Varangerfjord 2018 Galleria Varangerfjord 2016
Galleria Varangerfjord 2017
Trip Report marzo 2017
Varangerfjord 2016 Trip Report
19 - 26 marzo 2016

partecipanti al tour: Mauro Bailo, Lionella Bracelli, Enrico Bresciani, Stefania Capelli, Massimo Castrini, Paolo Faifer, Giorgio Feroldi, Arturo Gargioni, Carla Guarnieri,
Massimo Marcone, Giorgio Mutti, Stefano Mutti, Silvio Sommazzi


Credits immagini slideshow: Re degli edredoni, Ghiandaia siberiana (© Paolo Faifer), Ciuffolotto delle pinete, Aurora Boreale (© Massimo Castrini), Morette codone, Vardo, Paesaggio innevato (© Giorgio Mutti), Renna, Aquila di mare (© Stefania Capelli)

Itinerario

1° giorno) volo Milano - Helsinki
2° giorno) volo Helsinki - Ivalo e trasferimento a Kaamanen. Pernottamento Neljan Tuulen Tupa
3° giorno) taiga di Kaamanen. Trasferimento a Vadso. Pernottamento Scandic Vadso
4° giorno) Varangerfjord. Gita in battello a Hornoya. Pernottamento Scandic Vadso
5° giorno) trasferimento a Kongsfjord. Pernottamento Kongsfjord Gjesthouse
6° giorno) Berlevag. Pernottamento Kongsfjord Gjesthouse
7° giorno) trasferimento a Ivalo. Imbarco sul volo per Helsinki
8° giorno) volo Helsinki - Milano

Report

Il viaggio al Varangerfjord è venuto, e se n'è andato, come viene, e se ne va, il fischio di un treno.

Si sente da molto lontano, ci dà il tempo di immaginare la lucente littorina che lo getta  nel cielo, e quando lo abbiamo a pochi passi, fortissimo ed acuto, sparisce in un istante.

Effetto Doppler, si chiama. Fuor di scienza, e dentro metafora, abbiamo iniziato a immaginare la nostra vacanza in Norvegia mesi e mesi prima che si realizzasse, abbiamo avuto il tempo di fantasticare sugli uccelli che avremmo potuto vedere, di sognare anatre supercolorate e sciami di uccelli marini grandi quanto quelli di bibliche locuste; abbiamo avuto tempo di paventare climi da quarantasottozero, di attrezzarsi alla bisogna con pellegrinaggi ai decathlon di competenza. E poi è arrivato il momento della partenza, ed eccoci lassù, dove  i sogni e le speranze si sono distillati in un pugno di magnifiche, glaciali e irripetibili ore.

Per motivi meramente economici abbiamo preso un volo serale che ci ha costretto a pernottare nell’aeroporto di Helsinki, un lindo e supermoderno edificio memorabile solo per le peggiori patatine fritte che abbia mai mangiato in vita mia. La coincidenza per Ivalo partiva in perfetto orario e ciò che vedevo stendersi sotto la pancia metallica dell’aereo lasciava presagire dove e come avremmo fatto di lì a poco birdwatching: vedevo infatti solo neve e ghiaccio, intuivo i contorni di laghi e il corso serpiginoso dei fiumi, ma tutto era sepolto in un mare di bianco.

Per la prima volta in vita mia sono atterrato in un aeroporto senza uccelli; il gioco della “prima specie del tour” è rimasto senza soluzione fino a quando, una mezz’ora, dopo abbiamo incrociato una Gazza comune che sfarfalleggiava sulla taiga innevata. Strana bestia per il Grande Nord, ma così è stato.

Kaamanen, la prima tappa del viaggio, è stata raggiunta in poco più di un’ora e, tempo di sbarcare i bagagli, la truppa era assiepata nel giardino dietro l’hotel, un lodge giustamente celebre tra i birdwatcher e, soprattutto, i fotocacciatori, per le mangiatoie sistemate dai proprietari nel bosco retrostante. Si potrebbe discettare sulla non completa genuinità delle foto scattate ad uccelli attratti artificiosamente  con gomitoli di semi e palle di sugna, ma le foto ottenute si sono rivelate splendide. Il Ciuffolotto delle pinete è un animale molto schivo durante la stagione riproduttiva, ma in inverno apprezza assai i banchetti imbanditigli dagli umani e una decina di essi svolazzavano freneticamente, lampi di carminio, dai rami alle tavole, e i fotografi hanno avuto tempo di scegliere con calma lo scatto migliore, quello più naturale, senza traccia dell’interferenza umana. Al Neljan Tuulen Tupa abbiamo visto anche Ghiandaie siberiane, Cince siberiane, Cince alpestri, Cinciallegre, Organetti artici, Ciuffolotto eurasiatici e Verdoni europei. Animali di altra classe (zoologicamente parlando) sono state un simpatico Scoiattolo rosso e una paciosa Renna che attraversava tranquillamente il bosco.

La sera chi di noi ha dimostrato la migliore tolleranza al freddo è stato ricompensato dal bagliore smeraldo dell’Aurora Boreale.



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La mattina successiva siamo partiti per il Varangerfjord, lasciandoci definitivamente alle spalle l’unico fazzoletto di taiga esplorata durante l’intero viaggio. Da qui innanzi solo tundra, solo neve , solo rocce. E il mare, naturalmente. La suggestione della tundra innevata è difficilmente rendibile a parole, ma forse le fotografie della galleria possono aiutare. E i giorni passati ad esplorare le coste del Varangerfjord possono essere considerati un’altra metafora della vita: oggi una luminosa giornata graziata da un sole scintillante e domani una vorticosa tormenta, con la neve sottile e dura come sabbia che colpsce dolorosa la poca pelle nuda che trova a disposizione.

Avremmo pernottato due notti a Vadso, cittadina a metà del Varangerfjord e poco prima di arrivare a destinazione abbiamo visto un branco di un centinaio di Pernici bianche nordiche e, finalmente (sic!) un bel po’ di Passere oltremontane, insieme a Gazze comuni e Cornacchie grigie, tanto per citare due dei Corvidi più rari del mondo. Le coste e le acque aperte del Varanger ci hanno offerto poi le prime specialità marine, in un turbinio di branchi e stormi affaccendati a cercar da mangiare, chiassosamente litigiosi: Piovanelli violetti (l’unico limicolo del tour), Gabbiani nordici, Zafferani, Mugnaiacci, Gabbiani glauchi, Gabbiani tridattili, qualche Uria nera, Cormorani comuni, un’eccezionale prolusione alle magnificenze del giorno dopo.

Che il giorno dopo si sono presentate in forme e colori di Edredoni comuni, Edredoni di Steller, Re degli edredoni e Morette codone (l’unica anatra più bella in inverno che in estate).

Uno dei pezzi forti più attesi era la gita all’isolotto di Hornoya, un quartiere residenziale di urie, gabbiani e marangoni. Hornoya è probabilmente più bella d’estate, quando tutti gli appartamenti sulla scogliera sono occupati da migliaia di uccelli nidificanti e la tundra è trapuntata di fiori artici, ma l’esperienza che abbiamo vissuto è stata comunque memorabile: nei disegni imperscrutabili del buon dio c’era scritto che al nostro arrivo sullo scoglio si dovesse scatenare una tempesta; e così abbiamo camminato sulla neve alta, nella neve che mulinava e ci siamo dati da fare a sbinocolare sui grandi stormi di alche che volavano frenetiche e sguazzavano sul mare, incuranti delle temperature polari, e abbiamo visto Urie comuni (quasi tutte della varietà “dalle redini”), Gazze marine comuni, Urie di Brünnich, Pulcinella di mare, Marangoni dal ciuffo. E’ stata dura ma dopo un po’ le nubi si sono aperte, la neve si è posata e, come la colomba alla fine del diluvio universale, si è levato alto sulle nostre teste il premio assoluto delle faticosa giornata, il più grande, possente e ambito falco europeo, il Girfalco.



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Da Vadso abbiamo raggiunto Kongsfjord, un villaggio di quattro case a nord-ovest del Varangerfjord, uno degli ultimi avamposti della Norvegia artica, un angolo delizioso.

Il nostro lodge, non meno delizioso, è gestito da una nostra connazionale la quale, salutandoci calorosamente, ci ha dimostrato come tutto sia relativo; in questo caso si parla di freddo e caldo e la foto della galleria la quale la immortala a mezze maniche tra tre orsi impellicciati spiega cosa intendo dire.

Il giorno dopo, l’ultima giornata piena in Norvegia, abbiamo esplorato la regione tra Kongsfjord e Berlevag, ultimo lembo di terra abitata da umani della penisola. Un uccellino lontano, piazzato su un pinnacolo di roccia aumentava rapidamente di dimensioni man mano che ci avvicinavamo e presto ha assunto i contorni e le fattezze di una possente Aquila di mare, che ci ha permesso anche, bontà sua, di scattare ottime fotografie. E poco prima di arrivare a Berlevag abbiamo visto l’animale che ci ha fatto fremere e palpitare più di tutti gli altri; che è stato un non-uccello, una bestia di altra classe (sempre zoologicamente parlando): un cetaceo, una balena, quella che con una definizione alquanto stupida (e non solo in italiano, come spesso accade, ma anche nella lingua ufficiale della scienza, l’inglese) viene caratterizzata dall’epiteto “assassina”. E cosa dovrebbe fare per mangiare, andare a comprare al supermercato la carne di cui si nutre, l’Orca? Quattro pinne nere e triangolari ci hanno fornito, forse (e ci perdoni il dio dei birdwatcher) l’emozione più grande e pura del viaggio.

Il giorno dopo, sulla strada del ritorno, abbiamo visto la penultima specie del viaggio, un interessantissimo Gabbiano d’Islanda, molto, molto meno comune del simile Gabbiano glauco. E il dio dei birdwatcher, che evidentemente ci aveva perdonato l’entusiasmo per l’Orca, ci ha regalato, poco prima che i giochi fossero fatti, il gufo più bello e imprevedibile del Grande Nord; e non uno, né tre, né sette, poiché sono state ben dieci le Ulule che abbiamo visto! E persino il piccolissimo rimpianto di vederle tutte su artefatti umani, piloni elettrici, è stato spazzato via pochi minuti prima di riconsegnare i pulmini: un’arcignissima Ulula piazzata su un abete ha salutato il gruppo, invitandolo, silente, a ritornare; pare che metterà una buona parola con la sua grossa e canuta zia, che si faccia trovare, una buona volta!



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Lista sistematica

Uccelli
Strolaga maggiore Gavia immer Great Northern Loon
Un individuo nelle acque antistanti Vadso

Marangone dal ciuffo
Phalacrocorax aristotelis European Shag
Una cinquantina a Hornoya e un centinaio tra Kongsfjord e Berlevag

Cormorano comune
Phalacrocorax carbo Great Cormorant
Visto lungo tutto il Varangerfjord, con una conta massima di 30 individui a Vardo

Sula settentrionale
Sula bassana Northern Gannet
Una nei pressi di Berlevag

Germano reale
Anas platyrhynchos Mallard
Visto sempre lungo il Varangerfjord, con una conta massima di 20 nelle sue aree occidentali

Re degli edredoni Somateria spectabilis King Eider
Visto più volte ad ovest e est di Vadso; conta massima 100 individui

Edredone comune Somateria mollissima Common Eider
L'anatra più comune; un gruppo di 1000 e più individui a Vadso

Edredone di Steller Polysticta stelleri Steller's Eider
Il gruppo più grosso di 50 individui è stato visto a Vadso, ma abbiamo registrato questa splendida anatra anche a Batsfjord e a Vardo



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Moretta codona Clangula hyemalis Long-tailed Duck
Regolare lungo tutto il fiordo. Conta massima di 50 individui

Orco marino Melanitta fusca Velvet Scoter
Un individuo nella parte più occidentale del Varanger

Smergo minore Mergus serrator Red-breasted Merganser
Regolare lungo tutto il fiordo. Conta massima di 30 individui all'inizio del Varanger

Pernice bianca nordica Lagopus lagopus Willow Ptarmigan
Un gruppo di circa un centinaio lungo la strada da Kaamanen a Vadso. Sei lungo il ritorno da Kongsfjord

Pernice bianca comune Lagopus muta Rock Ptarmigan
Due tra Vadso e Kongsfjord

Uria comune Uria aalge Common Murre
Migliaia (stimate a più di 10.000) a Hornoya

Uria di Brünnnich Uria lomvia Thick-billed Murred
Almeno quattro quelle che siamo riusciti a identificare a Hornoya, ma presumibilmente più numerose

Uria nera Cepphus grylle Black Guillemot

Gazza marina comune Alca torda Razorbill
Una cinquantina a Hornoya

Pulcinella di mare Fratercula arctica Atlantic Puffin
Una cinquantina a Hornoya

Aquila di mare Haliaeetus albicilla White-tailed Eagle
Sette nel tragitto tra Vadso e Berlevag

Piovanello violetto Calidris maritima Purple Sandpiper
Circa trecento nelle aree pi occidentali del fiordo e un centinaio a Hornoya

Gabbiano nordico Larus argentatus Herring Gull
Tanti e ubiquitari lungo il fiordo. Almeno 5.000 a Vardo e Hornoya

Gabbiano tridattilo Rissa tridactyla Black-legged Kittiwake
Un centinaio a Hornoya, di cui molti già sul nido. Visti anche a Vadso e Berlevag

Mugnaiaccio Larus marinus Great Black-backed Gull
Visto regolarmente lungo tutto il fiordo. Conta massia una cinquantina a Varangebotn

Zafferano Larus fuscus Lesser Black-backed Gull
Soltanto uno tra Varangebotn e Vadso

Gabbiano glauco Larus hyperboreus Glaucous Gull
Presente in piccoli numeri lungo tutto il fiordo. Numero massimo giornaliero: 10 a Vardo

Gabbiano d'Islanda Larus glaucoides Iceland Gull
Un immaturo a Batsfjord

Piccione selvatico Columba livia Rock Pigeon
Una decina nelle regioni occidentali del fiordo e una decina a Vardo

Ulula Surnia ulula Northern Hawk Owl
Dieci individui lungo la strada tra Kongsfjord e Ivalo



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Girfalco Falco rusticolus Gyrfalcon
Uno a Hornoya

Gazza comune
Pica pica Eurasian Magpie
Osservata tutti i giorni, sia nella taiga che nella tundra. Conta massima giornaliera: 10 tra Kaamanen e Vadso

Corvo imperiale comune Corvus corax Common Raven
Visto lungo tutto il tour tranne che a Kaamanen. Conta massima giornaliera: 30 a Vardo/Hornoya

Cornacchia grigia Corvus cornix Hooded Crow
Ubiquitaria. Tra Kaamanen e Vadso 100 individui in un solo giorno

Cincia alpestre Poecile montanus Willow Tit
Vista solo a Kaamanen: 4 individui

Cincia siberiana Poecile cinctus Siberian Tit
Vista solo a Kaamanen: 10 individui circa

Cinciallegra Parus major Great Tit
Due a Kaamanen. Una in due diverse località del fiordo

Zigolo delle nevi Plectrophenax nivalis Snow Bunting
Cinque individui tra Vadso e Kongsfjord

Ciuffolotto delle pinete Pinicola enucleator Pine Grosbeak
Una decina, tra maschi e femmine (ma presumibilmente più numeroso) a Kaamanen

Ciuffolotto eurasiatico Pyrrhula pyrrhula Eurasian Bullfinch
Uno a Kaamanen

Verdone europeo Chloris chloris European Greenfinch
Dieci a Kaamanen e qualche individuo singolo lungo il Varangerfjord

Organetto artico Acanthis hornemanni Arctic Redpoll
Due a Kaamanen

Passera comune Passer domesticus House Sparrow
Un centinaio tra Kaamanen e Vadso; poi piccoli numeri lungo il fiordo

Mammiferi
Scoiattolo rosso Sciurus vulgaris Eurasian Red Squirrel
Tre a Kaamanen



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Lepre montana Lepus timidus Mountain Hare
Una nei pressi di Vadso

Volpe rossa Vulpes vulpes Red fox
Una nei pressi di Vadso

Orca Orcinus orca Killer Whale
Quattro tra Kongsfjord e Berlevag

Foca grigia Halichoerus grypus Grey Seal
Una a Vardo e una tra Kongsfjord e Berlevag


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via Meucci 5
25086 Rezzato (BS)
+39 348 8713313
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