Tunisia in inverno | |||||||
acque & deserto | |||||||
27 dicembre 2015 - 5 gennaio 2016
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![]() La pallidissima Passera del deserto è uno dei pezzi forti del deserto tunisino che vedremo nell'oasi di Ksar Ghilane (© Dick Forsman 2012)
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Marocco | Marsa Alam | Istanbul | Cipro | Giordania | Tunisia | Cappadocia |
Itinerario dettagliato | ||
1° giorno) volo Milano - Tunisi via Roma, con partenza nel primo pomeriggio. Dipendentemente dall'orario di arrivo, potremmo avere un paio d'ore di luce per fare birdwatching sulle sponde del Lago di Tunisi o dare un'occhiata alla città, dove non mancano le occasioni di birdwatching, a partire dalle Tortore delle palme che si mischiano alle Tortore dal collare orientale, che hanno colonizzato il Nordafrica negli ultimi anni. I viali di Tunisi sono gremiti da Passere sarde (che in realtà mostrano caratteri di transizione tra la nostra Passera d'Italia e la Passera sarda) e nei cieli della città sfrecciano stormi di Rondoni minori; la sera, su Avenue Bourghiba, qualche Barbagianni comune semina lo scompiglio tra i suddetti passeri e i ratti che si affacciano sulla strada alla ricerca di qualcosa da sgranocchiare. Sul Lago di Tunisi volavano, fino a qualche decennio fa, stormi di Gobbi rugginosi, a volte di centinaia di individui; non sono più quei tempi, naturalmente, ma il Gobbo rugginoso è ancora osservabile in molte delle zone umide del nord e del centro del paese e la rara anatra sarà una delle nostre priorità. Non sarà invece un problema vedere altre specie legate all'acqua, come il Gabbiano comune, lo Zafferano, l'Airone cenerino, la Garzetta comune e forse qualche limicolo. 2° giorno) partiremo di prima mattina per la nostra prima meta, il Parco Nazionale del Lago Ichkeul, un mosaico di ambienti interessanti che circondano il lago che dà nome al parco. Sulla montagna che sovrasta il lago, il Jebel Ichkeul (jebel in lingua araba significa monte), è possibile vedere il Gheppio comune, il Falco pellegrino e, con fortuna, l'Aquila di Bonelli. Sulla vegetazione che si abbarbica sui fianchi della montagna vedremo numerose specie di piccoli Passeriformi che svernano in Nordafrica e vedremo sicuramente i nostri primi Codirossi algerini: questo magnifico codirosso, endemico del Maghreb, ci accompagnerà lungo tutto il viaggio poichè è discretamente comune in tutto il paese. Vedremo anche la Cinciarella africana, ormai considerata universalmente specie buona: il vertice di questo grazioso uccelletto è blu profondo e non azzurro come le nostre cinciarelle europee. Sulle sponde fangose del lago potremo vedere numerose specie di limicoli, come il Fratino, il Gambecchio, il Piovanello pancianera, il Piro piro culbianco, il Piro piro boschereccio, e sulle acque del lago branchi di anatre si fanno cullare dalle piccole onde; potremo vedere praticamente tutte le antra di superficie del Paleartico Occidentale: Germani reali, Canapiglie, Codoni comuni, Mestoloni comuni, Fischioni eurasiatici, Alzavole eurasiatiche, e qualche specie di anatra tuffatrice come il Moriglione eurasiatico e la Moretta eurasiatica. Proseguiremo nella ricerca del Gobbo rugginoso, perchè il Lago Ichkeul è un'altra zona umida dove l'anatra si riproduce, e se fossimo immensamente fortunati, potremmo trovarlo insieme ad un'altra anatra di lusso, l'Anatra marmorizzata; se va male avremo comunque molte altre chances, in alcuni reservoir artificiali e lagune che visiteremo durante il viaggio. Nei prati allagati intorno al lago potremo vedere Oche selvatiche in pastura, Aironi guardabuoi, Aironi bianchi maggiori, Spatole eurasiatiche, Mignattai. L'abbondanza di prede spiega la presenza di rapaci; potremo vedere la Poiana codabianca (la ssp cirtensis del Nordafrica è più difficile da identificare poiché, di minori dimensioni, può essere scambiata con una Poiana delle steppe), la Poiana comune, il Falco pescatore, l'Albanella reale, il Falco di palude. Tra le altre specie che potremo vedere nel parco nazionale ricordiamo: Gallinella d'acqua, Folaga comune, Gabbiano roseo, Gabbiano zampegialle, Civetta comune, Martin pescatore comune, Allodola eurasiatica, Spioncello alpino, Pispola eurasiatica, Ballerina bianca, Ballerina gialla, Pettirosso comune, Codirosso spazzacamino, Saltimpalo comune, Tordo bottaccio, Merlo comune, Usignolo di fiume, Storno comune e Storno nero (potremo studiare bene i caratteri di identificazione delle due specie), Migliarino di palude. Dopo aver speso l'intera giornata nel parco nazionale, ci muoveremo verso est per raggiungere Ain Draham, una cittadina immersa in uno splendido paesaggio tappezzato da foreste di querce ricche di uccelli interessanti. Pernotteremo in un hotel a due passi dalla foresta. |
![]() Il Codirosso algerino è uno dei due endemismi del Maghreb (e più correttamente dovrebbe essere chiamato Codirosso del Maghreb, o con il suo eponimo, Codirosso di Moussier). Saremo accompagnati da questo magnifico uccelletto lungo tutto il tour, poichè è comune in tutti gli ambienti aperti della Tunisia (Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported) ![]() Le cinciarelle del Nordafrica sono caratterizzate dal vertice blu scuro e ormai vengono considerate specie diversa dalla nostra comune Cinciarella, appunto Cinciarella africana. Ad Ain Draham potremo vedere questa graziosa cincia e altre specie, come ad esempio il Fringuello comune e la Cincia mora, che qui hanno un piumaggio notevolmente diverso dalle popolazioni europee (© Juan Emilio, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic) ![]() Il Gabbiano roseo è davvero molto elegante. Avremo occasione di vederlo sia nei laghi dell'entroterra che lungo la costa mediterranea (© GabrielBuissart, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported) |
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3° giorno) Ain Draham sorge ad un'altitudine di 800 m sulle pendici del Djebel Bir, nei monti della Crumiria. Il nome significa "sorgente d'argento", evocando le sorgenti calde solforose già utilizzate dai Romani nell'antichità, come testimoniano alcune vestigia di terme presenti. Nella foresta di Ain Draham il nostro target principale sarà il raro e localizzato Picchio di Levaillant, endemismo maghrebino; il picchio non è raro, e lo sentiremo shignazzare in ogni dove, ma riuscire ad averne una buona visione non sarà facile. Ad Ain Draham faremo un birdwatching stranamente "europeo", anche se con tinte africane; molte sottospecie locali hanno infatti un piumaggio caratteristico rispetto a quelle europee a cui siamo consueti. La Cincia mora ledouci, ad esempio, ha le parti inferiori giallastre, il Fringuello comune africana ha il dorso verdastro, la Ghiandaia comune cervicalis ha un cappuccio nero. Potremo vedere molte specie di Fringillidi, come il Lucarino eurasiatico, il Verdone europeo, il Frosone, il Crociere comune, il Cardellino europeo, la Peppola, il Fanello eurasiatico, e altre specie interessanti come il Rampichino comune, il Tordo sassello, la Tordela. Potremmo aggiungere alla nostra checklist di rapaci lo Sparviero eurasiatico. Ci concentreremo nella ricerca di due specie molto comuni nell'Africa Subsahariana ma nel Maghreb (qui in Tunisia e in Marocco) rare e localizzate: la Chagra capinera, una sorta di averla, e il Bulbul comune. Nel pomeriggio visiteremo l'antica città di Bulla Regia, in parte perchè è una delle più belle città romane della Tunisia e dell'intero Nordafrica, in parte perchè le piane brulle su cui sorge la città sono ricche di uccelli interessanti. Bulla Regia è nota per il suo complesso abitativo sotterraneo di età adrianea, inteso come una protezione dal caldo e dagli effetti del sole. La città, di origini berbere, si ritrovò sotto l'egemonia di Cartagine durante il III secolo a.C e divenne capitale della Numidia nel 156 AC. Nella macchia che circonda la città, sulle rocce e nelle aree più aperte potremo vedere la Pernice sarda, l'Occhiocotto, il Passero solitario, la Magnanina, la Sterpazzola di Sardegna, il Beccamoschino, l'Averla meridionale, la Passera lagia, lo Strillozzo. | ![]() Il Picchio di Levaillant, molto simile ai nostri Picchio verde e Picchio cenerino, è l'altro endemismo del Maghreb. Un pò più difficile da vedere del Codirosso algerino, forse ci farà un pò penare, ma riusciremo a vederlo bene nella foresta di Ain Draham (© Darked, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported) ![]() La Pernice sarda sarà un incontro consueto nelle aree aperte della Tunisia, sia al nord che nelle regioni di deserto roccioso del sud (© Frits van der Meer, Creative Commons Attribution 2.0 Generic) |
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4° giorno) effettueremo oggi il lungo trasferimento a Tozeur, che però interromperemo spesso, ad ogni frullare d'ali. Ci fermeremo sicuramente ad un reservoir dove cercheremo ancora il Gobbo rugginoso e l'Anatra marmorizzata e dove vedemmo in passato il Pollo sultano. Sui campi che bordano la strada probabilmente vedremo branchi d Gru cenerine e se avremo fortuna qualche individuo di Piviere tortolino. Faremo attenzione a tutti i Gheppi che incroceremo perchè qualche Grillaio si ferma a svernare in Tunisia. la Cappellaccia comune e la Cappellaccia di Thekla sono simpatriche e la loro identificazione richiederà un pò d'attenzione. Arriveremo a Tozeur in serata e pernotteremo tre notti in un albergo dall'architettura militare: ricorda uno di quei fortini della Legione Straniera. 5° e 6° giorno) oggi esploreremo tutte le aree desertiche e steppose della regione di Tozeur, con escursioni a Nefta, alle gole di Seldja e alle oasi di montagna di Chebica, Tamerza e Mides; se il nostro contatto locale riuscirà ad avere i permessi necessari, effettueremo una scorribanda in un'area frequentata dall'Ubara africana, che potrebbe rappresentare il "bird of the tour"; considerando i sommovimenti politici che hanno colpito il Maghreb negli ultimi anni, non ci contiamo molto (anche perchè l'area favorita dall'Ubara è proprio ai confini con l'Algeria), ma sperare non costa niente, e comunque avremo qualche altra piccola chance a Ksar Ghilane. Le oasi di montagna sono splendidi palmizi all'interno del deserto roccioso, conosciuto con il nome di hammada, che danno riparo a migliaia di uccelletti, soprattutto durante la migrazione, ma anche nella stagione invernale; visiteremo in sequenza Tamerza, Chebica e Mides, fermandoci a pranzo in quest'ultima oasi, dove saremo aggrediti da insistenti venditori di "rose del deserto" e altre pietre più o meno genuine. Lungo il percorso vedremo molte Allodole del deserto, accompagnate da Monachelle del deserto, Monachelle meste, Monachelle del Maghreb (splittate dalla Monachelle piangenti del Vicino e Medio Oriente), Monachelle nere e Monachelle codabianca (attenzione è richiesta per distinguere i giovani delle ultime due specie). Con fortuna potremo incrociare stormi di Ganghe e Granduli mediterranee che si muovono dal deserto alle pozze d'acqua e viceversa. Visiteremo le gole di Seldja, dove si infila un caratteristico trenino per turisti; le montagne che disegnano la gola sono casa dell'Aquila di Bonelli e la fontanella che c'è davanti alla stazione (se così la possiamo chiamare) attira, soprattutto durante le ore più calde della giornata, molti uccelletti, tra cui il Trombettiere. Nella piana petrosa davanti alle gole cercheremo l'Allodola beccogrosso, la Cettia inquieta e una rarità come la Silvia nana (splittata dalla Silvia del deserto, che vive in Medio Oriente); abbiamo ottime chances di vedere il Lanario e qualcuna in meno di vedere il Falco di Barberia. La celeberrima corbeille di Nefta sarà un'altra delle nostre mete; la cittadina di Nefta, ai confini con l'Algeria, è considerata dai Sufi la patria spirituale del Sufismo, una branca mistica dell'Islam; nonostante ciò, la cittadina, è un vivace centro di commercio e di turismo, soprattutto in virtù della "corbeille", una specie di conca tappezzata da palme da dattero; sarà suggestivo fare una passeggiata all'ombra del palmizio e naturalmente interessante per il birdwatching, che può riservare sempre qualche gradita sorpresa. |
![]() L'Anatra marmorizzata è al secondo posto per importanza nella lista dei nostre target "anatidi" (la prima è il Gobbo rugginoso). Avremo buone opportunità al Lac Ichkeul, in un reservoir dell centro del paese e nelle lagune intorno a Douz (© David Iliff, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported) ![]() L'Allodola del deserto frequenta il deserto hammada, contrariamente alla cugina Allodola codabarrata che preferisce l'erg. Non dovremmo avere problemi a vedere bene entrambe, a Tozeur e Ksar Ghilane (© Dick Forsman 2012) ![]() I toni chiari del piumaggio e la mascherina che si estende sulla fronte identificano questa averla come Averla meridionale, residente nel Nordafrica e comunemente osservabile nelle aree aperte e cespugliose (© Per-Anders Olsson, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported) |
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7° giorno) raggiungeremo oggi l'oasi di Ksar Ghilane, porta di entrata del Jebil National Park, un tratto di deserto che rappresenterà l'highlight del nostro soggiorno in Tunisia. Durante il percorso ci fermeremo in un'area a noi nota dove potremo vedere la bellissima Silvia di Tristram; forse non sarà in piumaggio nuziale, ma ci godremo lo stesso questa silvia endemica del Maghreb. Ci fermeremo anche in un piccolo bar (ma ci vuole fantasia a chiamarlo così) che in tutti i precedenti Ornitour ci ha sempre riservato un piccolo branco di stupende Allodole di Temminck che si sono poste a distanza di macrofotografia. Pernotteremo due notti in un bellissimo hotel tendato in un'oasi. 8° giorno) tutte le specie deserticole più importanti della Tunisia sono qui. La nostra guida locale ci porterà al posatoio del Gufo reale del deserto, ormai universalmente riconosciuto come specie buona: è più chiaro e più piccolo del cugino europeo; e saremo portati anche ad una pozza dove, oltre forse alle due specie di granduli già citate, potremo vedere la Grandule del Senegal e la Grandule coronata. Sulle palme dell'albergo c'è una piccola colonia di Passere del deserto, strepitanti Corvi imperiali collobruno saranno un'ulteriore crocetta sulla nostra checklist così come il Garrulo fulvo, che potremo vedere zampettare e svolazzare in piccoli gruppi, comportamento tipico di tutti i garruli del mondo. Potremo vedere, o rivedere, tutte le specie di allodole e monachelle già viste fino ad ora, ma l'Allodola beccocurvo e l'Allodola codabarrata saranno probabilmente nuove specie per la lista. Oltre a qualche probabilità di vedere l'Ubara, non dovremmo mancare il Corrione biondo, un'altra specie ambita dai birdwatcher. Tutti i mammiferi di quest'area sono notturni e quindi sarà molto difficile vedere, ad esempio, il graziosissimo Fennec, ma un'uscita serale, oltre a farci gustare il meraviglioso cielo stellato sul deserto, potrebbe riservarci l'incontro con il bel volpacchiotto. |
![]() Il Corrione biondo è uno dei target principali della nostra permanenza a Ksar Ghilane (© Dick Forsman 2012) ![]() La grossa Allodola beccocurvo sarà un gradito incontro, da Tozeur in giù. Forse riusciremo anche ad ascoltarne il melodioso canto e assistere al caratteristico display nuziale (© Sumeet Moghe, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported) |
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9° giorno) partiremo di prima mattina per il lungo trasferimento fino a Tunisi, trasferimento che comunque verrà alleviato e impreziosito dalle fermate culturali e per il birdwatching; potremmo aggiungere una ventina di specie alla nostra lista, perchè gli ambienti umidi che visiteremo, sia di acqua dolce che costa marina, sono ricchi di uccelli. La prima fermata sarà però una sosta culturale; ci fermeremo infatti a Matmata, dove visiteremo le celebri case "trogloditiche", che furono il set cinematografico del primo episodio di Guerre Stellari. Oltre all'aspetto culturale, ci godremo le Tortore delle palme, gli Zigoli delle case, le Passere lagie e i Codirossi spazzacamino che svolazzano tra le bianche abitazioni sotterranee. Arrivati a Gabes, sul golfo omonimo, esploreremo le coste del Mediterraneo e le lagune retrodunali che sono un florilegio di uccelli; potremo vedere: Gabbiani corsi, Beccacce di mare eurasiatiche, Avocette comuni, Cavalieri d'Italia, Corrieri grossi, Pivieresse, Piovanelli maggiori, Piovanelli tridattili, Voltapietre comuni, Gambecchi comuni, Gambecchi nani, Pettegole, Pantane eurasiatiche, Pittime reali e minori, Albastrelli, Chiurli maggiori e piccoli. Nelle aree più vegetate potremmo vedere il Beccaccino comune e il Frullino e nelle praterie vicino alla costa qualche Piviere dorato intrufolatosi negli stormi di Pavoncelle comuni. Procedendo lungo la costa verso nord vedremo molti gabbiani, soprattutto Zafferani, Gabbiani comuni e Gabbiani zampegialle, ma dovremmo anche incontrare Gabbiani corallini e Gabbianelli; tra i numerosi Beccapesci potrebbe nascondersi qualche rara Sterna di Rüppell. Arriveremo in serata a Tunisi, dove pernotteremo. 10° giorno) trasferimento all'aeroporto e volo a Roma. Coincidenza per Milano. Arrivo a Milano e fine del viaggio. |
![]() Lo Zigolo delle case è abbastanza comune nel sud del paese (© Dick Forsman 2012) ![]() Lo Zafferano sverna in tutto il Nordafrica; questa è la sottospecie graellsi, che dimostra un netto contrasto tra le parti superiori e la punta delle ali (© Henry Bucklow, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported) ![]() Tra le decine di specie di limicoli che potremo vedere nelle zone umide dell'interno e sulla costa mediterranea (praticamente tutti quelli del Paleaertico Occidentale), l'Albastrello è uno dei più ambiti (© JJ Harrison, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported) |