie più suggestive che potremo vedere ci sono l'Avvoltoio delle palme, la Gru coronata grigia, il Pappagallo cenerino, il Martin pescatore pigmeo africano, il Gruccione pettoblu, il Gruccione golabianca, lo Storno lucente splendido, il Tessitore beccosottile, la Nettarinia panciaoliva, la Nettarina pettorosso, la Cisticola di Carruthers, il Tessitore golabruna settentrionale, il Tessitore di Vieillot e il tessitore di Weyns.

3° giorno) inizieremo oggi il trasferimento verso il Rift Albertino, non prima di aver fatto una capatina ai Giardini Botanici di Entebbe, dove non dovremmo faticare molto a localizzare lo splendido Turaco blu maggiore e il cugino più piccolo (ma ugualmente bello) Turaco di Ross. Vedremo, naturalmente, altre decine di specie, tra cui il grottesco Bucero cascobianconero, il Bucero coronato, il Gruccione pettoblu, il Martin pescatore pigmeo, il Martin pescatore malachite, il Martin pescatore boschereccio, la Tortora tamburina, il Cuculo di Klaas, il Cuculo didric, lo Storno di Rüppell, il Crombec settentrionale, l'Occhialino africano, la Nettarinia bandaviola, l'Amaranto beccorosso, l'Amaranto africano, il Tessitore baglafecht, il Tessitore dorsodorato. Sulla strada per Bwindi ci fermeremo per esplorare la nostra ultima zona umida prima dell'avventura nelle foreste afromontane, il Lake Mburo National Park, dove arriveremo in tempo per un'iniziale visita. Il parco è caratterizzato, oltre che dal lago che gli dà il nome, da distese di papiro, savana e foresta. Pernotteremo due notti al Lake View Lodge di Mbarara.


Lo straordinario Becco a scarpa (una cicogna? un pellicano modificato?) è il target principale dell'escursione in barca alle Mabamba Swamps di Entebbe. Non abbiamo mai mancato l'osservazione di questo favoloso uccello negli Ornitour passati (© Dick Forsman 2012)
4° giorno) le specialità ornitiche del parco di Lake Mburo sono il Gonolek dei papiri, la Pavoncella pettobruno e, soprattutto, il Barbetto facciarossa, estremamente localizzato in Uganda. Oltre ai numerosi uccelli che frequentano queste aree, potremo vedere interessanti mammiferi, come la Zebra di Burchell, l'Impala, il Saltarupe e l'Oribi. Tra le numerose specie di uccelli ricordiamo: Aquila di Wahlberg, Quaglia tridattila groppanera, Francolino coqui, Tortora boschereccia macchiesmeraldo, Pavoncella del Senegal, Pavoncella pettobruno (forse già arrivata dal sud del continente nella sua migrazione intrafricana), Ghiandaia marina pettolilla, Turaco faccianuda, Barbettino frontegialla, Upupa boschereccia verde, Averla cuculo nera, Cisticola di Tabora, Averla crestata bianca, Brubru, Tchagra di palude, Rondine pettorossiccio, Cincia nera alibianche, Prinide capogrigio, Storno caruncolato, Storno splendente guanceblu maggiore, Estrilda pettofulvo, Tessitore dorato di Holub, Vedova alibianche. Effettueremo una gita in battello, cabotando lentamente le rive del lago (lontano dai numerosi Ippopotami!) vicino alla vegetazione dove si nascondono due delle specie più ambite dai birdwatcher in terra d'Africa: lo Svassorallo africano e la Nitticora dorsobianco; durante l'escursione in barca potremo vedere anche il Pellicano dorsorosa, il Cormorano africano, la Cicogna beccogiallo, la Cicogna sellata, il Mignattaio, l'Aninga africana, l'Airone striato, la Jacana africana, il Rallo nero, il Pollo sultano di Allen, il Piro piro boschereccio, il Piro piro culbianco, il Piro piro piccolo, l'Occhione acquaiolo, la Pavoncella armata, l'Oca armata, l'Albanella africana, il Gabbiano testagrigia, il Mignattino alibianche, la Sterna zampenere e molte, molte altre specie tipiche delle aree umide e di savana

Il barbetto facciarossa, una specie estremamente localizzata in Africa, è uno dei tre top-bird di Lake Mburo (gli altri due sono Svassorallo africano e Pavoncella pettobruno) (© Andrea Schieber Creative Commons 2.0 Generic)
5° giorno) dopo un'ulteriore mattinata spesa nel birdwatching nella savana intorno al lago Mburo, partiremo alla volta della favolosa Bwindi Impenetrable Forest, che raggiungeremo nel tardo pomeriggio. Pernotteremo quattro notti in un eccellente lodge di Buhoma, a poche centinaia di metri dall'ingresso del parco. Non ci si deve lasciar impressionare dal nome dato alla foresta; impenetrabile non si riferisce ad un terribile intrico di vegetazione (la foresta anzi è percorsa da comodi sentieri e gli alberi secolari svettano su un sottobosco "pulito), ma al grande numero di versanti scoscesi di colline e montagne che rendono, anzi rendevano, gli spostamenti tra i villaggi molto lunghi e faticosi. Il birdwatching a Bwindi sarà quindi molto agevole poichè potremo sbinocolare dalla summenzionata trama di sentieri e (tranne per la terribile escursione a Mubwindi Swamp) pianeggianti. La foresta di Bwindi fa parte di un parco non molto vasto (solo 321 kmq) che si estende tra un’altitudine di 1160 metri slm e 2650 metri slm. Bwindi, considerata la regione più ricca di specie di mammiferi, uccelli, piante e farfalle di tutta l’Africa orientale, è un must per tutti i birdwatcher, e i naturalisti in senso lato, che si rechino in Uganda. Oltre alle 330 specie di uccelli che sono state registrate nel parco, la foresta ospita il 30% della popolazione mondiale di Gorilla di montagna e numerose altre specie di scimmie. La foresta si estende, come accennato, da un'altitudine di 1160 metri ad una quota di 2650 metri; visiteremo molte aree a diverse quote, in quanto l'avifauna è nettamente differente man mano che si sale verso le aree più elevate. Dedicheremo un giorno intero al trekking per i Gorilla (l'escursione è facoltativa e chi preferisse, può, durante quella giornata, continuare il birdwatching in foresta). Chi ha visto il celebre film "Gorilla nella nebbia" può avere un'idea di quali emozioni possa suscitare la visione, a pochi metri, di una famiglia di gorilla placidamente seduti in una radura, la visione del possente maschio dalla schiena argentata che si alza in piedi percuotendosi il petto. L’eccezionale importanza ornitologica della foresta di Bwindi è spiegata dalla presenza di 23 delle 43 specie endemiche del Rift Albertino e di 69 delle 77 specie montane della stessa area. Con fortuna potremo vederne molte, di quelle specie

6°/8° giorno)
come già accennato, molto del nostro birdwatching sarà effettuato muovendoci sui sentieri che tagliano la foresta; inizieremo addirittura entrando nel parco praticamente dal nostro lodge e percorrendo la strada principale, sulle radure ai bordi della quale brucano tranquilli i bellissimi Cercopitechi di L'Hoest. Emmy, la nostra guida, è straordinariamente abile a localizzare dal canto e individuare nelle fitte frasche qualsiasi uccelletto che vi si nasconda (sa inoltre imitare alla perfezione decine di specie di Bwindi, tanto che durante l'ultimo Ornitour in Uganda non abbiamo praticamente mai usato il nostro registratore: l'apparato fonatorio di Emmy era più che sufficiente). Così ci verranno indicati splendidi Trogoni codabarrata, canori ma invisibili Piccioni nucabronzo e Cuculi codalunga oliva, statuari e mimetici Gufi reali di Fraser, rumorosi Becchilarghi africani. Le radure della foresta sono colorate dai voli del meraviglioso Gruccione pettocannella e, ai bordi di esse, cercheremo di localizzare gli altrettanto splendidi Occhiocarniccio castano, Ghiandaia marina golablu e Averla di macchia multicolore e le meno venuste, anche se ugualmente interessanti, Averla di macchia di Luhder e Averla di macchia di Bocage. Tutto sommato, gli uccelli che saltano di ramo in ramo o che corrono sui tronchi saranno abbastanza facili da vedere (con l'aiuto di Emmy, si intende) e quindi potremo incamerare Picchi dorsoverde, Picchi cardinale, Picchi di Elliot, Barbetti golagrigia, Storni di Waller, Storni beccosottile, Storni di Stuhlmann, Pigliamosche azzurri codabianca, Pigliamosche ardesia occhibianchi, Pigliamosche fuligginosi, Pigliamosche crestati panciabianca, Pigliamosche neri occhigialli, Pigliamosche blu-fosco e il più raro di tutti i "cacciatori di mosche", Pigliamosche di Chapin. E tutto sommato il compito di identificare le numerose specie di bulbul della foresta risulterà abbastanza agevole con il maestro al nostro fianco: Bulverde di Shelley, Bulbul di Kakamega, Bulbul di Ansorge, Bulbul di Cabanis, Bulverde golabianca, Bulverde codarossa, Beccoriccio codarossa, Bulverde minore, Bulverde beccosottile. Anche se abbiamo anticipato che la foresta di Bwindi è abbastanza aperta, il sottobosco di fogliame e liane è in alcune aree molto fitto ed è qui che si nascondono le vere perle ornitologiche del parco, a partire dal semi-misterioso Silvide di Grauer, una bestiola che, per le incerte affinità tassonomiche, è stato fregiato di un genere tutto suo; tra le altre rarità di Buhoma ricordiamo la Cossifa spalleblu, la Cossifa panciabianca, l'Akalat equatoriale, l'Illadopsis pettogrigio, il Tordo formichiere codabianca (se saremo fortunati lo si potrebbe vedere, il mattino presto, addirittura in mezzo al sentiero della foresta, mentre si satolla degli sciami di formiche che attraversano indaffarate la strada!), il Batmocerco faccianera (dal nome italiano si intuisce che la bestiola in questione non assomigli a nessuno dei gruppi "consolidati" di Passeriformi). Potremo vedere anche altre specie come: Crombec cigliabianche, Apalis faccianera, Luì facciarossa, Camarottera verdeoliva, Usignolo dorsobruno, Averla di Mackinnon. Numerose specie di nettarinie saettano ai bordi della foresta e non dovrebbe essere difficile intercettare Nettarinie verdi minori, Nettarinie testagrigia e bellissime Nettarinie duecollari settentrionali. Il giorno dedicato all'escursione per i Gorilla di montagna dovrebbe essere il secondo, ma per esigenze organizzative potrebbe essere spostato al terzo della nostra permanenza a Buhoma. Il nostro consiglio è quello di partecipare a questa escursione (a patto di essere in buona salute) perchè l'osservazione, a pochi metri di distanza, di questi giganteschi, temibili ma dolci primati è uno spettacolo indimenticabile. Emmy sarà comunque a disposizione di chi, non volendo (o potendo) partecipare al gorilla trekking, potrà effettuare ulteriori escursioni nella foresta di Bwindi.
 

Il Rift Albertino corre nell'angolo sud-occidentale dell'Uganda. Fanno parte di esso il Bwindi Impenetrable Forest National Park, raffigurata qui sopra (© Tajai from Malaysia Creative Commons 2.0 Generic) e il Mgahinga Gorilla Park. Visiteremo estensivamente entrambi i parchi, caratterizzati da paesaggi di una bellezza mozzafiato e dove vivono uccelli fantastici. Qui potremo vedere, con un pò di fortuna, tutte le 29 specie endemiche del Rift Albertino che vivono entro i confini dell'Uganda. E qui potremo vedere, incredibilmente vicino, il mitico Gorilla di montagna (© Mauro Bailo)


9° giorno) ci trasferiremo oggi a Ruhija, nelle aree più elevate della foresta di Bwindi. Percorreremo una strada in buone condizioni che attraversa una zona conosciuta come "The Neck" (il collo) e cioè una stretta fascia di foresta che mette in comunicazione i due blocchi più estesi della foresta stessa. Ci fermeremo in un'area nota a Emmy per offrire le migliori chances di vedere tre degli endemismi più interessanti di Bwindi: il Francolino magnifico, l'Alete golarossa e il Tordo terragnolo del Kivu (quest'ultimo molto più facile a sentirsi che a vedersi); ci fermeremo anche nei pressi di un torrente dove potremo vedere il meraviglioso Gruccione nero e il Pigliamosche di Cassin, e avremo una piccola chance di incrociare l'Alarossa fosco, uno dei due "crimsonwing" endemici del Rift Albertino. Pernotteremo due notti alla stazione di ricerca di Ruhija. Scruteremo con attenzione il cielo alla ricerca di rapaci, come l'Astore nero, l'Astore africano, lo Sparviere pettorossiccio, l'Aquilastore di Ayres e la Poiana augure. Emmy tenterà di mostrarci ancora, come fece con successo nei due precedenti Ornitour, la fantasmagorica Averla di macchia di Doherty. Altre specie che potremo vedere durante il trasferimento sono: l'Amafoglie golagialla (uno dei bulbul più caratteristici), il Torcicollo collorosso, la Rondine serrata nera, la Prinia mentobianco, la Prinia faccianera, lo Storno di Sharpe, il Canapino montano, l'Estrilda panciagialla, l'elegante Ballerina montana, la Cincia fosca, la Nettarinia variabile, la Nettarinia bronzea, la Nigrita pettobianco, il Tessitore capobruno, il Beccasemi beccogrosso, l'Alacremisi facciarossa e molte, molte altre.

10° giorno)
la foresta montana intorno a Ruhija è uno spettacolo della natura: la nebbiolina che la pervade ha creato nel tempo straordinarie concrezioni vegetali, sotto forma di epifite e licheni che incrostano i tronchi e i rami degli alberi. Le aree più elevate di Bwindi sono quelle che ospitano il maggior numero di endemismi del Rift Albertino e avremo ottime possibilità di aumentare (anche se probabilmente non a completare) la nostra "Albertine endemic list". Oggi ci aspetta la seconda camminata impegnativa: scenderemo alla Mubwindi Swamp (e il problema non è scendere) dove, in una palude d'altura, vive qualche esemplare del raro e localizzato Frattarolo di Grauer, un altro endemismo del Rift Albertino il cui comportamento è simile a quello dei nostri acrocefali, e ciò significa che ci vorrà una buona dose di fortuna per vedere la bestiola nei rarissimi momenti in cui sui si appalesa tra le canne. Ma il target assoluto di Ruhija è il Beccolargo di Grauer, un delizioso uccelletto verde confinato alle foreste del Rift: confidiamo ancora in Emmy che è riuscito a localizzarlo in due dei tre precedenti Ornitour. Altri endemismi un pò più facili da vedere sono: Luì facciarossa, Pigliamosche nero occhigialli, Nettarinia regale, Nettarinia pettoviola, Nettarinia testablu, Cincia pettostriato, Batis del Ruwenzori, Apalis del Ruwenzori, Mozzicoda di Neumann (un altra specie di incerta affinità, le cui specie più vicine vivono tutte in Asia!). Emmy ci porterà infine un'area dove avremo ottime opportunità di vedere la Cossifa di Archer e l'incomparabile Alarossa di Shelley, un piccolo arcobaleno con le ali. I rapaci di Ruhija sono altrettanto interessanti di quelli delle aree meno elevate e potremo aggiungere alla nostra checklist l'Aquilastore di Cassin e la Poiana montana. L'escursione notturna ci permetterà di vedere il Succiacapre del Ruwenzori e l'Allocco africano. Altre specie che potremmo vedere a Ruhija sono: il Piccione oliva africano, il Cuculo codalunga barrato, il Barbettino occidentale, il Picchio macchiefini, l’Averla di macchia di Lagden, l’Averla di macchia frontenera, il Bubu di Füllenborn, il Bubu fuligginoso di montagna, l'Averla cuculo grigia, il Frattarolo cannella, il Frattarolo di foresta, l’Oriolo montano, l’Illadopsis montano, il Fringuello oriolo, l’Estrilda di Kandt. I mammiferi sono abbastanza scarsi nella foresta e avremo l’opportunità di vedere solo qualche specie di scimmia, come il Colobo bianconero e il Cercopiteco azzurro

11° giorno) dopo un'ulteriore escursione mattutina nella foresta di Ruhija, ci muoveremo alla volta dell'ultima destinazione del tour, il Mgahinga Gorilla National Park, dove pernotteremo due notti all'Amajambere Iwacu Camp. Il Mgahinga Gorilla National Park è il più piccolo parco nazionale dell'Uganda, ma probabilmente il più bello dal punto di vista dello scenario naturale. E' situato nell'angolo sud-occidentale del paese, ai confini con il Rwanda e la Repubblica Democratica del Congo, e comprende i versanti settentrionali dei tre vulcani spenti di Mgahinga, Muhavura e Sabinyo. Il 75% del parco è ricoperto dalla lussurreggiante foresta afromontana e, alle quote più elevate (il territorio del parco va dai 2280 ai 4127 metri slm) da torbiere d'altura drappeggiate da splendide lobelie. Dal punto di vista ornitologico, ospita la quasi totalità delle specie endemiche del Rift Albertino ugandese, e sono presenti inoltre specie tipiche degli habitat d'alta quota. Durante il percorso ci fermeremo in una palude bordata da papiri dove cercheremo il Canapino dei papiri (in realtà la specie è Calamonastides, ma la più recente revisione tassonomica l'ha piazzata molto vicino ai nostri canapini Hippolais e Iduna).

12° giorno)
esploreremo tutti gli ambienti del parco, rimanendo incantati dalla bellezza del paesaggio. Un'endemismo albertino che non avremo ancora visto, poichè preferisce altitudini più elevate, è lo spettacolare Turaco del Ruwenzori con il quale fa il paio, per bellezza, la Nettarinia duecollari del Ruwenzori. Avremo ottime chances di vedere qualche endemismo sfuggitoci nelle giornate precedenti, e potremo aggiungere nuove specie alla nostra lista, come ad esempio: Tortora fosca, Apalis golacastana, Cisticola di Chubb, Luì bruno, Garrulo di collina africano (la sottospecie dell'Uganda occidentale sta per diventare specie buona con il nome di Garrulo di collina del Ruwenzori; inoltre bisogna notare che nell'ultima revisione di Clements, agosto 2013, il nome scientifico è stato cambiato da Pseudoalcippe a Sylvia: è praticamente una Capinera, e probabilmente la chiameremo Capinera africana!), Luì bruno, Pettirosso stellato, Cossifa del Capo, Cossifa caponiveo, Nettarinia malachite, Nettarinia ciuffirossi, Estrilda di Kandt. Il parco è anche frequentato da qualche specie di mammifero, come il Cercopiteco nasobianco e il Cercopiteco dorato

13° giorno) torneremo oggi a Kampala. Sarà un lungo viaggio, ma lo interromperemo spesso per il birdwatching. Sono previste almeno due soste in aree umide dove potremo effettuare facili osservazioni, ma, compatibilmente con i tempi di percorrenza, ci fermeremo ad ogni occasione interessante. Pernottamento in un hotel nella parte nord-orientale della capitale, in posizione strategica per l'escursione del giorno successivo

 

 



Il Francolino magnifico, qui in alto (© Mickey Samuni-Blank Creative Commons 3.0 Unported) proprio magnifico non è; il suo interesse gli deriva dll'essere un endemismo del Rift Albertino. Avremo ottime probabilità di vederlo tra Buhoma e Ruhija, dove spesso attraversa la strada principale.

Ben più bello è l'uccello qui sotto, la, di nome e di fatto, Nettarina regale, una delle sei specie di nettarinie endemiche del Rift Albertino (ma solo tre vivono in Uganda). Vedremo questa, e le altre due specie endemiche, a Ruhija (© Aviceda Creative Commons 3.0 Unported)




14° giorno) il volo per Amsterdam partirà in tarda serata così avremo tempo a disposizione per la visita alla foresta di Mabira, situata a circa 50 km dalla capitale. Partiremo di primissimo mattino per avere le migliori chances di vedere nuove specie. La riserva di Mabira Forest protegge la più vasta area di foresta umida semi-decidua dell'Uganda centrale. La posizione geografica, l'altitudine e il tipo di habitat rende conto della grande diversità dell'avifauna rispetto alle foreste di altura del Rift Albertino; quindi, con fortuna, potremmo aggiungere alla nostra checklist diverse decine di specie. L'elenco che segue serva solo da campione: Francolino di foresta, Francolino di Nahan, Codapiuma macchiebianche, Upupa boschereccia di foresta, Bucero bianconero africano, Piccione afep, Picchio guancebrune, Barbettino golagialla, Barbetto beccogiallo, Barbetto pettovilloso, Barbettino marezzato, Pigliamosche averla africano, Beccolungo grigio, Illadopsis pettochiaro, Alete pettobruno, Alete crestarossa, Tordo pigliamosche rossiccio, Occhiocarniccio di Jameson, Averla cuculo golaviola, Pigliamosche crestato testablu, Pigliamosche cincia golagrigia, Storno alicastane, Bulverde indicatore, Bulverde di Toro, Bulverde giocoso, Pettirosso di foresta, Malimbe testarossa. Torneremo ad Entebbe dove avremo a disposizione una stanza per riassettarci; poi cena di addio e trasferimento all'aeroporto. Imbarco sul volo per Amsterdam

15° giorno) arrivo ad Amsterdam. Coincidenza in mattinata per Milano, arrivo e fine del viaggio


La riserva di Mabira protegge la più vasta foresta umida semi-decidua in Uganda. La sua avifauna è ben diversa da quella delle foreste afromontane. Il Pigliamosche azzurro codabianca è uno dei suoi più graziosi abitanti (© Dick Forsman 2012)


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