Estremo Oriente Russo
sulle tracce della maestosa tigre siberiana
5 - 25 novembre 2016
4 - 24 febbraio 2017

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Itinerario in breve

1° giorno) volo Milano - Vladivostok via Mosca
2°) arrivo a Vladivostok. Birdwatching nei dintorni
3° giorno) trasferimento a Terney
4°/7° giorno) Sikhote-Alyn Reserve
8° giorno) trasferimento a Lazo
9°/11° giorno) Lazovsky Nature Reserve
12° giorno) sorgenti di Elamovskie e trekking cascate di Benevskiye
13° e 14° giorno) Lazovsky Nature Reserve. Gita in battello isola Petrova
15° giorno) ritorno a Vladivostok
16° giorno) Dalnevostochny-Morskoy Zapovednik (riserva marina)
17° giorno) Dalnevostochny-Morskoy Zapovednik
18° e 19° giorno) trasferimento a Kedroyava Pad. Visita della riserva
20° giorno) ritorno a Vladivostok
21° giorno) volo Vladivostok - Milano via Mosca


Mappa interattiva



Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: di buona levatura a Vladivostok. In tutte le altre tappe la sistemazione è decisamente spartana in alloggi puliti, ma con servizi in comune. Nella Lazovsky Reserve il campo tendato, a cura dell'organizzazione, prevede toilette chimiche comuni

Difficoltà: richiesto spirito di adattamento per le sistemazioni molto semplici. I trekking nelle foreste richiedono buone condizioni di salute e un poco di allenamento

Bibliografia: Tigers in the Snow, di Peter Matthiessen, Harvill Press
Field Guide to the Birds of East Asia: Eastern China, Taiwan, Korea, Japan, Eastern Russia, di Mark Brazil, Christopher Helm
Handbook of the Mammals of the World, Volume 1: Carnivores, Don E Wilson & Russell A Mittermeier eds., Lynx Edicions
Walker's Carnivores of the World, Ronald M Nowak ed., Johns Hopkins University Press
A Field Guide to the Carnivores of the World, di Luke Hunter & Priscilla Barrett, New Holland;
Tigers of the World. The Science, Politics and Conservation of Panthera Tigris, di Ronald Tilson e Philip J Nyhus, Academic Press;

Costo del tour: Euro 5.600

Numero massimo di partecipanti: otto




 

La Tigre dell'Amur (impropriamente chiamata Tigre siberiana) è un maestoso felino che vive nella taiga dell'estremo oriente russo. E' in grave pericolo di estinzione e questo favoloso Ornitour ci permetterà di vederla in natura, insieme ad altri mammiferi interessanti e a decine di uccelli, nello spettacolare paesaggio della Russia più selvaggia (© Alexander Zhiltsov, Fotolia)

Intro

Amo la natura. E amo il cinema. E, per amor sommato, amo vieppiù il cinema che canta la natura. La liason tra la settima arte e lo splendido oggetto di questa proposta di viaggio, è il commovente “Dersu Uzala. Il piccolo uomo delle grandi pianure”, un film russo-nipponico del 1975, diretto dal maestro Akira Kurosawa. Il film è tratto dai libri biografici dell'esploratore russo Vladimir Klavdievič Arsen'ev, che visitò nei primi anni del XX secolo le terre del Kraj Primorskij, il “Litorale Russo” dell’estremo orientale della Siberia. Arsen'ev esplorò in particolare le montagne del Sikhote-Alyn, la meta, ecco la liason, di questo sensazionale Ornitour. Andremo nell’estermo oriente russo alla emozionante ricerca di uno dei felini più affascinanti, misteriosi e minacciati del mondo, la Tigre siberiana. Il film di Kurosawa è un film sull'amicizia, sul rapporto non convenzionale tra uomo e natura; è una straordinaria storia d'umanità. Un grande senso onirico pervade tutto il film, che profonde uno sguardo di grande dolcezza sui personaggi e sulla natura. La filosofia di Dersu è basata sul rispetto della natura e degli uomini, una visione panteista del mondo, per lui delimitato dalla taiga. E la taiga del Sikhote-Alyn sarà la meta principale di questo tour; passeremo giorni e notti alla ricerca della tigre, in collaborazione con un equipe di ricercatori che stanno monitorando le popolazioni locali del grande felino. A dispetto del nome comune di "tigre siberiana" che suggerisce un'ampia distribuzione geografica, questa sottospecie è diffusa esclusivamente nell'estrema parte sudorientale della Siberia ovvero nella regione a sud-est del basso corso del fiume Amur e ad est del suo affluente Ussuri (infatti questa sottospecie è più correttamente chiamata Tigre dell’Amur Panthera tigris altaica); la più grande popolazione di tigri è localizzata nel massiccio montuoso del Sikhote-Alyn. Le tigri del Sikhote-Alyn oscillano tra 331 e 393 individui, tra adulti e subadulti (la popolazione in grado di riprodursi è di circa 250 individui). Agli inizi del novecento la tigre siberiana era diffusa su un territorio più vasto dell'attuale che comprendeva, oltre ai territori prima menzionati, anche l'intera penisola coreana, la Manciuria e la Mongolia nordorientale. Il declino della tigre siberiana ebbe inizio con la metà del XIX secolo soprattutto in Cina e Corea per effetto della caccia intensiva per la pelliccia e le ossa, per divertimento o perché considerata dalla popolazione locale un animale dannoso per il bestiame o la propria sicurezza. Negli anni quaranta del XX secolo, la popolazione totale si era ridotta ad una cinquantina di esemplari in Russia e ad alcune centinaia in Cina (in Corea del Sud si sarebbe estinta all'inizio degli anni cinquanta durante la guerra di Corea). Dopo che il governo russo, nel 1947, ne bandì la caccia, si osservò una lenta ripresa demografica che avrebbe portato a censire, alla metà degli anni ottanta, una popolazione di tigri compresa tra i 250 e 430 esemplari. Nonostante la protezione totale a cui è sottoposta la Tigre dell’Amur, recenti ricerche hanno dimostrato che la popolazione russa è in leggero declino. Per avere le migliori chances di vedere la tigre, abbiamo pianificato una visita anche alla Lazovsky Nature Reserve, un’altra roccaforte del felino. Oltre al “lavoro” sul campo abbiamo anche pianificato interessantissime “lectio magistralis” che verranno tenute dai ricercatori che lavorano nelle riserve: affascinanti racconti sulla storia, biologia ed ecologia della Tigre dell’Amur. Descriviamo qui di seguito l’impianto del viaggio, dedicato sì alla tigre, ma che sarà provvido anche di eccezionale birdwatching e di incontri con altri meravigliosi mammiferi (si pensi che nella Kedrovaya Pad Nature Reserve, che visiteremo, oltre alla Tigre dell’Amur, vive anche il fantastico Leopardo dell’Amur). Gran parte di questa avventura avrà luogo, come già accennato, nella catena montuosa del Sikhote-Alyn, ma, dopo esserci trasferiti sulla costa dell’Oceano Pacifico, visiteremo le isole della Dalnevostochny Morskoy Zapovednik (Far Eastern Marine Nature Reserve) e la Kedrovaya Pad Nature Reserve. In questa seconda parte del viaggio avremo l’occasione di ammirare eccezionali specie di uccelli e splendidi mammiferi marini. In conclusione, anche se lo scopo principale del tour è quello di incontrare la favolosa Tigre dell’Amur, questo Ornitour è un viaggio nel viaggio: oltre all’incomparabile emozione di incontrare il mistico (la “esse” è voluta) felino, tutto ciò che ruota intorno ad esso fa di questa avventura una sensazionale esperienza naturalistica, una vacanza completa, nella quale vedremo dagli invertebrati più strani ai mammiferi più curiosi, attraverso centinaia di specie di uccelli rari e localizzati, la flora più suggestiva, gli ecosistemi più particolari; ed ogni aspetto ecologico di questa meravigliosa regione della Russia ci verrà spiegato sul campo da un’equipe di esperti biologi così che la nostra vacanza sarà un suggestivo mix di ragione e sentimento.


A sinistra uno scorcio della foresta temperata che ricopre la catena montuosa del Sikhote-Alyn, patria delle ultime Tigri dell'Amur (© Pauk aka Ruslan V Albitsky Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)



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Itinerario dettagliato    
1° giorno) volo Milano - Mosca e coincidenza per Vladivostok

2° giorno) arrivo a Vladivostok in mattinata e trasferimento all’hotel, per un poco di riposo. Vladivostok, conosciuta anche come la “San Francisco della Russia” e capoluogo del Territorio del Litorale, è una città di grande importanza strategica, in virtù della sua posizione vicina al confine con Cina e Corea del Nord. La città diede i natali (sempre per rimanere in tema di cinematografia) al più celebre “pelato” di Hollywood, Yul Brynner. Visiteremo la stazione ferroviaria, terminal della celeberrima Transiberiana, le caratteristiche chiese ortodosse e alcuni edifici storici appartenuti alle grandi compagne commerciali che stabilirono qui il loro quartier generale. Visiteremo il Museo di Storia Naturale, dedicato a Vladimir Klavdievič Arsen'ev, ricco di padiglioni botanici e faunistici, ma anche di pannelli illustranti la storia condivisa di Russia e Stati Uniti e le popolazioni originarie dell’Asia sudorientale. Ci spingeremo nei sobborghi collinari dell’abitato, i numerosi e bellissimi forti costruiti a guardia della città. Avremo naturalmente il binocolo al collo e potremo vedere, nei giardini della città, e nei boschi che la circondano, decine di specie uccelli estremamente interessanti, per noi “paleartici occidentali”, come ad esempio la Ballerina di foresta, il Minivet cenerino, l’Averla tigrata, il Tordo dorsogrigio, il Saltimpalo siberiano, il Codirosso di Dauria, il Luì verdastro, il Luì di Pallas (con fortuna), la Locustella di Gray, il Beccogrosso beccogiallo, lo Storno guancebianche, il Corvo beccogrosso. Pranzo, cena e pernottamento in hotel.

3° giorno) oggi ci trasferiremo a Terney, un viaggio che durerà circa 10 ore. Pur utilizzando un comodo fuoristrada, la tipologia del fondo stradale, carrarecce e strade rurali, insieme alla lunghezza del trasferimento, renderanno al giornata alquanto dura. I paesaggi che attraverseremo, comunque, e la consapevolezza di avvicinarci alla meta del nostro viaggio, manterranno il nostro spirito lieve. Terney è una cittadina di 4000 abitanti affacciata su una baia del Mar del Giappone, di fronte alle coste occidentali dell’isola di Hokkaido. Verremo alloggiati, questa e le notti successive, nelle case degli abitanti del villaggio, dove consumeremo anche pranzi e cene. Durante il soggiorno in quest’area ci spingeremo anche a 25 km da Terney, dove pernotteremo due notti nella foresta della Sikhote-Alyn Reserve, pranzando alla locale stazione di ricerca.

4°/7° giorno) in questi quattro giorni faremo diverse cose, e le faremo in collaborazione con l’equipe di biologi che stanno studiando la popolazione di Tigri dell’Amur che vivono nel parco. Il clou delle nostre attività sarà naturalmente l’osservazione di questo magnifico animale, ma impareremo anche a conoscerne l’habitat, individuarne le tracce, osservarne le prede, apprezzare il silenzio della foresta. Effettueremo un’escursione al lago Blagodatnoye, un’area di meravigliosa tundra montana e successivamente ci recheremo a Northern Cape, che si affaccia sul Mar del Giappone. Vediamo un po’ cosa stiamo cercando e dove lo stiamo cercando, chè la riserva del Sikhote-Alyn deve la sua fama alla Tigre dell’Amur, ma sono molti altri i suoi gioielli faunistici. Quello che stiamo cercando è la più grossa sottospecie di Tigre Panthera tigris altaica. In effetti, anche se la Tigre dell'Amur è ritenuta popolarmente il più grosso rappresentante in natura della famiglia Felidae, secondo la letteratura scientifica più recente, le sue dimensioni non differiscono significativamente dalla più comune Tigre del Bengala. La tigre dell'Amur si differenzia dalle altre sottospecie di tigre anche per il mantello, dalle tonalità più chiare con strisce di colore marrone scuro invece che nere. Il mantello invernale differisce sensibilmente da quello estivo sia nella forma (è più lungo, spesso e folto) sia nel colore (si schiarisce ulteriormente o assume delle tonalità ocra) per offrire alla tigre un migliore mimetismo e una protezione efficace contro le rigide temperature del proprio habitat naturale.
 

Il Codirosso di Dauria è uno dei numerosi passeriformi che potremo vedere appena nelle colline intorno a Vladivostok (© Dick Forsman 2012)

Come già accennato, nonostante il nome comune di Tigre siberiana, che suggerisce un'ampia distribuzione geografica, questa sottospecie è diffusa esclusivamente nell'estrema parte sudorientale della Siberia ovvero nella regione a sud-est del basso corso del fiume Amur e ad est del suo affluente Ussuri. L'area comprende i territori montuosi del Primorskij e del Chabarovsk centro-meridionale che costituiscono, a livello amministrativo, la porzione sud-orientale del Distretto Federale Estremo-orientale della Russia e, a livello geografico, l'esteso massiccio montuoso costiero del Sikhote-Alyn. Nel Sikhote-Alyn vive la gran parte della popolazione di felidi, mentre gruppi molto più esigui sono stati segnalati sulla catena montuosa cino-nordcoreana del Changbai Shan e sulla fascia di confine tra il Primorskij e la provincia cinese di Jilin La foresta boreale e temperata mista del Sikhote-Alyn costituisce l'habitat tipico della tigre siberiana. La tigre è un animale che si è adattato agli ecosistemi più svariati, ma il suo habitat ideale è sempre caratterizzato da tre fattori fondamentali: una densa copertura vegetativa, un ampio numero di ungulati (le prede tipiche) e l'accesso all'acqua. L'habitat della tigre siberiana comprende la foresta boreale e la foresta temperata mista che sono i due biomi tipici delle zone montane della Siberia sud-orientale. Si tratta di un ecosistema vegetale misto costituito prevalentemente da foreste di conifere (abeti, larici, pini, betulle) alternate a boschi di piante decidue e zone umide, e caratterizzato da bassa piovosità e temperature molto rigide con medie annuali comprese tra 0° e 5 °C, ma che possono scendere molto sotto lo zero durante l'inverno. La catena montuosa dei Sikhote-Alyn si estende per circa 900 km nella direzione dei meridiani, culminando nel monte Anik a 1.933 m. Tra i corsi d'acqua che hanno origine in queste montagne, una certa importanza assumono i fiumi Ussuri e Anjuj, tributari di destra dell'Amur, oltre ad alcuni diretti tributari del mare di Ochotsk, come il Tumnin e il Koppi. Questa catena di montagne ha rilevanza faunistica mondiale: situata nella zona temperata, vede l'incontro di specie animali di origine tropicale, come la tigre, con specie di origine boreale, come la Renna e l'Orso bruno. Il 12 febbraio 1947 le montagne furono interessate dalla caduta del più grande meteorite di cui si sia osservata la caduta; il meteorite si schiantò al suolo circa 440 km a nordest di Vladivostok: pesava circa 1.000 tonnellate all'entrata nell'atmosfera e l'impatto dei suoi frammenti sul terreno creò circa 300 crateri, il più grande dei quali, oggi quasi completamente colmato, aveva un diametro di circa 27 metri. Nel 2001, l’UNESCO inserì i monti Sikhote-Alyn nella lista dei siti patrimonio dell’umanità, per l’importanza quale ambiente riproduttivo della tigre e di altre specie minacciate di estinzione, come lo Smergo della Cina e il Gufo pescatore di Blakiston. La vegetazione della riserva è estremamente ricca e una buona parte delle specie arboree sono endemiche della regione: il paesaggio è di una bellezza mozzafiato e il mosaico di tundra alpina, prati fioriti, appezzamenti di querce e foreste di pini ed abeti realizza una tavolozza che, in qualsiasi stagione dell’anno, colpisce il cuore.  

Areale mondiale della Tigre Panthera tigris. L'areale della sottospecie altaica è evidenziato in giallo (© IUCN)

Per quanto attiene all'avifauna del parco, sono ben 320 le specie di uccelli registrati entro i suoi confini; lo so, questo è un tour speciale, ma credo che ci sarà impossibile resistere al fascino del birdwatching. Potremo vedere, tra le altre specie: Uria dagli occhiali, Cormorano di Temminck, Rondone del Pacifico, Piccione di collina, Cuculastore di Hodgson, Aquila di mare, Ghiandaia marina orientale, Ghiandaia siberiana, Picchio tridattilo eurasiatico, Assiolo eurasiatico, Assiolo dal collare, Occhialino della Cina, Averla bruna, Crociere comune, Nocciolaia eurasiatica, Ghiandaia siberiana, Gazza azzurra, Luì coronato, Luì verdastro, Tordo siberiano, Tordo siberiano, Tordo fosco, Tordo dorsogrigio, Codirossone golabianca, Pettirosso blu siberiano. E naturalmente, in queste foreste, corre la maestosa tigre. Potremmo vedere qualcuna delle altre 62 specie di mammiferi che frequentano la riserva, come il Cervo della Manciuria (la locale sottospecie del nostro Cervo comune), che rappresenta da solo i 2/3 della dieta della tigre, il Capriolo siberiano, il Cinghiale, la Lepre della Manciuria, il Cervo muschiato (che spesso finisce preda della Martora golagialla, un mustelide piccolo, bellissimo e “cattivissimo”), il Pica siberiano (una specie di topastro che in realtà appartiene all’ordine dei Lagomorfi, quindi affine a lepri e conigli). Due specie di orsi vivono nella riserva: l’Orso bruno, diffuso in tutte le regioni artiche e temperate (i celebri Grizzly e Kodyak), è qui presente con la sottospecie Ursus arctos lasiotus, Orso bruno dell'Amur (o Orso bruno dell'Ussuri o anche, curioso appellativo, Orso cavallo) e il bellissimo Orso dal collare. Oltre la tigre, altri carnivori scorrazzano nella riserva: la Lince eurasiatica, l’Ermellino, il graziosissimo Gatto leopardo, il Ghiottone. Quando effettueremo la nostra escursione sulla costa del Mar del Giappone, potremo vedere anche giocose Lontre europee e Foche comuni.

8° giorno) ci trasferiremo oggi al villaggio di Lazo, situato in prossimità della Lazovsky Nature Reserve, celebre per la sua alta densità di Tigri dell’Amur. Arriveremo in tempo per un breve riposo ed una prima lezione di orientamento sulla tigre e sull’ecosistema di Lazovsky, tenuta dai biologi della riserva. Ci trasferiremo poi in fuoristrada all’"America Gorge", da dove partiranno tutte le nostre escursioni nella riserva. La sistemazione sarà in un campo tendato posizionato in una radura all’interno della foresta.



9°/11° giorno)
avremo tempo due giorni pieni per esplorare le foreste, le radure, i torrenti impetuosi e le cascate della magnifica Lazovsky Nature Reserve. L’equipe scientifica che lavora al centro del parco guiderà le nostre escursioni diurne e ci intratterrà la sera con conferenze sull’ecosistema di Lazovsky e sui suoi formidabili predatori. All’interno e nei dintorni della riserva visiteremo, oltre alla già citata America Gorge, la Karpad Gorge, le sorgenti di Elamovskie, i fiumi Perekatnaya e Karpad. Cosa stiamo cercando a Lazovsky lo sappiamo già, abbiamo già ben descritto la magnifica Tigre dell’Amur, ma anche in questa riserva sono molti altri gli animali che potremo ammirare. La riserva naturale di Lazovsky è stata istituita nel 1935, per proteggere le aree più meridionali delle montagne Sikhote-Alyn, soprattutto la popolazione locale di Tigre dell’Amur, ma anche il Sika, o Cervo del Giappone. La riserva di Lazovsky rappresenta l’estensione più meridionale dei monti Sikhote-Alyn: qui la catena si fa frastagliata e le vette si elevano fino a 1000 metri, con pareti a picco sul Mar del Giappone. Meravigliosa dal punto di paesaggistico, la riserva è estremamente importante sia per la flora che la fauna. Il 96% del suo territorio è coperto da foreste, costituite soprattutto da specie “manciuriche”, tra cui alcune tanto rare da essere inserite nella lista delle specie minacciate di estinzione, come la Quercia imperiale del Giappone. Più di 1000 specie di piante vascolari sono state censite nella riserva, incluse 40 specie di felci che rappresentano i due terzi di tutte le specie dell’Estremo Oriente Russo. Le splendide foreste sono un mosaico di Pini coreani, Abeti della Manciuria, rari Tassi del Giappone e Cipressi arborvitae; radure bordate da rododendri e punteggiate da fritillarie, gigli e orchidee fanno da contrappunto alle foreste. La fauna della riserva è straordinaria: nonostante gran parte delle nostre escursioni siano dedicate alla ricerca della tigre, avremo l’occasione di ammirare altri mammiferi interessanti, primo fra tutti, il Goral dell’Amur, una specie di capra selvatica che frequenta le aree marittime di Lazovsky: a rischio di estinzione nel suo areale in Russia, è abbastanza comune nella riserva, dove salta e zampetta sulle scogliere; questo curioso animale è in grado di bere l’acqua marina e spesso mastica le alghe per estrarre i minerali in esse contenuti. A Lazovsky vive l’unica popolazione selvatica della sottospecie mantchuricus, del Cervo del Giappone (conosciuta anche come Sika della Manciuria e Sika di Dybowsky), un tempo diffuso in Cina e Corea, dove oggi è estinto; questo cervo preferisce le foreste di querce del parco, ma i ricercatori lo hanno visto in alcune occasioni gettarsi nell’oceano e nuotare anche un chilometro al largo, per sfuggire gli attacchi dei branchi di lupi che vivono nella riserva. Altri mammiferi che potremo vedere sono il Wapiti (la sottospecie russa del Cervo canadese), il Tasso eurasiatico, il Cinghiale, la Volpe comune, l’Orso dal collare (magari accoccolato sulla chioma di una quercia a sgranocchiare le ghiande di cui è ghiotto), il Tamia siberiano (un graziosissimo scoiattolo); con molta fortuna potremmo incrociare la Lince eurasiatica, il Cane procione, o qualche Mustelide come lo Zibellino e la Donnola siberiana (conosciuta localmente con il nome di Kolinsky). L’avifauna del parco di Lazovsky è semplicemente stupefacente e avremo tempo, tra una tigre e l’altra, di divertirci assai.
 

Il Tordo fosco qui sopra (© Jerry Gunner  Creative Commons Attribution 2.0 Generic) e il Pettirosso blu siberiano sotto (© JJ Harrison Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported) sono due delle decine di specie di uccelli che potremo vedere nella riserva di Sikhote-Alyn



Nell’estremo sud-est della Russia sono state registrate 450 specie di uccelli, di cui 250 nidificanti; in ogni ambiente che visiteremo potremo ammirare specie fantastiche, come il raro e minacciato Smergo squamato che frequenta i fiumi del parco, insieme ad Anatre falcate e Germani beccomacchiato; come il Cormorano pelagico, il Cormorano del Giappone, il Gabbiano codanera e il Gabbiano dorsoardesia, che potremo vedere lungo la costa; e nelle foreste specie di passeriformi mitiche per noi europei: Luì coronato orientale, Luì di Pallas, Luì di Radde, Cincia azzurra, Zigolo dal collare, Zigolo golagialla, Zigolo faccianera. E vedremo anche molti rapaci, come il Falco pecchiaiolo orientale, la Poiana facciagrigia, lo Sparviere del Giappone, il bellissimo Falco dell’Amur.

 

Il Falco pecchiaiolo orientale è uno dei rapaci che potremo vedere nella riserva di naturale di Lazovsky (© Dick Forsman 2012)
12° giorno) ci trasferiremo di prima mattina in jeep alle sorgenti di Elamovskie e da qui inizieremo un trekking fino alle cascate di Benevskiye, un’area di foresta incantevole, un mosaico di cedri, noci, abeti, pini e tassi, festonati da liane e inframezzati da prati fioriti. La ricchissima avifauna è caratterizzata da specie comuni diffuse in tutto il Paleartico, come l’Allocco degli Urali, il Picchio nero, il Picchio dorsobianco, il Picchio muratore eurasiatico, ma sono decine le specie tipiche del Paleartico Orientale che vivono in questa foresta: Cuculo indiano, Cuculo orientale, Assiolo orientale, Gufastore bruno, Picchio pigmeo, Ghiandaia marina orientale, Merlo acquaiolo bruno, Balestruccio asiatico, l'incantevole Pigliamosche mugimaki, Pigliamosche groppagialla, Pigliamosche biancoblu, l’incomparabile Calliope siberiana, Occhialino fianchicastani, Verdone capogrigio, Zigolo dai sopraccigli, Zigolo castano (solo per nominarne alcuni). Dopo il picnic lunch consumato ai piedi della cascata, ci rimetteremo in marcia per raggiungere la jeep che ci porterà alla costa del Mar del Giappone, di fronte all’isola Petrova. Ceneremo e pernotteremo tre notti in una baita nei pressi della spiaggia.

13° e 14° giorno) in questi due giorni visiteremo gli ambienti costieri della riserva ed effettueremo anche un’escursione in motoscafo all’isola Petrova. L’isola è di straordinario interesse per i botanici, poiché ospita il più grande bosco naturale di Tasso del Giappone di tutto l’Ussuri (alcuni esemplari hanno più di 1000 anni!); l’isola ospita più di 300 specie di piante vascolari e 117 specie di licheni. Sulle sue rocce nidificano Rondoni del Pacifico e numerose specie di uccelli pelagici, come il Cormorano di Temminck, il Cormorano comune, l’Uria dagli occhiali, l’Urietta antica. Lungo la costa continentale vedremo decine di specie di uccelli interessanti, soprattutto limicoli e anatre che utilizzano le acque costiere per sostare durante la migrazione. Tra le specie regolarmente osservate in quest’area ricordiamo: Cicogna orientale, Airone striato, Tarabusino di Schrenk, Oca cigno, Moretta arlecchino, Piovanello siberiano, Beccaccino codaspillo, Beccaccino di Swinhoe, Totano codagrigia, Piro piro pettorossiccio asiatico. Vedremo numerosi “Codirossoni” zampettare sulle rocce costiere: in realtà non sono codirossoni, bensì Passeri solitari della sottospecie locale philippensis, caratterizzata dalle parti inferiori rosse, che lo rendono appunto straordinariamente simile al Codirossone. Potremo effettuare un’opzionale escursione in barca, per vedere e fotografare da vicino i numerosi Goral che saltano sulle rupi costiere, oltre che i numerosi uccelli marini.

15° giorno) torneremo oggi a Vladivostok, con numerose fermate lungo il percorso, che si snoda lungo il dolce paesaggio collinare del South Primorye. Cena e pernottamento in un hotel della città.

16° giorno) visiteremo, oggi e domani, la Dalnevostochny-Morskoy Zapovednik, che significa Riserva Marina dell’Estremo Oriente. La visiteremo a bordo di un piccolo battello a motore. La riserva si estende in prossimità del confine con la Corea del Nord e protegge le isole, le acque e la striscia costiera della Baia di Pietro il Grande, per un totale di 643 kmq. Il mondo subacqueo occupa il 98% dell’estensione della riserva ed è veramente favoloso, contenendo la più alta biodiversità di tutti i mari della Russia. Semplicemente osservando le acque incontaminate, si possono vedere, o intravedere, branchi di pesci, meduse trasparenti, strani organismi poco più che unicellulari. Più di duemila specie di invertebrati marini, e centinaia di pesci fluttuano nella baia. E non mancano, naturalmente gli uccelli. Il viaggio in battello avrà come prima meta l’isola di Popov, situata nella parte settentrionale della riserva, dove visiteremo il Museo della Natura Marina ed assisteremo ad una lezione di orientamento sull’immenso patrimonio naturale di quest’angolo di Mar del Giappone, e sui rischi che esso sta correndo. Dopo il pranzo, che consumeremo al museo, attraccheremo alla costa della baia dove effettueremo una passeggiata fin su una collina da cui godremo dello spettacolare panorama della baia. Nel tardo pomeriggio ci reimbarcheremo per il pezzo forte (ornitologico) della giornata, e cioè la visita ad un’isoletta dove nidificano due specie estremamente localizzate di uccelli pelagici: la Berta striata e l’Uccello delle tempeste di Swinhoe. Torneremo poi a Popov, dove ceneremo e pernotteremo in graziosi cottage.
 

Un altro incantevole uccelletto è il Pigliamosche mugimaki, che potremo vedere nella foresta di Benevskiye (© JJ Harrison Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)
     
17° giorno) navigheremo ancora nelle acque della baia, dove potremmo incontrare qualche specie di cetaceo della riserva, come la Focena comune o la Pseudorca, o di pinnipedi, come la Foca comune, la Foca macchiata e il Leone di mare di Steller. Saremo accompagnati da un biologo della riserva. Navigheremo nelle acque meridionali della riserva, vicini al triplice confine tra Russia, Corea del Nord e Cina, dove sbarcheremo a False Island. E’ questa una delle zone più produttive dal punto di vista del birdwatching. Durante le migrazioni primaverile e autunnale, infatti, su quest’isola è possibile osservare fino a quaranta specie tra anatre e limicoli (tutte interessanti per noi europei), come Germano beccomacchiato, Moretta arlecchino, Piovanello siberiano, Beccaccino codaspillo, Beccaccino di Swinhoe, Totano codagrigia, Piro piro pettorossiccio asiatico, Gambecchio collorosso, Gambecchio ditalunghe, Gambecchio frullino, Piviere dorato asiatico, Piro piro siberiano, Chiurlo orientale. Dopo pranzo, proseguiremo in battello per la penisola di Gamov, dove ceneremo e pernotteremo nelle strutture della riserva a Spaseniya Bay, con una spettacolare vista sul mare.

 

Nella riserva costiera di Dalnevostochny-Morskoy potremo vedere molte specie di limicoli, tutte, per noi europei, interessanti, come il Totano codagrigia sopra e il Beccaccino codaspillo sotto. Entrambe le foto © JJ Harrison Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported

     
18° e 19° giorno) ci trasferiremo alla riserva naturale di Kedrovaya Pad’ dove pernotteremo due notti nel centro visite a Barabash/Perevoznaya Bay. Per intuire cosa potrebbero riservarci gli ultimi giorni di questo straordinario viaggi, basta citare le parole del già citato esploratore Vladimir Arseniev che descrive il suo primo e unico incontro con un animale del parco: “un animale estremamente astuto e attento, che ha imparato a difendersi dai cacciatori rendendosi pressochè invisibile accoccolandosi nella chioma degli alberi”. Parlava, Arsenev, del Leopardo dell’Amur, un fantastico felino che vive esclusivamente nell’estremo oriente della Russia e nelle adiacenti aree della Corea del Nord e della Cina, in un territorio che si sovrappone pressochè completamente con quello della Tigre dell’Amur. Nonostante la sua astuzia e accortezza, questo meraviglioso felino è seriamente minacciato dagli incendi della foresta e dalla caccia indiscriminata agli ungulati che rappresentano le sue prede favorite, e oggi la popolazione della riserva non supera i 40 individui. Non essendo stata questo viaggio ideato ed organizzato allo scopo, le chances di incontrare questo favoloso felino sono ridotte al minimo, ma non costa nulla sperare. Come in tutto l’Estremo Oriente Russo, anche le foreste di Kedrovaya Pad combinano elementi della taiga paleartica e della jungla subtropicale, questi ultimi predominanti nella riserva; sono in particolare abbondanti liane e arbusti e la biodiversità botanica è così spiccata che a questa foresta venne riconosciuta già nel 1925 lo stato di protezione quale “riserva botanica”. Il parco si estende lungo il fiume Kedrovaya, ed è proprio lungo le sponde del fiume che effettueremo la nostra prima escursione. La foresta è un rigoglio di Abeti della Manciuria, Pini coreani, betulle e aceri. Il nostro trekking ci condurrà fino alla sommità di una collina dove godremo una fantastica vista dei colori pastello della foresta autunnale. La riserva ospita, oltre all’elusivissimo leopardo, altre decine di specie di mammiferi, dai minuscoli Toporagno siberiano e Talpa di Temminck al massiccio Orso dal collare, passando attraverso carnivori quali il Cane procione, la Volpe comune, il Tasso eurasiatico, la Martora indiana, ed erbivori, come il graziosissimo Tamia, Sika, il Cervo muschiato e il Capriolo siberiano. Speriamo di poter vedere, la sera, gli spettacolari voli (in realtà sono solo planate) dello Scoiattolo volante siberiano. L’avifauna della riserva è quanto mai interessante; tra le specie che potremmo vedere, ricordiamo: Quaglia del Giappone, Fagiano comune, Pigliamosche del paradiso asiatico, Oriolo nucanera, Pigliamosche bruno asiatico, Pigliamosche striegrigie, Codirosso di Dauria, Codamozza asiatico, Cannaiola orientale, Cannaiola ciglianere, Psittorinco golavinosa, Ballerina di foresta, Prispolone indiano, Ciuffolotto roseo codalunga, Zigolo campestre, Zigolo di Tristram. Dopo cena, uno degli autori del documentario sul Leopardo dell’Amur, girato all’interno della riserva, ci mostrerà le sue fotografie e ci parlerà dell’ecosistema della riserva.

20° giorno) effettueremo ancora un’escursione nella riserva, dopo di che partiremo in autobus per Vladivostok. Cena e pernottamento in hotel.

21° giorno) trasferimento all’aeroporto ed imbarco sul volo per Mosca. All’arrivo coincidenza per Milano. Arrivo in tarda serata
 

Gli "stubtail" (codamozza) sono un gruppo di uccelleti asiatici di cui il Mozzicoda asiatico è il rappresentante più diffuso nel continente (© M.Nishimura Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)
Qui sotto un bellissimo Zigolo campestre (© Alpsdake Creative Commons Attribution Share Alike 3.0 Unported); l'estremo oriente russo è ricco di favolosi Emberizidi
Potremo vedere queste due specie, insieme a molte altre, nella riserva di Kedrovaya Pad


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