Madagascar
dall'inquietante aye-aye ai minuscoli topolemuri, dal possente indri agli adoratori del sole
10 - 29 ottobre 2016

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Itinerario in breve

1° giorno) volo Milano - Antananarivo via Parigi
2° giorno) volo a Maroantsetra e trasferimento in battello a Nosy Mangabe
3° giorno) Nosy Mangabe
4° giorno) ritorno a Maroantsetra. Volo ad Antananarivo. Trasferimento a Perinet (Andasibe-Mantadia National Park)
5° e 6° giorno) Andasibe-Mantadia National Park
7° giorno) ritorno ad Antananarivo
8° giorno)
trasferimento al Ranomafana National Park
9°/11° giorno) Ranomafana National Park
12° giorno) trasferimento a Kirindy via Morondava
13°/15° giorno) Kirindy-Mitea National Park
16° giorno) ritorno a Morondava. Volo a Majunga e trasferimento ad Ankarafantsika
17° e 18° giorno) Ankarafantsika Nature Reserve (Ampjoroa)
19° giorno) ritorno a Majunga. Volo ad Antananarivo. Volo a Parigi
20° giorno) volo Parigi - Milano


Mappa interattiva



Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: buon albergo ad Antananarivo. Lodge semplici ma con servizi privati nelle altre località. Camping tendato a Nosy Mangabe

Difficoltà: nessuna

Bibliografia: Mammals of Madagascar. A Complete Guide, di Nick Garbutt, A & C Black

Costo del tour: Euro 5.800

Numero massimo di partecipanti: dieci




In virtù delle numerose revisioni tassonomiche e della scoperta di nuove specie, i lemuri sono saliti dalle 33 specie del 1994 alle cento e più del 2014. Spesso quando una nuova specie è identificata, o scoperta, ci si accorge che è già minacciata di estinzione! Come questo Lemure sportivo di Sahamalaza, scoperto nel 2008, il cui areale è confinato alla Penisola di Sahamalaza nel nord-ovest del Madagascar (© R. Hilgartner, CC Attribution 2.0 Generic)


L'Aye aye è uno dei più straordinari lemuri del Madagascar. Non gode di buona fama tra la gente locale, che lo gonsidera un presagio di sventura. Noi al contarrio saremmo ben contenti di vederlo, e di vederlo abbiamo buone speranze sull'isola di Nosy Mangabe (© Tom Junek, CC BY-SA 3.0)
 
Intro

Il Madagascar è un‘isola-continente dal fascino misterioso, è uno scrigno di enormi tesori naturalistici. In virtù del suo isolamento dalle masse continentali, durato milioni di anni, la natura malgascia si è sviluppata in maniera nettamente diversa da quella della vicina Africa. Scrisse il botanico francese Philibert Commerson: " Che ammirevole paese il Madagascar! Meriterebbe da solo non un osservatore ambulante, ma delle accademie intere. È nel Madagascar che, posso annunziarlo ai naturalisti, si trova per loro la terra promessa. È là che la natura sembra essersi ritirata come in un santuario particolare, per lavorarvi su modelli diversi da quelli di cui si è servita altrove; le forme più insolite e più meravigliose vi si incontrano ad ogni passo". Aveva ben ragione, monsieur Commerson, che, come lo saremo noi, rimase estasiato di fronte agli stranissimi alberi bottiglia, alle palme dei viaggiatori, ai grandi baobab. Il Madagascar sa intrigare il viaggiatore con il suo straordinario incrocio di cultura asiatica e africana, sa affascinare il naturalista con la sua entusiasmante natura, con il suo grande patrimonio culturale racchiuso in ogni albero, in ogni lemure, in ogni rettile. Il Madagascar ospita ambienti naturali vari e molto diversi tra loro; ad est vi sono i resti delle immense foreste pluviali che coprivano gran parte dell’isola; nel centro estese praterie e, sul lato occidentale, la foresta decidua; nel sud dell’isola la spettacolare foresta spinosa di Didierea, magico risultato dell'adattamento del mondo vegetale all'estrema aridità. Ma ciò che in Madagascar affascina di più il naturalista sono gli animali, primi fra tutti i lemuri. E questo tour è proprio dedicato ai Lemuri, agli "spiriti della notte". Il termine lemure deriva infatti dalla parola latina lemures, che sta ad indicare gli spiriti della notte della mitologia romana: è chiaro il riferimento al fatto che la maggior parte dei lemuri possiede grandi occhi dall'aspetto spiritato, ben adatti alla vita notturna che la maggior parte delle specie conduce, ed emette versi simili a gemiti sofferenti. Nell'immaginario comune i lemuri sono visti come antenati dei primati più evoluti, incluso l'Uomo: tuttavia, sebbene essi mostrino analogie di carattere morfologico e comportamentale coi primati primitivi, i lemuri discendono da questi ultimi proprio come gli altri primati attualmente viventi. Alcuni lemuri vivono anche al di fuori del Madagascar, ma in questa isola si è differenziato il maggior numero di specie, incluse alcune tra le più bizzarre e spettacolari. Il nostro tour ci porterà nelle regioni orientali ed occidentali dell'isola alla ricerca di quante più specie di lemuri, delle specie più rare e di quelle più carismatiche. Le numerose revisioni tassonomiche hanno portato il numero di specie dalle 33 del 1994 alle 100 del 2008, e nuove specie sono via via scoperte (l'ultima, il Lemure pigmeo di Lavasoa solo nel 2013!). Le cento e oltre specie sono distribuite su cinque famiglie: Daubentoniidae, una famiglia monospecifica che comprende solo l'Aye aye, Indriidae, con gli splendidi sifaka e, naturalmente, l'Indri, il più grosso lemure esistente, Lepilemuridae, Cheirogaleidae, che comprende i più microscopici lemuri, e Lemuridae, con le specie più classiche tra i lemuri. Bene, con un pò di fortuna e grazie all'abilità ed esperienza delle nostre guide locali, ne potremo vedere una cinquantina di specie. I lemuri sono animali essenzialmente notturni ed arborei e sono diffusi in tutte le regioni costiere del Madagascar, essendo assenti solo dalle aree centrali aride dell'isola; alcune hanno un areale diffuso e sono facili da vedere, altri hanno un areale estremamente localizzato o quanto meno frammentato, sono rari e, naturalmente rappresentano il target principale delle nostre escursioni. Il tour inizia con l'esplorazione delle foreste dell'est, dapprima sull'isola di Nosy Mangabe, alla ricerca dell'inquietante Aye aye, e prosegue nella fantastica foresta pluviale di Andasibe-Mantadia; scenderemo poi verso sud e visiteremo il Parco Nazionale di Ranomafana, caratterizzato anch'esso da foresta umida. Ci trasferiremo poi nella regione occidentale del Madagascar, esplorando in successione il Parco Nazionale di Ankarafantsika (conosciuto anche come Ampjoroa) e la foresta di Kirindy. Il tour è espressamente dedicato ai lemuri, ma avremo occasione di vedere altri Mammiferi, altrettanto interessanti, come il Ratto gigante malgascio, la rarissima Mangosta striata, il Fossa o qualche specie dei bizzarri tenrec, sorta di ricci "modificati". Quale spettacolo accessorio, godremo, del Madagascar, i suoi paesaggi umani e la gente amichevole, che evidenzia, nei lineamenti, la loro genia asiatica; i primi uomini a giungere sull'isola, fra 2000 e 1500 anni fa, provenivano probabilmente dalle attuali India e Indonesia, e da questi primi coloni discendono le etnie malgasce dai tratti somatici chiaramente asiatici. Durante i nostri trasferimenti, da una foresta all'altra, vedremo anche i paesaggi modificati dall'uomo, le risaie terrazzate, anch'esse reminiscenti dell'Indonesia e dell'India, e il brullo tavolato centrale, risultato, ahimè dell'indiscriminato utilizzo in agricoltura dello slash-and-burn, taglia e brucia, che ha azzerato le foreste dell'interno. E, oltre ai meravigliosi animali selvatici, incontreremo, governate dai pastori merina e betsibeo, mandrie di gobbuti e paciosi zebù. Oltre al classico birding tour in Madagascar e a questo lemur-watching tour, Ornitour ha pensato anche agli erpetologi più dedicati e propone anche un reptile-watching tour.

Credits immagini slideshow: Indri (© Zigomar, CC BY-SA 3.0), Sifaka di Verreaux (© Jeff Gibbs, CC BY-SA 3.0), Catta (© Alex Dunke (Maky), CC BY 3.0 ), Lemure sportivo di Milne-edwards (© Frank Vassen, CC 2.0 Generic), Viale dei Baobab (© Benh Lieu Song, CC BY-SA 3.0)



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Itinerario dettagliato    
1° giorno) volo Madagascar Airline Milano - Antananarivo via Parigi. Arriveremo in tarda serata e pernotteremo in un hotel nei pressi dell'aeroporto. Sulla via per l'albergo ci fermeremo ad una bellissima colonia di Volpi volanti del Madagascar che, al tramonto, partono dai loro alberoni per andare a caccia di frutta; sarà questo speciale chirottero il nostro primo mammifero in Madagascar.

2° e 3° giorno) voleremo da Antananarivo a Maroantsetra, sull'Oceano Indiano, il porto di partenza per l'isola di Nosy Mangabe, che raggiungeremo con una traversata in battello della durata di un paio d'ore. Pernotteremo due notti in un campo tendato appositamente eretto dalla'organizzazione locale, e avremo tempo quasi due giorni completi, per visitare l'isola, celeberrima per essere l'area del Madagascar dove è più facile incontrare il misterioso e inquietante Aye aye. L'animale, che è il target principale del nostro soggiorno sull'isola, ha abitudini strettamente notturne e noi effettueremo due escursioni alla luce di potenti torce che, si spera, illumineranno lo spettrale lemure, insieme alle altre specie di animali notturni che vivono in questa foresta, dal Camaleonte pigmeo, il più piccolo camaleonte del mondo, alla splendida Mantella levigata, una ranocchia multicolore, al Lemure bruno testabianca e al Topolemure bruno, due cugini dell'Aye aye. Nosy Mangabe è parte del vasto Masoala National Park e protegge una splendida foresta pluviale tropicale. Cercheremo l'Aye aye, l'unica specie della famiglia dei Daubentoniidae, un animale reminiscente di una volpe, un topo, un pipistrello, uno spettro, un gremlin. Il significato originale del nome aye-aye è andato perduto assieme alla lingua che gli diede origine, tuttavia si pensa che il nome corrisponda al grido d'allarme che i locali emettevano per segnalare la presenza dell'animale. Questi primati, infatti, sono considerati nella stragrande maggioranza del proprio areale portatori di sventura, sotto forma di malattie, disastri o decessi. Secondo una colorita leggenda degli indigeni sakalava l'Aye aye esegue le sentenze del diavolo siedendosi sul petto del prescelto e bucandogli il cuore nel sonno col dito medio; in effetti il dito medio è una specifica caratteristica dell'animale, ma serve a tutt'altro: ridotto a poco più di un bastoncino scheletrico e lungo fino al triplo rispetto alle altre dita, è lo strumento con cui la bestiola si procura il cibo, scavando con esso il bambù e la canna da zucchero per estrarne il midollo e la polpa. Grazie alle conoscenze della nostra guida locale abbiamo ottime possibilità di vedere questa straordinaria creatura!

4° giorno) torneremo con il battello a Maroantsetra e voleremo ad Antananarivo. Ci trasferiremo poi a Perinet, dove pernotteremo tre notti in un grazioso lodge ai bordi della foresta. Arriveremo in tempo per una prima escursione serale nel parco.

5° e 6° giorno) la foresta di Perinet è il nome con cui è conosciuto il Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia, un'estensione di foresta umida che è un favoloso scrigno di wildlife, che racchiude, ad esempio, ben sessanta specie di uccelli endemici; il parco è costituito da due riserve, Mantadia e Analamazaotra. In questi tre giorni potremmo osservare una quindicina di specie di mammiferi, soprattutto lemuri. Perinet è la patria del più grosso lemure del Madagascar, l'Indri, una delle numerose specie della famiglia Indriidae; le grida penetranti dell'Indri, una sorta di mix tra quelle del gibbone e le "risate" di una iena, saranno la colonna sonora delle nostre escursioni nella foresta. A quasi ogni specie di lemure in Madagascar ruotano intorno miti e leggende e quelle sull'Indri sono tra le più suggestive; una di queste narra che l'uomo e l'indri erano padre e figlio e vivevano insieme nella foresta: un giorno, il figlio decise di andare sugli altipiani a coltivare la terra, divenendo il primo uomo. Da quel momento il padre, divenuto il primo indri e rimasto solo, piange ogni mattina il figliolo andato via. Anche il nome vernacolare dell'Indri, attribuitogli da Pierre Sonnerat, ha una storia curiosa: infatti, in malgascio il termine "indri" significa "guarda!" oppure "lì". Il naturalista francese, udendo un indigeno urlare "indri indri" mentre indicava un esemplare, pensò che si trattasse del nome dell'animale; il vero termine malgascio per designare l'indri è invece babakoto, che vuol dire padre o antenato. Le altre specie di lemuri target di questo parco sono il Sifaka diademato e il Vari bianconero. Tra le altre specie di Perinet ricordiamo il Lemure bruno comune, il Lemure del bambù grigio orientale, l'Avahi orientale, il Lemure nano orecchie pelose e il Topolemure di Goodman. Perinet ospita tre specie di carnivori, il Fossa, il Fanaloka e il Falanouc (tutte affini alle genette africane, ma appartenenti ad una famiglia endemica del Madagascar, gli Eupleridae); delle tre avremo qualche opportunità di incontrare il Fossa, l'unica ad avere abitudini sia diurne che notturne. Tra le altre specie di mammiferi del parco, potremmo incontrare il bizzarro Tenrec striato di pianura; i tenrec appartengono alla famiglia dei Tenrecidae, ordine degli Afrosoricidae, uno dei tre raggruppamenti in cui è stato diviso il vecchio ordine degli Insettivori; i tenrec sono un incrocio tra ricci e topiragno e la specie in oggetto è la più decorata delle 29 del Madagascar. Durante le nostre escursioni serali vedremo altre meraviglie della notte malgascia: camaleonti, rane, insetti di mille fogge, serpenti e uccelli notturni. A Perinet potremo vedere, durante il giorno, meravigliosi uccelli, quasi tutti endemici e, anche se il birdwatching non è il motivo principale di questo tour, non potremo non emozionarci di fronte a specie come le coracie terragnole, endemiche dell'isola, i coua, specie di grossi cuculi terricoli caratterizzati tutti da un'area carnosa di blu brillante intorno agli occhi, gli splendidi asity (sorta di nettarinie) e, soprattutto, le vanghe (il nome non ha niente a che vedere con l'attrezzo da giardino, ma è quello con cui questi uccelli sono chiamati dalla gente locale.

7° giorno) dopo un ulteriore sessione di mammal-watching nel parco, torneremo ad Antananarivo, dove pernotteremo.

8° giorno) lungo trasferimento al Parco Nazionale di Ranomafana, dove pernotteremo tre notti in un lodge del parco. Partiremo all'alba perchè ci vogliono quasi dieci ore per arrivare al parco; ma appena arrivati ci godremo la nostra prima specie, abituale frequentatrice, al crepuscolo, di un boschetto di bambù all'entrata del parco: il Lemure del bambù dorato. La scoperta nel 1986 di questa specie, confinata praticamente a Ranomafana, convinse le autorità a proteggere questo tratto di foresta pluviale, che nel 1991 divenne parco nazionale. Una curiosità: questa specie, come indica il nome, si ciba dei germogli del bambù, che contengono cianuro, la cui quantità, nel mezzo chilo di dieta quotidiana, è dodici volte la dose letale per ogni altro animale della sua stazza. Il Lemure del bambù dorato è criticamente minacciato di estinzione e sarà per noi un privilegio poterlo ammirare e fotografare.

9°/11° giorno) Il Parco nazionale di Ranomafana è situato nel Madagascar centrale, a 60 km dalla città di Fianarantsoa. Dal 2007 fa parte del complesso delle foreste pluviali di Atsinanana, un patrimonio dell'umanità dell'Unesco. Situato in una zona montuosa, si estende lungo i fianchi di alture che vanno dai 600 ai 1400 ricoperte da una fitta foresta pluviale. Sono ben dodici le specie di lemuri che vivono all'interno del parco e ci daremo da fare per vederne il maggior numero possibile: Lemure del bambù minore orientale, Lemure del bambù maggiore, Lemure panciarossa, Lemure rosso, Lemure fronterossa, Topolemure bruno, Lemure sportivo dentipiccoli (lo scopritore dei "lemuri sportivi" li chiamò così per la loro agilità), Lemure nano maggiore, Avahi di Peyrieras, Vari bianconero. Nel parco vive anche l'Aye aye, ma le osservazioni sono state scarsissime negli ultimi anni e quindi non dovremmo contarci molto. Uno dei target a Ranomafana sarà il Sifaka di Milne Edwards, ritenuto fino a poco tempo fa una sottospecie del Sifaka diademato. Il gruppo dei sifaka è stato quello che ha subito i maggiori sconvolgimenti tassonomici: dalle due specie originarie, oggi ne sono riconosciute nove, e tutte sono minacciate di estinzione, con valutazione da parte dell'IUCN che va da vulnerabile a criticamente minacciato. Alcune specie di sifaka eseguono "danze saltanti" e altre sui rami più alti degli alberi, si volgono verso il sole nascente e sollevano le braccia, in modo che il sole riscaldi loro il petto; ecco perché essi erano conosciuti come "gli adoratori del sole". Altri mammiferi della foresta sono il Fossa, il Fanaloka, la Mangusta codacerchiata, il Tenrec comune, il Tenrec striato di pianura e il rarissimo Tenrec acquatico (il suo areale conosciuto è praticamente confinato a Ranomafana). Per quanto non debbano essere molti, anche tra gli amanti dei mammiferi, gli estimatori di sorci & ratti, avremo l'opportunità di vedere qualche specie dei suddetti, un pò più simpatici delle nostre comuni pantegane: il Ratto boschereccio rosso orientale, il Ratto codabianca e il Ratto rosso di pianura. In uno dei tre giorni a Ranomafana, effettueremo un'escursione all'Anja Park, un piccolo parco diventato celebre perchè ospita una piccola comunità di Catta, una delle specie di lemuri iconiche del Madagascar (il King Julien del film Madagascar della DreamWorks, tanto per intendersi). Anche a Ranomafana potremo ammirare decine di specie di uccelli e rettili, per una full immersion nella wilderness malgascia.

12° giorno) attraverseremo oggi, da est a ovest, l'altopiano centrale, per raggiungere un altro splendido parco, il Kirindy Mitea National Park. Raggiungeremo dapprima Morondava passando, lungo il percorso, dal celebre Viale dei Baobab e da qui proseguiremo per il parco, in un ecolodge del quale pernotteremo quattro notti.

13°/15° giorno)
il Kirindy Mitea National Park si affaccia sul Canale di Mozambico, nella regione di Menabe; è caratterizzato da un mosaico di ecosistemi e la sua parte costiera è un susseguirsi di baie, spiagge, dune e lagune retrodunali, mangrovie. Ma l'area che più ci interessa è la foresta decidua arida, un habitat ben diverso da quello rappresentato dalle foreste pluviali dell'est. Poiché l'itinerario non prevede aree più a sud, ci godremo l'unico esempio del viaggio di foresta spinosa, la favolosa estensione di Didiereaceae e Euphorbiaceae che forma la parte meridionale del parco. Kirindy è famosa per la sua popolazione di Fossa, che qui vennero studiati approfonditamente; avremo quindi ottime possibilità di vedere, o rivedere, il feroce carnivoro (feroce quantomeno nel suo nome scientifico, Cryptoprocta ferox). Sono molte le specie di lemuri del parco e, avendo in programma escursioni di giorno e la sera, potremo vedere sia le specie diurne che quelle crepuscolari. Tra quelle notturne ricordiamo il Lemure forcuto pallido (le quattro specie malgasce di "lemuri forcuti" sono così chiamate per il disegno del volto, capo e dorso: due strie nere corrono dagli occhi al capo dove si riuniscono in un'unica traccia sul dorso, a formare una specie di forca), il Lemure sportivo codarossa, il Lemure nano codagrassa, il Topolemure grigio, il Topolemure gigante di Coquerel, il Topolemure di Madame Berthe (una specialità di Kirindy), il Topolemure pigmeo; di quest'ultima specie, il più piccolo lemure malgascio e anche il più piccolo Primate del mondo, vale la pena citare una breve e suggestiva descrizione del famoso naturalista Gerard Dürrell: "due di loro possono stare in una tazza da tè. Sono esserini delicati con il manto grigio-verde ed enormi occhi dorati, zampe e orecchie rosa, morbide come petali. Emettono squittii e gorgheggi acuti e non appena incontrano un individuo della loro specie si leva un coro di invettive lillipuziane tra i rami illuminati dalla luna". Di giorno i lemuri sono un pò più facili da vedere, come lo splendido Sifaka di Verreaux, il Lemure bruno fronterossa, il Lemure bruno codarossa. Ma forse gli ospiti a quattrozampe più famosi del parco sono due specie localizzate e rare. Il Ratto gigante malgascio somiglia più (per fortuna) ad un coniglio che ad un roditore; il suo areale è ridotto a 20 kmq all'interno del parco; la Mangosta striestrette è un pò meno localizzata poiché il suo areale si estende lungo la fascia di foresta decidua del centro e sud del Madagascar occidentale. Infine ci potremo divertire (?) con l'osservazione di qualche specie di pipistrello, mammiferi anch'essi negletti ma interessanti: tra le diverse specie, il Ferro di cavallo di Commerson e il Ferro di cavallo rossiccio potranno essere positivamente identificati. Anche a Kirindy potremo trovare diverse specie di tenrec. E anche rettili e uccelli, naturalmente; Kirindy, in particolare, è straordinariamente ricca di rettili: se ne sono contate 58 specie!

16° giorno) torneremo oggi a Morondava, da dove un volo ci porterà a Majunga (o Mahajanga): raggiungeremo poi l'Ankarafantsika National Park, conosciuto anche come Ampjoroa, dove pernotteremo tre notti.

17° e 18° giorno) l'Ankarafantsika National Park protegge un tratto di foresta decidua, ma possiede anche laghi e corsi d'acqua così che l'avifauna sia una delle più varie del Madagascar. Ma il nostro target, anche qui, sarà rappesentatto dai mammiferi; una delle specie più belle di Ankarafantsika è il Sifaka di Coquerel, che avremo l'opportunità di vedere negli alberi di mango all'ingresso del parco e, se avremo fortuna, vedremo le famose danza dei sifaka, che gli animali fanno quando scendono a terra. Molte specie di animali celebrano Charles Coquerel, che fu un chirurgo nella flotta francese e, a tempo perso, un eccellente zoologo, dedicato soprattutto all'entomologia. Altri lemuri del parco sono il Lemure mangusta, il Lemure bruno comune, il Lemure sportivo di Milne-Edwards, il Topolemure grigio, il Topolemure dorato, il Lemure nano codagrassa, l'Avahi occidentale.

19° giorno)
torneremo a Morondava e da qui voleremo ad Antananarivo; coincidenza con il volo intercontinentale per Parigi.

20° giorno)
arrivo all'aeroporto di Parigi e coincidenza per Milano. Arrivo a Milano e fine del viaggio.
 

L'Indri è il lemure più grosso del Madagascar; in virtù delle sue abitudini diurne, lo vedremo molto bene nel Parco Nazionale di Andasibe-Mantadia. Sono numerose le leggende che ruotano intorno a questo dolce bestione, la più diffusa delle quali narra che l'uomo e l'indri erano padre e figlio e vivevano insieme nella foresta: un giorno, il figlio decise di andare sugli altipiani a coltivare la terra, divenendo il primo uomo. Da quel momento il padre, divenuto il primo Indri e rimasto solo, piange ogni mattina il figliolo andato via (© Marius Conjeaud, CC BY-SA 3.0)




Il magnifico Sifaka di Coquerel è una delle nove specie di sifaka attualmente riconosciute dai tassonomisti. Il suo areale è confinato alle aree nord-occidentali del Madagascar e avremo ottime opportunità di vederlo nel Parco Nazionale di Ankarafantsika (© David Dennis, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)




Il Sifaka diademato è un'altra specie di sifaka; ha distribuzione orientale e il suo habitat è costituito dalle foreste pluviali e, a causa dell'indiscriminata distruzione di queste, (anche all'interno dei parchi nazionali!) questa specie è criticamente minacciata di estinzione (© C. Michael Hogan, Public Domain)




Il Lemure nano codagrassa è un piccolo lemure notturno appartenente alla famiglia dei Cheirogaleidae, una delle quattro in cui sono suddivisi i lemuri del Madagascar
(© Frank Vassen,  Creative Commons Attribution 2.0 Generic)




Il Lemure del bambù dorato fu scoperto nel parco di Ranomafana solo nel 1986 e divenne subito una delle specie più minacciate di estinzione dell'intero Madagascar (il suo ristrettissimo areale è praticamente confinato entro il Ranomafana National Park). La scoperta di questa nuova specie dall'incerto destino convinse le autorità a proteggere quel tratto di foresta pluviale, che nel 1991 divenne parco nazionale (© David Dennis, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)




Il Ratto gigante malgascio, che fortunatamente assomiglia più ad un coniglio che a una pantegana, è una delle specialità del Kirindy-Mitea National Park (© Adrian Pingstone, Pubblico Dominio)




Il Vari bianconero è un'altra specie di lemure minacciato di estinzione; il suo areale, che si estende lungo la costa orientale del Madagascar, è estremamente frammentato (© Ltshears, Public Domain)




La Civetta malgascia (il termine civetta è riferito a molte specie dei Viverridae, mammiferi carnivori a distribuzione afro-asiatica e non ha nulla a che vedere con il nostro simpatico gufetto) è conosciuta anche come Fanalouc e appartiene in realtà ad una famiglia endemica del Madagascar, gli Eupleridae (© Ltshears, Public Domain)




Questo Tenrec striato di pianura è la più bella delle 29 specie specie di tenrec del Madagascar. I tenrec, incrocio tra un ricci e un toporagno, appartengono alla famiglia dei Tenrecidae, ordine degli Afrosoricidae, uno dei tre ordini in cui è stato diviso il vecchio raggruppamento degli Insettivori (© Bikeadventure, Public Domain)




Il Topolemure pigmeo è il più piccolo lemure del Madagascar (e anche il più piccolo Primate del mondo). Il suo areale è ristretto alla foresta Kirindy Mitea National Park, dove, nel 1993, è stato riscoperto dopo quasi un secolo di assenza dalle cronache scientifiche (© Bikeadventure, Public Domain)


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