Marocco. Atlante & Sahara
estensione costa Atlantica

28 aprile - 6 maggio 2018
estensione 7 - 9 maggio 2018

 
Marocco. Costa Atlantica & Atlante Trip Report 2015
Trip Report 2017
Galleria Marocco 2015
Galleria Marocco 2017



Itinerario in breve

1° giorno) volo Milano - Marrakech. Trasferimento a Oukameiden
2° giorno) Oukameiden. Trasferimento a Boumalne du Dades via Tichi-n-Tichka. Ait Ben Haddou. Mansour Eddhabi
3° giorno) Tagdilt Track. Gorges du Dades
4° giorno) Gorges du Todra. Trasferimento a Merzouga
5° giorno) Sahara
6° giorno) trasferimento a Zeida. Birdwatching en route
7° giorno) Zeida
8° giorno) foreste del Medio Atlante e trasferimento a Marrakech
9° giorno) volo Marrakech - Milano

ESTENSIONE COSTA ATLANTICA

9° giorno) trasferimento ad Agadir. Valle del Souss. Tarouddant
10° giorno) Oued Massa e Oued Souss
11° giorno) Oued Tamri e Cap Rhir
12° giorno) volo Agadir - Milano

Mappa interattiva



Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: buoni hotel tre stelle

Difficoltà: nessuna

Bibliografia: Collins Bird Guide, di Svensson & Grant, Harper Collins.

Costo del tour: Euro 1000 (Marrakech/Marrakech)
Costo dell'estensione: su richiesta

Numero massimo di partecipanti: dieci




Il Marocco è terra di splendidi contrasti paesaggistici: il massiccio innevato dell'Alto Atlante, raffigurato nella foto in alto, si eleva a più di quattromila metri (© Levente32, Pubblico Dominio) e dista poche centinaia di chilometri dalle dune dell'erg (il deserto di sabbia) marocchino



Quello con l'Ubara africana a Merzouga sarà uno degli incontri più emozionanti del tour (© Dick Forsman)


Intro

Il Marocco, forse il paese più bello del Nordafrica, risponde in pieno alle fantasie di chi immagina lunghe distese di dune ed antichi villaggi calcinati dal sole. Ma a fianco del deserto e delle oasi, il Marocco offre anche scenari naturali inconsueti per un paese nordafricano: le montagne innevate e le verdi foreste di conifere dell'Atlante tracciano un suggestivo contrasto con le aree desertiche del Paese. Il Marocco ha la più ricca avifauna dell'intero Nordafrica e le sue caratteristiche geografiche assicurano un birdwatching entusiasmante: in poche nazioni è possibile osservare la mattina le evoluzioni di un Gracchio alpino e ammirare in serata un’Allodola di Temminck zampettare sulle dune sabbiose. Questo tour in Marocco vi propone l’esplorazione di due delle regioni più affascinanti dal punto di vista paesaggistico e più ricche di uccelli, le montagne dell'Atlante e il deserto del Sahara. Partiremo dalla città di Marrakech alla volta dell'Atlante, dove, nelle aree intorno alla cittadina di Oukemeiden, cercheremo i due target principali delle alture marocchine, il Picchio di Levaillant, endemico del Maghreb, e il Fringuello alicremisi africano, un Fringillide il cui areale mondiale presenta due popolazioni nettamente distinte dal punto di vista geografico, una in Marocco ed Algeria, l’altra nelle montagne dalla Turchia all’India settentrionale, popolazioni che sono state recentemente elevate a rango di specie (fino a poco tempo fa erano due sottospecie della stessa bestia). A Oukameiden vedremo naturalmente molti altri uccelli, in un birdwatching quasi "europeo", poichè molte specie montane del Maghreb sono uguali alle nostre (anche se i birdwatcher bravi noteranno le caratteristiche delle sottospecie locali, a volte significativamente diverse dalle nostre). Proseguiremo lungo i fianchi sudorientali dell'Atlante, arrivando fino a Boulmane du Dades (non prima di aver esplorato il lago artificiale di Eddhabi e il villaggio di Ait Ben Haddou, inserito dall'UNESCO nella lista dei Patrimonio dell'Umanità). Intorno a Boulmane faremo il nostro primo birdwatching desertico e poi ripartiremo alla volta di Merzouga, una cittadina ai bordi del fantastico Sahara dove avremo quasi due giorni pieni per visitare i tre ambienti caratteristici di questa regione: il deserto sabbioso (erg), il deserto roccioso (hammada) e le oasi. Visiteremo poi la steppa di Zeida, il posto migliore in Marocco (e nel poco resto del mondo dove abita) dove vedere l'Allodola di Dupont, uno dei più "malvagi" uccellini, sempre infrattato tra i cespugli di artemisia, tra i quali preferisce sempre correre come un topo, piuttosto che volare in bella vista; una buona osservazione di questa allodola sarà uno dei più grandi successi del tour. A Zeida avremo anche tempo di inseguire l'Ubara africana, che potremmo aver già visto a Merzouga. Prima di ripartire alla volta di Marrakech esploreremo le foreste del Medio Atlante, frequentate da branchi di chiassosi Macachi e, soprattutto, dalla Balia dell'Atlante, una specie recemtemente splittata dalla Balia nera. Avremo tempo, la sera dell'arrivo a Marrakech o, dipendentemente dall'orario di partenza del volo, la mattina dell'ultimo giorno, di visitare la splendida città imperiale marocchina. Chi non fosse stato mai in Nordafrica potrebbe infilare una sequenza impressionante di lifer del Paleartico Occidentale; lasciamo alla descrizione dettagliata dell’itinerario la lista delle specie potremo vedere durante il viaggio, ma, come aperitivo, vi ricordiamo le specialità del Marocco: Anatra marmorizzata, Casarca eurasiatica, Gufo reale del deserto, Ubara africana, Folaga cornuta, Corrione biondo, Grandule del Senegal, Grandule coronata, Succiacapre isabellino, Lanario, Falco di Barberia, Gruccione guanceblu, Picchio di Levaillant, Allodola di Temminck, Allodola codabarrata, Allodola beccocurvo, Allodola del deserto, Allodola beccogrosso, Cappellaccia del Maghreb, Monachella codabianca, Monachella mesta, Monachella del Maghreb, Monachella del deserto, Silvia del deserto, Silvia di Tristram, Bulbul comune, Codirosso algerino, Cettia inquieta, Fringuello alicremisi africano, Trombettiere, Passera del deserto, Zigolo delle case.
E' possibile effettuare un'estensione sulla costa meridionale atlantica, alla ricerca, soprattutto, del mitico Ibis eremita, ma con la possibilità di vedere altre decine di specie interessanti, tra cui un'altra specie molto importante per i "lister" del Paleartico Occidentale, la Chagra capinera.


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Itinerario dettagliato

1° giorno) volo Milano – Marrakech, dove arriveremo in mattinata. Partiremo immediatamente alla volta di Oukaimeden, una cittadina annidata sull'Alto Atlante, dove pernotteremo. Famosa per le sue piste da sci, Oukaimeden è anche una località celebre tra i birdwatcher per le specie di avifauna montana. In inverno l'area è ricoperta di neve, ma la strada principale è mantenuta sgombra da un efficiente servizio di spazzaneve. Gli uccelli sono meno numerosi che in primavera, ma in compenso spesso si avvicinano molto di più all'agglomerato urbano della stazione sciistica. Subito al di fuori di Marrakech, si estendono valli coltivate, frutteti e oliveti, che ospitano uccelli interessanti, come l'Averla capirossa, il Codirosso algerino (un endemismo del Maghreb) e lo Zigolo nero e, nelle aree più aride, la Passera lagia e lo Zigolo delle case. I due target più importanti delle aree intorno a Oukameiden sono il Picchio di Levaillant (un altro endemismo del Maghreb) e il Fringuello alicremisi; di quest’ultima specie vale la pena ricordare che ha due popolazioni nettamente distinte dal punto di vista geografico, una in Marocco ed Algeria, l’altra nelle montagne dalla Turchia all’India settentrionale, e si intuisce che presto le due sottospecie saranno specie buone. Altre specie che incontreremo sono la Rondine montana, l’Allodola golagialla, il Sordone, il Passero solitario, il Merlo acquaiolo comune, il Gracchio alpino, il Gracchio corallino. Nelle foreste che tappezzano i versanti settentrionali delle montagne ci parrà, a giudicare dall’avifauna, di essere in un bosco europeo; nelle distese di lecci e ginepri svolazzano Colombacci comuni, Sterpazzoline, Occhiocotti, Tordele (ssp deichleiri), Fiorrancini (ssp balearicus), Cince more (ssp atlas), Cinciallegre (ssp excelsus), Rampichini comuni (ssp mauritanica), Ghiandaie eurasiatiche (ssp minor), Fringuelli comuni (ssp africana) Fanelli eurasiatici (sspmediterranea), Frosoni (ssp buryi), Crocieri comuni (ssp poliogyna). Avremo molte chances di vedere interessanti rapaci: tutta la vasta selezione dei rapaci montani è presente in questa regione, incluse chicche quali il Gipeto, l'Aquila di Bonelli e la Poiana codabianca.

2° giorno) oggi partiremo all'alba per raggiungere Boulmane di Dades, attraverso il "gran premio della montagna" del viaggio, i 2260 metri del passo Tizi-n-Tichka, che scavalca le montagne dell'Alto Atlante collegando le aree desertiche del sud al nord del paese. Se avremo un pò di tempo, ci fermeremo a dare un'occhiata al meraviglioso villaggio di Ait Benhaddou, patrimonio dell’umanità dell’UNESCO: appoggiato su di una collina di arenaria rosata, il villaggio è stato spesso usato come set cinematografico. Le bellissime torri merlate sono decorate con archi ciechi e disegni geometrici, che creano suggestivi giochi di luci e ombre. Nei pressi di Ouarzazate ci fermeremo al lago artificiale di Mansour Eddahbi, dove potremo vedere un gran numero di uccelli acquatici e aggiungeremo le prime specie di uccelli acquatici alla nostra trip list. Il barrage è uno delle aree più ricche di Anatidi, limicoli e Ardeididi tutto il Marocco, sia in inverno che durante le migrazioni. Tra sterne e gabbiani sono state segnalate qui 14 specie, alcune regolari, altre rare, come il Gabbianello, la Sterna artica e il Mignattino alibianche. Speriamo, come in ogni altra area del nostro viaggio, di incontrare qualche rarità, come quelle che regolarmente (mi si perdoni l’ossimoro) sono state osservate qui: Pellicano bianco, Astore cantante scuro, Gambecchio frullino. Vedremo invece con certezza la Casarca eurasiatica, l'Anatra marmorizzata e la Folaga cornuta. Il barrage è anche una delle migliori aree in Marocco per osservare il Falco di Barberia. Le aree aride intorno al barrage ospitano moltissime Cappellacce comuni (la locale sottospecie è considerata da molti autori specie buona, la cosiddetta Cappellaccia beccolungo, e sarà necessaria molta attenzione per identificarla rispetto all'altrettanto comune Cappellaccia di Thekla) e ci fermeremo in un posto sove la nostra guida locale ci farà vedere la bellissima Silvia di Tristram, un misto di Sterpazzolina e Magnanina, endemica del Maghreb. Man mano che ci spingeremo verso est, noteremo come l'avifauna dei versanti sudorientali dell''Atlante cambi in modo drastico con la comparsa di, insieme a molte altre specie, Calandri comuni, Monachelle nere, Passere lagie e Zigoli muciatti. Pernotteremo due notti a Boulmane du Dades.

3° giorno) effettueremo oggi un'escursione lungo il Tagdilt Track, una delle aree più famose per il birdwatching in Marocco. Questa fama è meritata se si pensa che qui potremo vedere gran parte delle specie tipiche del Nordafrica. Chi non è mai stato in Nordafrica potrà infilare oggi una ventina di lifers, tra cui: Corrione biondo, Monachella del Maghreb, Monachella del deserto, Monachella capobianco, Trombettiere, Allodola beccocurvo, Allodola di Temminck, Allodola beccogrosso, Cettia inquieta. Visiteremo le spettacolari Gole del Dades, tappezzate da frutteti (mandorli, fichi, melograni, palme da dattero) e punteggiati da graziosissimi villaggi e kasbah di terracotta. Avremo probabilmente già visto molte delle specie di oggi, ma qualche novità è sempre possibile; come il “banale” Piccione selvatico, qui autenticamente selvatico, la Rondine montana, la Ballerina gialla, il Verzellino comune. Potremo vedere, comunque, specie molto più interessanti, come l’Allodola del deserto (nonostante il nome, questa specie si spinge fino a 2.200 metri di altitudine), la bellissima Silvia di Tristram, un misto di Sterpazzolina e Magnanina, endemica del Nordafrica. Molti rapaci frequentano le gole e avremo ottime opportunità di vedere il Falco pellegrino (la sottospecie africana minor, diffusa da qui a tutta l’Africa subsahariana), il Lanario, l’Aquila di Bonelli, la Poiana codabianca; anche qui potremmo incontrare il Gipeto, ma anche qui è estremamente raro. Uno dei pezzi forti della giornata odierna, e di tutto il tour, è la ricerca (e con Brahim come guida, ogni ricerca finisce inevitabilmente con la scoperta) del Gufo reale del deserto (negli ultimi due Ornitour in Marocco ne abbiamo visti ben quattro, in quattro località diverse).

4° giorno) raggiungeremo oggi il fantastico Sahara, dove pernotteremo due notti a Merzouga. Lungo il percorso ci fermeremo tutte le volte che vedremo svolazzare qualche uccelletto, soprattutto lungo gli wadi, uno dei migliori ambienti per gli uccelli. Arriveremo a Merzouga verso sera, in tempo per fare un’escursione alla ricerca del Gufo reale del deserto; questa specie, apprezzabilmente più piccola e dal piumaggio più chiaro del Gufo reale eurasiatico, e di esso sottospecie, è stata recentemente considerata specie buona. Con fortuna potremmo vedere, durante la nostra escursione crepuscolare, anche la Grandule coronata e la Grandule del Senegal.

5° e 6° giorno)
a Merzouga troveremo i paesaggi che tanti film sul Sahara ci hanno fatto conoscere: le dune arrossate dal sole del tramonto, le oasi, i villaggi di un bianco abbagliante, il sole che dardeggia nel cielo. Questo statico e un pò retorico scenario è popolato da una serie di uccelli estremamente interessanti. Prima di descrivere le meraviglie alate che potremo vedere oggi, ricordiamo che per l’accompagnatrice al seguito del birdwatcher fondamentalista, sono possibili escursioni nel deserto a dorso di dromedario o in jeep, il relax in piscina, un’escursione al palmeto di Tafilalt o alle cittadine di Erfoud e Rissani. Per i birdwatcher sarà una festa, poiché ai confini del Sahara marocchino sarà possibile vedere alcune tra le specie più rare e localizzate dell’intero Paleartico Occidentale. Tre sono gli ambienti tipici di questa regione: il deserto sabbioso (erg), il deserto roccioso (hammada) e i palmizi con le loro sorgenti; ognuno di questi habitat ha la sua avifauna caratteristica. Una delle specie più localizzate in Nordafrica è la Passera del deserto, che nelle oasi intorno a Merzouga è discretamente comune, così come lo è il Corvo imperiale collobruno, che è addirittura cospicuamente aumentato di numero negli ultimi anni. Due rarissime otarde frequentano le aree desertiche intorno a Merzouga: sarà sicuramente possibile, se non facile (la nostra guida locale sa dove cercare le rarità del posto), vedere l’Ubara africana (l’epiteto geografico è necessario perché recentemente le due popolazioni di ubara, nordafricana e mediorientale, sono state considerate specie buone, con le popolazioni mediorientali ora chiamate Ubara di Macqueen); molto difficile, se non impossibile, sarà invece l’incontro con l’Otarda d’Arabia, nidificante fino a pochi decenni fa, ma oggi praticamente scomparsa, con un pugno di singole osservazioni negli ultimi anni. Il deserto sabbioso ospita poche specie nidificanti, ma tutte di classe: l’Allodola codabarrata, l’Allodola beccocurvo, la graziosissima Allodola di Temminck, il Garrulo fulvo e la Silvia nana (il più appropriato nome Silvia del deserto è rimasto appannaggio delle popolazioni asiatiche di quella che una volta era considerata una specie unica). Un poco più abitato è il deserto roccioso, con uccelli anch’essi molto interessanti: Corrione biondo, Occhione eurasiatico, Allodola beccogrosso, Cettia inquieta, Monachella capobianco, Monachella del deserto, Monachella del Maghreb, Monachella nera, Sterpazzola di Sardegna, Trombettiere, Zigolo delle case. Nelle oasi vedremo, tra le altre specie, Pernici sarde, Gallinelle d’acqua, Ballerine bianche (la distintiva sottospecie subpersonata), Usignoli di fiume, Canapini pallidi occidentali; a proposito di quest’ultima specie, sarà necessario controllarne con attenzione tutti gli individui, perché nel sud del Marocco è presente, sia in migrazione che come nidificante, anche il Canapino pallido orientale, che qui raggiunge l’estremo occidentale del suo areale; le differenze sono facili da elencare (becco più sottile, piumaggio più grigiastro), ma sul campo immagino che le cose saranno un po’ diverse. Qualora il laghetto vicino a Merzouga, il Dayet Merzouga, abbia ancora acqua, potremo vedere un grande numero di uccelli: Fenicotteri maggiori, Mignattai, Canapiglie, Alzavole comuni, Germani reali, Codoni comuni, Pernici di mare comuni, Avocette comuni, Cavalieri d’Italia, Corrieri piccoli, Corrieri grossi, Piovanelli tridattili, Piovanelli pancianera, Piovanelli maggiori, Pittime reali, Pittime minori, Combattenti, Totani mori, Pantane eurasiatiche, Pettegole, Gambecchi e Gambecchi nani. Niente di eccezionale, in quanto a rarità, ma lo spettacolo di un tal numero di uccelli acquatici in pieno deserto ha la sua suggestione! Per quanto attiene alle altre classi di animali, potremmo vedere, con fortuna (e ne servirà molta) la Gazzella dorcade ed il graziosissimo Fennec. Tra i rettili, in genere negletti persino dai naturalisti, potremmo vedere qualche bella specie di agama. Il pomeriggio del sesto giorno partiremo alla volta di Zeida, dove cercheremo l'ultima specie di alldola, l'unica che dovrebbe ancora mancarci, la difficilissima Allodola di Dupont. Pernotteremo due notti a Zeida.

7° giorno)
sveglia all’alba alla ricerca di uno dei più malvagi uccelli del Paleartico Occidentale, l’Allodola di Dupont. La sterminata distesa di “tussock”, radi ciuffi d’erba su un terreno stepposo, è l’habitat preferito di questa allodola che ha la prerogativa di non farsi vedere; corre come un topo tra l’erba alta, magari canta a squarciagola (il canto è bellissimo) ma sembra che sia un suo preciso impegno quello di non farsi vedere dai birdwatcher che la inseguono. L’unica chance è quella di localizzare la provenienza del canto e di inquadrare l’area da cui esso proviene e se ci andrà bene (e lo farà) vedremo la bestiola in canto sulla cima di un cespuglietto. Dopo l'escursione per l'Allodola di Dupont, effettueremo una girovagata nelle aree intorno a Zeida, alla ricerca dell'Ubara africana (qualora non l'avessimo già vista a Merzouga): questo maestoso uccello è sempre più raro e i pochi individui presenti nel deserto marocchino sono seriamente minacciati; ma non dai suoi predatori naturali, bensì da quelli innaturali, e cioé gli emiri del Golfo che si "divertono" a cacciare le otarde con i iloro preparatissimi e aggressivi falchi, allevati alla bisogna nelle terre della Penisola Arabica.

8° giorno) esploreremo oggi le magnifiche foreste del Medio Atlante, dove il nostro target principale sarà la Balia dell'Atlante, una balia recentemente splittata dalla Balia nera. Migratrice intrafricana, in questo periodo dell'anno dovrebbe essere già arrivata nei suoi terriori di nidificazione marocchini. Oltre alla balia, potremo vedere numerosi piccoli Passeriformi, delle varie sottospecie nordafricane. Il nostro pranzo picnic, consumato in un area picni della regione avrà come interessati spettatori le famiglie di Macachi, l'unica scimmia del Paleartico Occidentale, che aspettano i nostri avanzi. Nel pomeriggio raggiungeremo una cittadina le torri, le mura e i gIardini della quale ospitano colonie di Rondoni pallidi, Grillai, Storni neri, Cicogne bianche e Aironi guardabuoi. Sulle mura potremo vedere anche Passeri solitari e Monachelle nere. Torneremo poi a Marrakech, con ancora un pò di birdwatching lungo il percorso. Arriveremo in tempo per visitare il cuore pulsante della città, l’incredibile piazza Djama’a-al-Fana: venditori di spezie, improbabili "dentisti" che espongono in bella mostra una serie completa di denti da vendere al migliore offerente, incantatori di serpenti, commercianti, acrobati, in un intrico di uomini e cose davvero indimenticabile.

9° giorno) trasferimento all'aeroporto e imbarco sul volo per Milano. Arrivo a Milano e fine del viaggio.

Estensione alla costa di Agadir


9° giorno) partiremo all'alba per raggiungere la città costiera di Agadir, attraverso un paesaggio steppico, interrotto dai corsi asciutti degli wadi, la cui vegetazione ospita uccelli interessanti. Nonostante l’originale habitat sia stato quasi completamente trasformato in coltivi e frutteti, rimangono buoni appezzamenti di foresta di argan, l’habitat più interessante della regione. L’argan (Argania spinosa) è una specie di albero endemico del Nordafrica; oltre che qui, nella valle del Souss, si trova solo nella regione algerina di Tindouf. L’argan, dal tronco e rami spinosi, ricorda vagamente un’acacia: vedere un Astore cantante scuro appollaiato su un suo ramo ricorderà da vicino una tipica immagine dell’Africa subsahariana. Il più importante target di oggi è infatti questo grosso ed elegante Accipitridae, molto comune sotto il Sahara, ma confinato, nel Paleartico Occidentale, a quest’area del Marocco. L’Astore cantante scuro (la caratterizzazione cromatica è necessaria perché in Africa esiste un’altra specie di astore cantante, praticamente identica, ma dal piumaggio nettamente più pallido) assomiglia vagamente ad un’albanella, così bianca, grigia e nera come è, e inoltre anche il volo, basso sul terreno e con le ali a V, ricorda il genere Circus. L’altro ricercato speciale di oggi è l’Aquila rapace, anch’essa tipica dell’Africa a sud del deserto: in Africa l’identificazione di quest’aquila “bruna” simpatrica con l’Aquila di Wahlberg, l’Aquila delle steppe, l’Aquila imperiale e l’Aquila reale non è affar da poco; qui in Marocco non ci sono possibilità di errori, il problema sarà vederla! Nell’attesa di incrociare i due rapaci principali, potremmo sempre lustrarci gli occhi con gli altri uccelli da preda di quest’area: Aquila minore, Aquila di Bonelli (rara), Poiana codabianca, Gheppio comune, Lanario, Falco di Barberia. E sono numerose anche altre specie di uccelli terragnoli come la Pernice sarda, l’Upupa eurasiatica, la Ghiandaia marina eurasiatica, il Gruccione europeo e l’occasionale Gruccione guanceblu, l’Occhiocotto, la Monachella piangente, il Codirosso comune, il Passero solitario, la Cettia inquieta. Essendo la piana del Souss l’area semidesertica più a sud del nostro viaggio, abbiamo la speranza di vedere qui una piccola e graziosa allodola che, anch’essa tipica delle aree semidesertiche subsahariane, ha nel Marocco meridionale l’unica sua area di nidificazione del Paleartico Occidentale, l’Allodola passerina capinera. Dedicheremo un po’ di tempo anche alla città di Taroudannt; circondata da possenti bastioni color ocra, Taroudannt conserva tutto il fascino di un’antica città fortificata marocchina. Il mercato berbero, il suk e i bastioni sono le attrattive principali della città. In serata raggiungeremo Agadir, dove pernotteremo tre notti.

10° giorno) visiteremo oggi due delle aree umide più famose della costa marocchina, lo Oued Massa e lo Oued Souss. Lo Oued Massa è una delle aree più ricche di vita animale dell’intero Marocco. In ogni periodo dell’anno questo piccolo estuario è pieno di gabbiani, limicoli, aironi e sterne. A completare l’interesse ornitologico di questa zona umida, la parte più interna dell’estuario è ricoperta da canne ed arbusti, realizzandosi così una grande varietà di ambienti. La regione è protetta a parco nazionale e più di 270 specie di uccelli, di cui 90 nidificanti, sono state censite entro i suoi confini. Inizieremo con l’esplorazione della foce dello Oued Massa, dove, al mattino presto, Ganghe e Granduli mediterranee scendono a bere alle pozze di acqua dolce retrodunali. Gli ambienti umidi pullulano di Aironi cenerini, Aironi rossi, Garzette comuni, Spatole eurasiatiche, Mignattai (a volte accompagnati da qualche Ibis eremita), Tarabusini comuni, Tarabusi eurasiatici (soprattutto in inverno, rari in migrazione), Cicogne bianche e, occasionalmente, Cicogne nere, Voltolini, Schiribille eurasiatiche e grigiate, Beccaccini comuni e occasionalmente Frullini e Croccoloni, Beccacce di mare eurasiatiche, Piovanelli pancianera, comuni e maggiori, Fratini, Corrieri piccoli e grossi, tutte le specie comuni di Tringa (solo l’Albastrello è raro), Voltapietre, Pivieresse, Pivieri tortolini (raramente). E poi quasi tutte le specie di gabbiani e sterne già citate fino ad ora, con l’aggiunta del Gabbiano roseo. Oltre alle specie di anatre più comuni, potremmo vedere l’Anatra marmorizzata. Nelle aree di boscaglia, steppa e canneti vedremo molte specie, di cui citiamo solo quelle non ancora elencate nell’itinerario, e che probabilmente, essendo comuni, avremo già visto negli habitat adatti esplorati fino a qui:  Civetta comune, Tortora delle palme, Taccola, Luì grosso, Luì piccolo, Luì verde, Capinera, Sterpazzola comune, Occhiocotto, Magnanina comune, Cannaiola eurasiatica, Forapaglie, Forapaglie castagnolo, Forapaglie macchiettato (raro), Stiaccino, Pispola comune, Prispolone eurasiatico. Allo Oued Massa avremo ottime possibilità di vedere anche due animaletti molto comuni a sud del Sahara, ma confinati al Marocco nel Paleartico Occidentale, il Topino golabruna e la Chagra capinera, una gioia per il lister del WP. Lo Oued Souss è un'eccellente area per il Fenicottero maggiore, l'Occhione e una pletora di limicoli, gabbiani e sterne. Il gabbiano più illustre è il Gabbiano corso, che sosta in gran numero sulle rive del fiume, ma avremo anche ottime opportunità di testare le nostre capacità identificative su gabbiani giovani e immaturi; non sarà facile distinguere Gabbiani zampegialle e Zafferani di due sottospecie

11° giorno) ci aspetta oggi una delle giornate più emozionanti del tour. Inizieremo con l'esplorazione dell’estuario del Tamri, situato a circa 60 km a nord di Agadir. Questa regione è la più importante del Marocco per una specie ormai minacciata di estinzione, l’Ibis eremita. Bruttissimo secondo i classici canoni di bellezza, ma affascinante dal punto di vista biologico, questo grinzoso ibis, di cui si stimano ormai solo 102 coppie (anche se al termine della stagione riproduttiva, gli individui possono raggiungere il numero di 500), è confinato ormai all’Atlante marocchino, in due colonie, una nel parco nazionale di Souss-Massa, e una nella regione di Tamri. In realtà esiste un’altra popolazione in Medio Oriente; fino a pochi decenni fa la specie era relativamente comune a Birecik, in Turchia, dove oggi è presente solo una piccola popolazione semiselvatica, ma nel 2002 è stata scoperta una microscopica (due coppie!) colonia a Palmyra, in Siria. Chissà quali sono state le cause del declino dell’Ibis eremita, fino a tre secoli fa comunissimo in Nordafrica, Medio Oriente e persino in Europa, dove nidificava, ad esempio, sui tetti delle case di Vienna! Avremo l’opportunità di vedere questo quasi mitico animale nelle aree steppose intorno allo Oued Tamri. A far da ancelle all’Ibis eremita, decine di altre specie; l’estuario del Tamri e il vicino Cap Rhir sono ottimi punti di seawatching per gli uccelli marini che migrano verso nord: Sule settentrionali, Stercorari mezzani, Orchetti marini, Labbi, Gabbiani comuni, Gabbiani zampegialle, Zafferani, Beccapesci, Sterne comuni, Sterne artiche (rare). Le scogliere ospitano la colonia più meridionale del Paleartico Occidentale del Marangone dal ciuffo (ssp riggenbachi), e i genitori marangoni sono sempre in apprensione a causa dei voraci Falchi pellegrini, Lanari e Corvi imperiali comuni che volano sui nidi. Nelle zone steppose vedremo numerosi Passeriformi, sia quelli nidificanti che quelli ancora sulla via del ritorno in Europa: Cappellacce di Tekhla, Usignoli d’Africa, Monachelle comuni, Sterpazzole di Sardegna, Bigie grosse occidentali, Averle meridionali, Averle capirosse, Chagre capinere, Codirossi algerini. Durante il seawatching a Cap Rhir potremo vedere anche qualche cetaceo, come l’Orca, la Balenottera boreale, il Tursiope e il Delfino comune.

12° giorno) dipendentemente dall'orario di partenza del volo che ci riporterà in Italia, avremo il tempo di sbinocolare un poco e di riposarci sui bordi della piscina dell'hotel. Trasferimento all'aeroporto di Agadir e imbarco sul volo per Milano. Arrivo a Milano e fine del viaggio.


Il Bulbul comune è una dell specie transfrontaliere dall'Africa subsahariana; anche in Marocco l'epiteto comune è valido perchè la bestiola frequenta anche parchi e giardini cittadini (© Mauro Bailo)




La Cappellaccia comune è, appunto, comune in tutto il Marocco; quella illustrata nella foto potrebbe essere una delle sottospecie del Maghreb nordoccidentale, che molti Autori considerano specie buona e a cui potremmo attribuire il nome di Cappellaccia del Maghreb (© Mauro Bailo)




Il Picchio di Levaillant, molto simile ai nostri Picchio verde e Picchio cenerino, è l'altro endemismo del Maghreb. Un pò più difficile da vedere del Codirosso algerino, forse ci farà un pò penare, ma riusciremo a vederlo bene a Oukameiden (© Darked, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




L'Allodola del deserto ha usurpato il suo toponimo, poichè tra i suoi habitat ci sono anche le montagne fino a duemila metri. Questo individuo, ad esempio, è stato fotografato alle falde del passo Tizi-n-Tichka, a due passi dalle foreste di conifere (© Mauro Bailo)




L'Allodola golagialla è in Marocco una specie d'alta montagna e sarà una delle nostre ricerche prioritarie sul passo Tizi-n-Tichka (© Silvana Pietta)




Questa arcigna Allodola beccogrosso è una delle allodole più difficili dell'intero Nordafrica (© Dick Forsman 2012)




La Monachella del deserto è una delle specie di Oenanthe del Paleartico Occidentale, presente sia in Nordafrica che nel Vicino Oriente. Grazie alla nostra guida dovremmo riuscire a vedere tutte le specie di monachelle del Marocco (© Ennio Bezzone)




Il Garrulo fulvo è abbastanza comune a Merzouga, dove lo vedremo saltellare, di solito in chiassose truppe di diversi individui, nelle aree steppose ai margini delle oasi (© Mauro Bailo)




Il Codirosso algerino è uno dei due endemismi del Maghreb (e più correttamente dovrebbe essere chiamato Codirosso del Maghreb, o con il suo eponimo, Codirosso di Moussier). Saremo accompagnati da questo magnifico uccelletto lungo tutto il tour, poichè è comune in tutti gli ambienti aperti del Marocco (© Danilo Lombardi)




Lo Zigolo delle case non potrebbe avere nome più appropriato; qui è stato rotratto su una delle antenne televisive di Marrakech (© Mauro Bailo)




Il bellissimo Gruccione guanceblu è un migratore transahariano e all'epoca del nostro viaggio sarà già arrivato in Marocco (© Dick Forsman 2012)




La Chagra capinera è una delle cinque specie tipiche dell'Africa Subsahariana che sconfinano nel Paleartico Occidentale. Non dovrebbe essere difficile vederla nell'estensione lungo la costa atlantica(© Lip Kee Yap, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)




In primavera non è difficile identificare la Folaga cornuta, in virtù dei due tubercoli rossi che porta sulla fronte, ma in inverno è necessario valutare altre caratteristiche più fini. Vedremo questa interessante specie sui laghi del Medio Atlante (© Mauro Bailo)




La steppa di artemisia intorno alla cittadina di Zeida è il posto più sicuro in Marocco per vedere la rara ed elusiva Allodola di Dupont (© Mauro Bailo)




Il magico deserto del Sahara non è mai letteralmente deserto; anche nelle aree più "desertiche" c'è sempre vita, non fosse altro quella di piccoli rettili e insetti. A Merzouga, tra le celebri dune più alte del Marocco, vedremo molte delle specie target di questo tour (© Mauro Bailo)




Il Macaco di Barberia è l'unica scimmia del Marocco; la piccola popolazione di Gibilterra, in Europa, appartiene a questa specie. Avremo buone opportunità di vedere il grazioso primate nelle foreste del Medio Atlante (© Karyn Sig, Creative Commons Attribution 2.0 Generic)


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