Micronesia
Guam, Marianne Settentrionali, Pohnpei, Truk, Yap & Palau
4 - 26 febbraio 2017

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Intro

Quando osservo il planisfero appeso alla parete del mio “laboratorio geografico”, e dirigo lo sguardo sulla sua sezione orientale, vedo, complice la miopia, solo il colore azzurro dell'Oceano Pacifico. Mi sembra, prima di inforcare gli occhiali, che tra le masse insulari di Nuova Guinea e Filippine ad ovest e le coste delle Americhe Settentrionale e Meridionale ad est, ci sia solo acqua. Ma una volta indossate le lenti compare, in quell'acqua, una miriade di nomi, affiancati a nient'altro che piccoli screzi di inchiostro, a volte singoli, a volte riuniti in piccoli grappoli. A leggere la maggior parte di quei nomi mi sembra di essere in un fumetto: monosillabi quali yap, tol, truk, guam somigliano davvero alle scritte dei giornalini della mia infanzia. E invece rappresentano una fantastica realtà geografica: le isole, gli atolli e gli arcipelaghi della Micronesia, la destinazione di questo avventuroso Ornitour. La Micronesia è una delle tre regioni in cui viene divisa l'Oceania (le altre sono la Melanesia e la Polinesia); il suo nome è stato coniato dal francese Jules Dumont d'Urville, deriva dal greco antico e significa “piccole isole”. L'arcipelago della Micronesia si estende su una superficie di quasi tre milioni di chilometri quadrati, ma la superficie delle sue terre ammonta a poche migliaia! E' costituito da sette entità geopolitiche: l'Isola di Guam e le Isole Marianne Settentrionali (entrambe protettorati statunitensi), gli stati autonomi delle Isole Marshall, Kiribati, Nauru e Palau e gli Stati Federati di Micronesia, che comprendono gli arcipelaghi di Yap, di Truk e di Pohnpei e l'isola di Kosrae. Le ultime quattro entità formano l'arcipelago delle Isole Caroline. L'interesse ornitologico di questa regione è stratosferico, poiché essa ospita non meno di quaranta specie di uccelli endemici La morfologia delle isole micronesiane è quanto mai varia: si va dall'atollo corallino di Truk ai coni vulcanici delle Marianne Settentrionali e quasi tutte le isole ospitano mosaici paesaggistici fatti di foreste pluviali, colline erbose, mangrovie, savane e coltivi. La storia della Micronesia era passata sotto silenzio, nel mondiale disinteresse, fino al 1944; c'erano stati naturalmente i “soliti” fatti tipici delle isole del Pacifico: colonizzazioni da parte di genti oceaniche, scoperte da parte di esploratori europei, lotte intestine, invasioni, ecc... ecc... ma, tutto sommato, sul grande palcoscenico del mondo la Micronesia non era mai salita. Nel 1944 fu, letteralmente, tutta un'altra storia: la Seconda Guerra Mondiale visse in questi arcipelaghi tremende battaglie con migliaia di morti; da allora gran parte del turismo verso la Micronesia è un “turismo bellico” con giapponesi e americani, oggi affratellati nello stesso ricordo, che volano di isola in isola, pellegrinano ai teatri di cruentissime battaglie. Solo da pochi anni ha preso piede il turismo ornitologico: lister assatanati volano di arcipelago in arcipelago per “ticcare” i 40 endemismi; il loro “lavoro” è grandemente facilitato dall'eccellente rete di comunicazioni aeree, dagli splendidi hotel, dalla gentilezza e disponibilità della gente locale. Il nostro itinerario prenderà le mosse da Guam, dove sbarcheremo dopo il nostro volo intercontinentale; oltre a Guam, delle Marianne visiteremo anche Tinian, Saipan e Rota. Voleremo poi a Pohnpei e da qui al favoloso atollo di Chuuk, dove passeremo quasi tutto il tempo nell'isola di Weno, ma dove raggiungeremo anche l'isola di Tol South perchè due endemismi vivono solo qui. Ci sposteremo poi a Yap e termineremo il viaggio nell'arcipelago delle Palau, con le sue tredici specie endemiche, il più ricco della Micronesia.



Le celebri Rock Islands di Palau sono un rosario di isolotti calcarei o affioramenti di corallo tra le isole maggiori di Peleliu e Koror. Iscritte nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO dal 2012, sono di una bellezza mozzafiato e rappresentano una delle più popolari destinazioni per le immersioni dell'intero Oceano Pacifico (© Binter, Pubblico Dominio)
 

Sono quaranta le specie di uccelli endemiche della Micronesia (e per qualche tassonomista "progressista" ancora di più). E sono ben nove le specie di occhialini endemici; quello illustrato nella fotografia è l'Occhialino dorato, endemico delle Marianne, dove è comune nelle isole di Saipan e Aguijan (© Peter, CC BY-SA 2.0)


Itinerario in breve

1° giorno) volo Milano - Guam via Hong Kong
2° giorno) in volo
3° giorno) arrivo a Guam. Visita di Guam
4° e 5° giorno) volo a Saipan. Saipan
6° giorno) volo a Tinian e visita di Tinian
7° e 8° giorno) volo a Rota e visita di Rota Island
9° giorno) volo e pernottamento a Guam. Visita di Guam
10° e 11° giorno) volo a Pohnpei. Visita di Pohnpei
12° giorno) volo a Chuuk. Visita di Weno Island
13°/15° giorno) visita dell'Atollo di Chuuk. Visita di Tol Island
16° e 17° giorno) volo a Yap. Visita di Yap Island
18° giorno) volo a Palau
19°/21° giorno) Isole Palau
22° giorno) volo a Guam e coincidenza per Hong Kong. Volo a Milano
23° giorno) arrivo a Milano

Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: hotel e lodge di buona levatura

Difficoltà: due trekking impegnativi a Truk e Pohnpei

Bibliografia: Collins Field Guide: Birds of New Zealand, Hawaii, Central and West Pacific, di Ber Van Perlo, Harper Collins
Birds and Bats of Palau, H Douglas Pratt e Mandy T Etpison, Mutual Publishing
A Field Guide to the Birds of the Yap Island, J F Clements, Ibis Publishing Company

Costo del tour: Euro 5.800

Numero massimo di partecipanti: otto

Mappa interattiva




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Itinerario dettagliato    
1° giorno) volo MIlano - Guam, via Hong Kong.

2° giorno) tra coincidenze e fusi orari, perderemo questo giorno.

3° giorno) arrivo a Guam, dove pernotteremo. L’isola di Guam è la più grande delle Isole Marianne, arcipelago a cui appartiene, e di tutta la Micronesia. Ha statuto di territorio non incorporato degli Stati Uniti d'America, a cui appartiene dal 1950. La parte nord è un altopiano di origine corallina, mentre la parte meridionale è collinare e di formazione vulcanica e le barriere coralline circondano tutta l'isola. Guam è situata a “strapiombo” sull'omonima fossa che la circonda a sud ed a ovest, la celebre Fossa delle Marianne, il punto più profondo della Terra; c’è un po’ d’Italia nella Fossa delle Marianne: il 23 gennaio 1960, il batiscafo Trieste, un’imbarcazione costruita nei cantieri di Terni e Monfalcone, portò Jacques Picard e Don Walsh a 10.921 metri sotto il livello del mare. Useremo Guam solo come punto di partenza per la visita alle altre isole delle Marianne: purtroppo gli habitat naturali dell’isola sono stati quasi completamente distrutti e saremo arrivati tardi per vedere due endemismi mono-insulari tragicamente passati a miglior vita nel 1983 (Occhialino dalle redini di Guam) e nel 1985 (Pigliamosche di Guam); Altre due specie, il Corvo delle Marianne e il Rallo di Guam, sono sull’orlo dell’estinzione, a causa dell’introduzione di creature aliene, prima fra tutti una specie di serpente, Boiga irregularis, che ama molto, dal punto di vista culinario, la fauna locale, ma avremo buone opportunità di vederle su Rota, un’altra isola dell’arcipelago. Un’ultima specie molto interessante, che però non potremo vedere, è il Martin pescatore di Micronesia: la sottospecie di Guam (che da alcuni tassonomisti è considerata specie buona) è estinta allo stato selvatico e ne esistono ormai solo un centinaio di individui in alcuni zoo statunitensi, dove si sta progettando la reintroduzione nell’isola.

4° e 5° giorno) voleremo a Saipan, anch'essa nell'arcipelago delle Marianne, dove pernotteremo due notti. Saipan è l’isola più grande delle Marianne e su di essa vedremo la maggior parte delle specie endemiche dell’arcipelago. Anche Saipan è andata soggetta a deforestazione, ma piccoli appezzamenti di foresta originaria rimangono arroccati sui fianchi delle alture isolane. Su Saipan vedremo: Megapodio delle Marianne (per Clements solo una sottospecie del più diffuso Megapodio di Micronesia, presente anche a Palau), Tortorina golabianca (presenta anche a Yap), Tortora beccafrutta delle Marianne, Salangana delle Marianne, Cannaiola usignolo, Occhialino dorato, Occhialino dalle redini di Saipan. La sottospecie locale del Martin pescatore dal collare, diffuso con decine di sottospecie dal Medio Oriente all’Oceania, potrebbe diventare a breve una specie buona. Su Saipan, come anche sulle altre isole che visiteremo più avanti, sarà possibile vedere specie più cosmopolite, soprattutto uccelli acquatici, sia pelagici che tipici delle aree umide dell'interno. Tra di essi ricordiamo la Berta tropicale, il Cormorano bianconero minore, il Fetonte codabianca, il Fetonte codarossa, la Sula fosca, la Sula piedirossi, la Fregata maggiore, il Tarabusino giallo, la Garzetta del reef orientale, la Garzetta comune, l’Airone intermedio, l’Airone guardabuoi (ci sono buone probabilità che l’Airone guardabuoi venga splittato in tre specie, quella occidentale – Europa, Africa e America – quella orientale – Asia, Australia e Pacifico – e quella delle Seychelles), la Nitticora rossiccia, il Germano nero del Pacifico, il Rallo bandecamoscio, la Schiribilla dai sopraccigli, il Piviere dorato asiatico, il Corriere di Leschenault, il Noddy bruno, la Sterna bianca, la Sterna nucanera, la Sterna crestata, la Sterna dalle redini.

6° giorno) voleremo oggi a Tinian, a sud di Saipan, ma ancora nelle Marianne Settentrionali. Durante la visita a Tinian incapperemo in un vecchio aeroporto fuori servizio. Questa striscia di asfalto è stato, ed è tuttora, ben più famoso (tristemente) degli uccelli endemici dell’isola: sulla pista rullò, il 6 agosto 1945, il bombardiere Enola Gay che si portava in pancia quello che i militari di allora chiamarono, con orrendo senso dell’umorismo, Little Boy, e cioè l’ordigno nucleare che distrusse Hiroshima. Dal punto di vista del nostro birdwatching, la ragione dell’inclusione di questa isole nell’itinerario è dovuta al Monarca di Tinian, endemismo singolinsulare, che è abbastanza comune in quel poco di foresta che è rimasta sull’isola. Pernotteremo a Tinian.

7° e 8° giorno) voleremo a Rota, scendendo verso sud. Rota, a metà strada tra Saipan e Guam, è un'isola molto importante per la reintroduzione del Rallo di Guam, praticamente estinto nell’isola omonima, ma ancora abbastanza comune su Rota, dove potremo vedere anche, con discreta facilità, il criticamente minacciato Corvo delle Marianne. La sottospecie locale del Martin pescatore dal collare (diffuso con decine di sottospecie dal Medio Oriente all’Oceania, e diversa da quella di Saipan) potrebbe diventare a breve una specie buona. L’interno dell’isola è coperto da foreste d’altura, dove effettueremo un’escursione alla ricerca dell’Occhialino di Rota (single-island endemic). Pernotteremo a Rota due notti.

9° giorno) torneremo oggi a Guam e avremo tempo per un'ulteriore esplorazione dell'isola. Lo stop-over su Guam dipende dal fatto che non esistono collegamenti diretti tra Rota e Pohnpei, la nostra prossima destinazione. Pernottamento a Guam.

10° e 11° giorno)
voleremo in mattinata a Pohnpei, dove pernotteremo due notti. L’isola di Pohnpei (fino al 1984 Ponape) fa parte della Federazione degli Stati di Micronesia, insieme all’atollo di Truk (conosciuto anche come Chuuk), l’arcipelago delle Yap e l’isola di Kosrae. Le suddette entità geografiche, più l’isola nazione di Palau, formano le Isole Caroline. Pohnpei è composto dall'omonima isola (con una superficie di 347 kmq) appartenente alle isole Senyavin, e da numerosi atolli con una superficie complessiva di 372 kmq. L’isolamento geografico di quest’isola ha sviluppato numerosi endemismi floristici e faunistici: nove di questi ultimi ci interessano particolarmente, essendo, naturalmente, uccelli. Li cercheremo nelle foreste che occupano l’interno dell’isola maggiore e, con un po’ di fortuna potremo vederli tutti: la Tortorina delle Caroline (presente anche su Truk), il Lorichetto di Pohnpei (un pappagallo non particolarmente colorato), l’Uccello cicala di Pohnpei e il Martin pescatore di Pohnpei (queste due ultime sono solo sottospecie per Clements, ma talmente distinte che il loro stato specifico è quasi certo), il Pigliamosche di Pohnpei, il bellissimo Codaventaglio di Pohnpei, l’Occhialino beccolungo e l’Occhialino grigio (quest’ultimo vive anche a Kosrae, che non visiteremo). L’ultima specie, lo Storno di Pohnpei è probabilmente estinta; abbastanza comune fino agli anni cinquanta del secolo scorso, la sua popolazione è drasticamente diminuita negli ultimi decenni e, nonostante qualche sporadica osservazione (BirdLife International lo cataloga CR, Critically Endangered) negli ultimi anni, è purtroppo ragionevole pensare che non sia sopravissuto al degrado del suo ambiente naturale e all’introduzione di specie esotiche, come la già citata Boiga irregularis. Se avremo tempo visiteremo le straordinarie rovine di Nan Madol, situate nella parte sud-est dell'isola principale. Testimonianza più antica dei primi abitanti, le rovine al 1180 d.C. e sono composte da una serie di isole artificiali con strade ed edifici parzialmente sommersi e sulla cui origine si sa ben poco. Non visiteremo l’isola di Kosrae perché non possiede nessun endemismo singolinsulare, ma vale la pena ricordarla perché era la patria di due specie ormai estinte: lo Storno di Kosrae e la Schiribilla di Kosrae, che rappresentano entrambi esempi illuminanti del rapporto tra uomo e natura. Entrambe le specie furono scoperte nel 1827, quando cinque specimen dello storno e due della schiribilla (specimen, parola elegante che significa cadavere di creatura uccisa da qualche esploratore) furono spediti a vari musei europei. Da allora non si seppe più nulla delle due specie e una ricerca eseguita nel 1931 certificò l’avvenuta estinzione delle due bestiole.

12° giorno) voleremo oggi a Truk (o meglio Chuuk, che è il nome ufficiale dal 1990), dove pernotteremo quattro notti. Inizieremo già da oggi l'esplorazione dell'isola di Weno, sede dell'aeroporto e della maggior parte delle infrastrutture di Truk.

13°/15° giorno) Truk è una spettacolare destinazione per gli amanti del reef; Chuuk è infatti un vasto arcipelago di isole montagnose (chuuk significa, nella lingua locale, montagna) circondato da una collana di piccole isolette, in alcuni casi poco più grandi di uno scoglio, di origine corallina. Divideremo il nostro tempo su Chuuk tra l’isola di Weno, la più vasta e importante dell’arcipelago, e quella di Tol South, a sud-ovest del gruppo insulare: questo perché due degli endemismi dell’arcipelago, e precisamente lo spettacolare Monarca di Truk e l’Occhialino di Truk vivono solo su quest’ultima isola. Il Pigliamosche oceanico è invece diffuso su tutto l’arcipelago e non dovremmo avere difficoltà a vederlo anche su Weno.

16° e 17° giorno) voleremo a Yap, via Guam, dove pernotteremo due notti. Yap è celebre per il suo “denaro di pietra”: le pietre rai, usate non solo negli scambi commerciali, ma anche in transazioni sociali come matrimoni, eredità, affari politici, alleanze, riscatto dei morti in battaglia, sono grandi dischi circolari scavati nel calcare con un grande buco al centro. La dimensione delle pietre è molto variabile, le più grandi hanno un diametro di 3 metri, sono spesse 0,5 metri e pesano 4 tonnellate e ancor oggi ci si domanda come tali oggetti potessero passare di mano. Le tradizioni legate alle pietre rai sono molto suggestive in quanto il valore estrinseco di una specifica pietra si basava non solo sulla sua dimensione e sulle modalità di produzione, ma anche sulla sua storia: il valore di una singola pietra aumentava in relazione al numero di persone morte durante la sua produzione e il trasporto o al rango delle persone che l’avevano posseduta. Geograficamente le isole dell’arcipelago sono coperte da colline erbose con qualche appezzamento di foresta, ed è in quest’ultimo habitat che cercheremo le specie endemiche: lo splendido Monarca di Yap, l’Occhialino disadorno, l’Occhialino di Yap. Altre due uccelli endemici dell’arcipelago non sono ancora considerati a livello specifico da Clements, ma lo saranno verosimilmente molto presto: l’Uccello cicala di Yap e la sottospecie locale della Tortorina golabianca (presente anche, con un’altra sottospecie, nelle Marianne). Altre specie di uccelli, come la Salangana delle Caroline e la Mizomela di Micronesia, sono endemismi regionali, presenti cioè solo in Micronesia.

18° giorno)
oggi avremo ancora un pò di tempo per esplorare Yap, in cerca delle specie che ancora ci mancassero. Nel tardo pomeriggio poi voleremo a Palau, dove pernotteremo quattro notti.

19°/21° giorno) la Repubblica di Palau (scritto anche Belau) è uno stato insulare nell'Oceano Pacifico che, avendo ottenuto l'indipendenza dagli USA nel 1994, è una tra le nazioni più giovani (e meno popolose) del mondo. Situato a circa 500 km a est delle Filippine è la destinazione più occidentale del nostro viaggio e anche la più ricca dal punto di vista avifaunistico: sono infatti ben tredici le specie endemiche di questo arcipelago. Palau è una celebre destinazione turistica, soprattutto in virtù delle spettacolari Rock Islands, un rosario di isole e isolette a sud-ovest dell’isola principale dell’arcipelago: le circa 300 isolette, quasi totalmente disabitate, sono famose per le spiagge di sabbia bianchissima, le lagune blu turchese e la stessa strana forma di molte di esse, che ricorda quella di un ombrello. Passeremo molto del tempo a disposizione su Palau (tre giorni completi) a cercare gli endemismi dell’arcipelago, ma avremo qualche ora a disposizione per riposarci sulle spiagge e fare snorkeling. Ecco una breve descrizione degli uccelli endemici di Palau: il Megapodio di Palau (per Clements, come già sappiamo, sottospecie del più diffuso Megapodio di Micronesia, presente anche nelle Marianne), la Tortorina di Palau, la graziosissima Tortora beccafrutta di Palau, l’unico Strigiforme del nostro viaggio, l’enigmatico Assiolo di Palau, la Salangana di Palau, il Martin pescatore di Palau e l’Uccello cicala di Palau (per ora solo sottospecie di, rispettivamente, Martin pescatore di Micronesia e Uccello cicala), l’Uccello del mattino, il Codaventaglio di Palau, il Pigliamosche di Palau, l’Occhialino fosco, l’Occhialino gigante e la Cettia di Palau. Tra gli endemici regionali, e cioè le specie presenti su quasi tutte le isole del nostro itinerario, ma non al di fuori di esse, a Palau potremo vedere il Piccione imperiale di Micronesia, l'Occhialino delle Caroline e lo Storno di Micronesia; un'altra specie interessante, anche se non endemica, è lo splendido Diamante facciablu, il cui areale va da Sulawesi ad ovest a Vanuatu nell'Ocano Pacifico.

22° giorno) voleremo oggi a Guam e da qui inizieremo il nostro ritorno a casa, nuovamente via Hong Kong.

23° giorno) arrivo a Milano e fine del viaggio.

 

Il Megapodio di Micronesia è endemico della Micronesia, dove è presente solo nelle Marianne e a Palau. Per alcuni autori le due popolazioni appartengono a due specie diverse; nel dubbio cercheremo di vederlo sia a Saipan che a Palau, pronti per crocettare una specie in più quando i tassonomisti concorderanno sulle due specie! (© Michael Lusk, CC BY-SA 2.0)




Questo magnifico pappagallino è il Lorichetto di Pohnpei, endemico dell'isola omonima e del vicino atollo di Ahnd; appartiene alla famiglia dei Psittaculidae, una famiglia istituita recentemente (© Peter, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)




Altro gioiello alato che potremo vedere in questo viaggio è la Tortora beccafrutta delle Marianne, endemica di questo arcipelago (© Ltshears, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)




Tra piccioni e tortore sono sei le specie endemiche di Columbidae della Micronesia. Questa Tortorina golabianca vive a Yap e alle Marianne (© Peter, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)




Un'altra bella immagine dell'Occhialino dorato (© Peter, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)




Lo Storno di Micronesia è comune e diffuso in tutti gli arcipegahi della Micronesia (© Peter, Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic)




Questa bella fotografia è stata scattata al Bronx Zoo di New York, una delle istituzioni che partecipano al progetto di salvataggio e reintroduzione in natura del Martin pescatore di Guam, estinto allo stato selvatico; la fotografia mette in risalto le caratteristiche del piumaggio di questa sottospecie, e cioè le parti inferiori color mattone, diverse da tutte le altre sottospecie che le hanno bianco candido. Il Martin pescatore di Micronesia è presente anche, con differenti sottospecie a Palau e Pohnpei, e qui dovremmo riuscire a vederlo (© Ludovic Bertron, CC BY 2.0




Il grazioso Diamante facciablu è uno splendido Estrildide il cui areale, molto vasto, va da Sulawesi a Vanuatu. Nella regione del nostro viaggio potremo vederlo a Palau e nelle Caroline (© Nrg800, Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported)


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via Meucci 5
25086 Rezzato (BS)
+39 348 8713313
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