Isole Subantartiche
della Nuova Zelanda
gli uccelli marini dei ruggenti 40 e dei rabbiosi 50. The Magical Albatross Tour
13 novembre - 4 dicembre 2016

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Scheda tecnica

Sistemazioni alberghiere: di buon livello a Invercargill. Le cabine dello Spirit of Enderby sono molto confortevoli e dotate di bagno e toilette privati (tranne le cabine denominate Main Deck e Main Deck Triple, che condividono bagni e toilette comuni). Potete dare un'occhiata alla grafica delle cabine cliccando qui

Difficoltà: un paio di trekking impegnativi sulle isole che visiteremo. Chi soffre il mal di mare potrebbe avere qualche piccolissimo problema

Bibliografia: The Complete Guide to Antarctic Wildlife, di H. Shirihai, Princeton University Press;
The Field Guide to the Birds of New Zealand, di Barrie Heather e Hugh Robertson, Penguin Books New Zealand;
Birds and Mammals of the Antarctic, Subantarctic and Falkland Islands, di Frank S Todd, Ibis Publishing Company;
In considerazione del gran numero di uccelli marini, proponiamo la relativa monografia: Field Guide to the Albatrosses, Petrels and Shearwaters of the World, di Derek Onley e Paul Scofield, Christopher Helm

Costo del tour
: a partire da USD 10.500 in cabina tripla (la cabina singola, quando disponibile, ha un costo di 1.7 volte quello della cabina doppia base); la quota si intende per la sola crociera Invercargill – Dunedin ed esclude il volo intercontinentale e le tasse di sbarco sulle isole (USD 800). Comprende invece il pernottamento e la prima colazione a Invercargill

Numero massimo di partecipanti: quattordici


Nota Bene

Gli sbarchi nelle Isole Subantartiche sono strettamente regolamentati e i permessi sono rilasciati dal governo di Nuova Zelanda e Australia. Non è permesso approdare alle Snares, Antipodes, Bounty e a Rangatira nelle Chatham. Alcune circostanze negative, come ad esempio il maltempo, o positive, come ad esempio il permesso di approdare in aree proibite in crociere precedenti, potrebbero determinare cambiamenti nella rotta e nella sequenza degli sbarchi. Il tour-leader dello Spirit of Enderby terrà i partecipanti informati di ogni variazione

Heritage Expeditions

Heritage Expeditions fu fondata nel 1985 da Rodney Ross allo scopo di incrementare la consapevolezza dei problemi del mondo naturale attraverso l’allestimento e l’effettuazione di crociere naturalistiche ecologicamente responsabili, per un turismo naturalistico sostenibile. Rodney era stato, prima di allora, uno dei biologi dello staff del New Zealand Wildlife Service, con il quale aveva attivamente contribuito alla conservazione, e in qualche caso al salvataggio dall’estinzione, di uccelli come il Kakapo e la Petroica delle Chatham; attraverso il suo lavoro, si rese conto che, ai fini della conservazione, era meglio, molto meglio, far condividere le meraviglie della biodiversità con quante più persone possibile, persone che sarebbero poi diventate ambasciatori della natura, difendendola e sostenendola più consapevolmente, in virtù dell’assioma che si protegge ciò che si ama e che si ama più profondamente ciò che si conosce. 
Heritage Expeditions studia e pianifica meticolosamente crociere naturalistiche per piccoli gruppi (mai più di 50 persone), negli oceani Artico e Antartico e nel Pacifico occidentale; ogni spedizione è condotta in modo tale da garantire ad ogni partecipante le migliori opportunità di approfondire ogni aspetto degli ecosistemi che visitano, da quello geologico a quelli botanico e faunistico, senza trascurare la storia della regione in oggetto, spesso avventurosa e a volte leggendaria; ogni crociera è guidata da un tour-leader con una perfetta conoscenza della regione esplorata e la sicurezza che tutti i partecipanti riescano a vedere e possano capire gli ecosistemi visitati discende anche dal fatto che il rapporto guide/partecipanti è di uno a dodici: piccoli gruppi con alta “capacità esplorativa” e minimo impatto ecologico. La conoscenza, da parte dello staff e dell’equipaggio, delle Isole Subantartiche, del Mare di Ross e dell’Antartide orientale è insuperabile e insuperata, e permette ai loro passeggeri di approdare in aree che altri operatori, e altri vascelli, dovrebbero escludere: un fatto da tenere a mente quando si pianifica un viaggio naturalistico alla ricerca di animali rari e affascinanti.
Altre caratteristiche delle crociere Heritage Expeditions sono la scelta accurata di equipaggiamento, veicoli e vascelli a basso impatto ecologico, il riciclo delle scorie e, quando esse non si possano riciclare direttamente sul sito di approdo, vengono riportate sulla nave e scaricate nella prima area compatibile.


m/v Spirit of Enderby

Il vascello usato da Heritage Expeditions per tutte le sue crociere è il mezzo perfetto per realizzare lo scopo principale di ogni crociera naturalistica, e cioè arrivare il più possibile vicino alle coste delle regioni che si intendono esplorare e sbarcare quanto più possibile vicino alle aree dove si trovano gli animali e le piante che si vuole vedere; tutto ciò con il massimo comfort e sicurezza. Lo Spirit of Enderby porta 48 passeggeri alloggiati in Suite, Minisuite, cabine doppie e triple. Tutte le cabine, tranne quelle denominate Main Deck e Main Deck Triple, hanno bagno e toilette privati. La cucina è eccellente, gestita da top-chef australiani e neozelandesi. Lo staff naturalistico è costituito da biologi che hanno dedicato la loro vita a ricerche sul campo nelle regioni toccate dalle crociere della compagnia. Il capitano e l’equipaggio sono di origine russa e svolgono il loro lavoro con cura, attenzione ed entusiasmo.
Lo Spirit of Enderby misura 72 metri di lunghezza e il suo chassis è stato costruito (e rimesso a nuovo nel 2004) rinforzandolo per la navigazione nel pack. E’ spinto da due motori diesel da 1560 cavalli, che gli permettono di raggiungere la velocità di 12 nodi. Ma quello che fa dello Spirit of Enderby un vascello unico nel suo genere è il fatto di essere dotato di: a) una flotta di imbarcazioni rigide gonfiabili (i celebri Zodiacs); b) due hovercraft, che permettono, in Antartide, ineguagliabili sbarchi sul ghiaccio.
Il nome Spirit of Enderby onora l’opera dei Fratelli Enderby di Londra. I capitani Enderby furono, per quarant’anni, protagonisti dell’esplorazione dell’Antartide nella prima metà del XIX° secolo. Il nome ricorda anche l’isola di Enderby, probabilmente la più bella di tutte le Isole Subantartiche.




Oltre agli uccelli marini in senso stretto, albatros, petrelli e uccelli delle tempeste, anche i cormorani impreziosiranno il tour, soprattutto perchè vedremo diverse specie endemiche degli arcipelaghi subantartici. Quello nella foto è un Cormorano di Macquarie (© Hullwarren, CC BY-SA 3.0)
 

Il sottotitolo di questa avvincente crociera spiega qual è la ragion d'essere ornitologica della navigazione: gli albatros. La recente revisione tassonomica dei Diomedeidae ci permetterà di vedere fino a tredici specie di questi instancabili volatori degli oceani. Quello illustrato nella fotografia è un Albatros di Buller (© JJ Harrison, CC BY-SA 3.0)


Intro

Non sono naturalmente gli anni ad essere ruggenti, e tantomeno rabbiosi. Ci riferiamo qui a gradi di latitudine, per la precisione di latitudine sud, dove a ruggire e ad arrabbiarsi sono le onde dell’oceano sollevate dal vento. Non ci si spaventi, chè questa crociera filerà via liscia (come tutte le altre simili che la Heritage Expeditions ha effettuato negli anni scorsi). L’itinerario di questa straordinaria crociera si svilupperà in un cerchio, anzi un ellisse magico che, a partenza dalla città neozelandese di Invercargill, toccherà le isole Snares, le Auckland, l’isola di Macquarie, le Campbell, le Antipodes, le Bounty e le Chatham, per rientrare sulla costa est dell’Isola Meridionale della Nuova Zelanda, a Dunedin. Nessun estimatore di uccelli marini potrà rimanere indifferente alla proposta di una crociera che promette di fargli osservare 60 specie di uccelli pelagici, tra albatros, petrelli, berte, uccelli delle tempeste, gabbiani, stercorari e sterne; e ulteriori venti specie se ci mettiamo altre specie legate all’acqua come anatre, aironi e limicoli! Le isole subantartiche della Nuova Zelanda, e le acque che le circondano, ospitano la più grande selezione di uccelli marini: più di 40 specie nidificano sulle isole per un numero che rappresenta il 10% di tutta la popolazione di uccelli marini del mondo! Tredici specie di albatros (il 40% del totale delle specie conosciute) nidificano nella regione e cinque di esse sono endemiche. 21 specie di Procellaridi nidificano nelle Isole Subantartiche (il 30% delle specie mondiali) e delle sette specie di pinguini, tre sono endemici. Anche gli uccelli terragnoli, in virtù del lungo isolamento dei vari gruppi di isole, sono di grande interesse: non meno di 15 specie endemiche, con le Chatham a far la parte del leone, con sette endemismi. Dal punto di vista paesaggistico, poi, la crociera vale da sé la quota di partecipazione: foreste, distese di “megaerbe”, straordinari fiori endemici, coste rocciose trapuntate di falesie e baie; e poi il colpo d’occhio di decine di migliaia di cormorani impettiti sulle rocce, la suggestione (e le meravigliose opportunità fotografiche) di camminare letteralmente in mezzo ad albatros e pinguini, l’emozione di aspettare sul ponte della nave che si avvicinino albatros e petrelli (aiutati dallo sversamento in mare di chili di pesce marcio e olio puzzolente, una vera delizia per i pelagici, il cosiddetto “chumming”). L’insieme degli arcipelaghi delle Isole Subantartiche sono state inserite nel 1998 nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. La crociera inizierà a Invercargill, da dove ci dirigeremo alle Isole Snares, dove nidificano sei milioni di Berte grigie; la specie più importante sarà il Pinguino delle Snares, endemico delle isole, ma altrettanto importante sarà un piccolissimo Passeriforme, il Felciarolo. Alle Auckland avremo l’opportunità di vedere, tra le altre specie, sempre molto interessanti, ma non endemiche, il Cormorano delle Auckland, il Beccaccino subantartico e l’Alzavola delle Auckland. A Macquarie il target principale sarà il Pinguino reale, endemico, ma potremo ammirare altre specie di pinguini, insieme al Cormorano di Macquarie, anch’esso endemico. Alle isole Campbell saremo alla ricerca della rarissima Alzavola delle Campbell, ma l’entusiasmo suscitato dalle decine migliaia di uccelli marini lenirà il dispiacere dell’eventuale insuccesso con l’anatroccolo (l’alzavola è davvero molto rara ed è stata osservata pochissime volte negli ultimi anni). Le Antipodes sono situate più a nord e il clima più caldo spiega la presenza sull’arcipelago di due pappagalli, entrambi endemici: il Parrocchetto delle Antipodes e il Parrocchetto di Reischek; non mancherà neanche qui, naturalmente, una pletora di uccelli marini. Alle Bounty l’ospite più illustre è il Cormorano delle Bounty con il solito corollario di albatros, berte e petrelli. La navigazione verso le Chatham sarà uno dei momenti clou della crociera: in queste acque è stato osservato il numero più alto di pelagici, con un record, alcuni anni fa, di trentadue specie, tra cui il Petrello delle Chatham e il Petrello della Magenta, una bestia, quest’ultima, la cui osservazione, se avverrà, sarà sicuramente il momento più emozionante del tour. Alle Chatham, ultimo arcipelago in ordine di tempo della nostra crociera, sbarcheremo nel capoluogo e avremo occasione di scambiare qualche parola con la popolazione locale. Oltre agli uccelli marini endemici (due petrelli, due cormorani e un limicolo), sulle isole vivono tre endemismi terricoli: un piccione, una gerigone e una petroica. Durante la crociera vedremo anche almeno quattro specie di foche e otarie, e cetacei come la Balena pilota pinnalunga, il Capodoglio, l’Orca, il Mesoplodonte di Gray e il Tursiope. Con Heritage Expeditions abbiamo anche in programma altre quattro fantastiche crociere: South Indian Odyssey, South West Pacific Odyssey, Western Pacific Odyssey, Sulla rotta di Bering, alla ricerca del Piovanello becco a cucchiaio. Oltre alle cinque crociere organizzate direttamente da Ornitour, potete scegliere sul sito di Heritage Expeditions altre meravigliose avventure, tra le quali una crociera alle Kermadec, un’avventura nel Lontano Oriente Russo e una crociera nel Mare di Okhotsk.

Itinerario in breve

1° e 2° giorno) volo Milano Malpensa - Auckland
3° giorno) volo a Invercargill
4° giorno) Invercargill
5° giorno) Southland Museum. Imbarco sulla Spirit of Enderby
6° giorno) Snares Islands
7° giorno) Auckland Islands
8° giorno) Auckland Islands. In mare per le Macquarie Island
9° giorno) in mare verso Macquarie Island
10° giorno) Macquarie Island
11° giorno) Macquarie Island. In mare per Campbell Islands
12° giorno) in mare per Campbell Islands
13° giorno) Campbell Islands
14° giorno) in mare per le Antipode Islands
15° giorno) Antipode Islands
16° giorno) Bounty Islands
17° giorno) in mare per Chatham Islands
18° e 19° giorno) Chatham Islands
20° e 21° giorno) rotta per la Nuova Zelanda
22° giorno) arrivo a Dunedin. Imbarco serale per Milamo, via Auckland e Los Angeles
23° giorno) arrivo in serata a Milano

Mappa interattiva






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Itinerario dettagliato    
1° e 2° giorno) volo Air New Zealand Milano - Auckland via Los Angeles.

3° giorno)
volo ad Invercargill e trasferimento all'hotel dove pernotteremo.

4° giorno)
il tour parte da Invercargill, la città più meridionale della Nuova Zelanda. La città fu fondata nel 1856 da coloni scozzesi che vollero dare alla vicina città di Bluff un suo porto (Inver deriva dalla parola scozzese inbhir, che significa "foce", mentre Cargill celebra il capitano William Cargill, che all'epoca era il sovrintendente della provincia di Otago). I partecipanti dovranno farsi trovare per la cena all’Hotel Kelvin. Per chi fosse già qui dalla sera precedente, organizzeremo un’escursione a Sandy Point e a Queens Park, dove potremo vedere specie di uccelli della terraferma neozelandese, che non potremo più vedere durante la crociera, e quasi tutte endemiche. Tra questi ricordiamo il Cormorano bianconero minore, la Spatola reale, l’Alzavola grigia, il Germano nero del Pacifico, la Casarca del paradiso, la Beccaccia di mare di South Island, la Beccaccia di mare variabile, la Pittima minore e il Voltapietre comune (entrambi svernanti dal Paleartico), il Gabbiano becconero, la Sterna maggiore, il Piccione di Nuova Zelanda, il Martin pescatore sacro, il Pipipi (una sorta di rampichino, ma molto distante evolutivamente dai nostri rampichini paleartici), la Gerigone grigia, il Codaventaglio di Nuova Zelanda. Nella baia di Invercargill vedremo i nostri primi due cormorani endemici il Cormorano bronzeo e il Cormorano macchiato.

5° giorno) dopo colazione visiteremo il Southland Museum dove potremo vedere diorami e trovare informazioni sulla storia, società, flora e fauna della Regione Subantartica. Ci trasferiremo poi a Port of Bluff, 27 chilometri a sud di Invercargill, dove ci imbarcheremo sullo Spirit of Enderby, la nostra casa per i prossimi 17 giorni. Nella hall del vascello riceveremo il benvenuto da parte del Capitano e lo staff ci terrà una lezione di orientamento sul nostro viaggio. Partiremo poi per le Isole Snares, la prima tappa della nostra navigazione. Spenderemo le prime emozionanti ore sul ponte, perché, appena fuori dalla baia potremo vedere le nostre prime specie di uccelli marini; gli albatros sono soggetti ad una continua revisione tassonomica, in virtù della quale potremo vedere, nelle acque subantartiche molte più specie di quanto avremmo potuto vederne solo pochi anni fa. Come primo esempio, l’Albatros urlatore locale è oggi diviso in quattro specie, che, con un pò di fortuna, potremmo vedere tutte durante la crociera. La prima è l'Albatros di Gibson, che vedremo insieme ad altre tre specie di albatros, Albatros reale meridionale, Albatros capobianco e Albatros di Salvin, e ad altri uccelli pelagici, come il Prione beccolargo, la Berta grigia, la Berta codacorta (rara) il Petrello maculato, il Petrello tuffatore comune (i petrelli tuffatori sono piccoli uccelli pelagici degli oceani australi: assomigliano vagamente alle alche dell’emisfero boreale e come loro cacciano la preda inseguendola sott’acqua, volando letteralmente in immersione).

6° giorno) si stima che ci siano più uccelli marini sulle isole Snares che in tutte le Isole Britanniche! Le Isole Snares sono un piccolo arcipelago che si trova circa 200 chilometri a sud dell'Isola Meridionale della Nuova Zelanda. Esse consistono dell'isola principale (North East Island) e delle più piccole Broughton Island e Western Chain. Furono scoperte nel 1791 da George Vancouver, che le battezzò The Snares (in inglese snare significa trappola) perché considerava un azzardo tentare di avvicinarsi alle loro coste. Ancora oggi non è possibile sbarcare alle Snares, ma non per problemi tecnici, bensì per offrire a questo straordinario lembo di foresta subantartica la dovuta protezione. L’isola principale è un mosaico di foresta, felci arboree, arbusti, praterie e distese delle cosiddette “megaerbe”; come ben si intuisce dal nome, questi vegetali sono caratterizzati da grossa taglia, larghe foglie carnose e fiori dai colori insoliti. La circumnavigazione con gli Zodiac intorno a North East Island ci permetterà di osservare da vicino i frenetici voli, da e per le loro tane, di migliaia di Berte grigie (la loro popolazione sull’arcipelago ammonta a sei milioni di individui!). Le Isole Snares sono l’unico posto al mondo dove nidifica il buffo Pinguino delle Snares e avremo ottime opportunità di vederlo impettito sulle rocce costiere dell’isola. Tra le altre specie di uccelli marini di queste parti ricordiamo l’Albatros di Buller, il Petrello del Capo, il Gabbiano beccorosso, la Sterna antartica e la Sterna frontebianca. Sarà forse possibile vedere dagli Zodiacs anche due piccoli Passeriformi: la Petroica testagrossa (nome poco elegante, in italiano, di un piccolo e carinissimo uccelletto bianco e nero), che alle Snares è presente con una popolazione (ssp dannefaerdi) completamente nera e passibile di elevazione a specie buona, e il Felciarolo, un piccolo uccellino vagamente somigliante ad una prinia, ma appartenente alla stessa famiglia della nostra Salciaiola. Già nel tardo pomeriggio faremo rotta per le isole Auckland.

7° giorno) raggiungeremo l’isola di Enderby, la più settentrionale delle Auckland, dove tenteremo di approdare a Sandy Bay. Le Auckland furono scoperte dal Capitano Abraham Bristow, a bordo di una baleniera di proprietà della società inglese Enderby: il capitano dedicò l’isola al suo datore di lavoro e chiamò l’arcipelago Auckland in onore di William Eden, primo barone di Auckland. Il paesaggio di Enderby è spettacolare, con foreste e praterie e l’avifauna è altrettanto favolosa. Sbarcheremo letteralmente in mezzo ad una colonia dell’endemico Leone marino di Hooker, dove gli indolenti animali sono vigilati da Pinguini occhigialli e Cormorani delle Auckland. Poco prima di sbarcare vedremo anche Albatros mantochiaro, Ossifraghe del nord, Gabbiani beccorosso, Stercorari subantartici. Nelle acque della baia nuotano Alzavole delle Auckland, e poco all’interno cercheremo, nella fitta prateria, il Beccaccino subantartico, endemico delle isole subantartiche. Tra le altre specie che incontreremo nell’entroterra le più importanti sono il Corriere doppiabanda (la sottospecie exilis confinata alle Auckland) , il Parrocchetto fronterossa, il Parrocchetto frontegialla, la Pispola australasiatica, il Campanaro di Nuova Zelanda. A Derrycastle Reef avremo buone opportunità di vedere Pittime minori, Voltapietre comuni e probabilmente altri migratori dal Paleartico. Non che per un birdwatcher europeo rappresentino una visione emozionante, ma il Merlo comune, lo Storno comune, il Cardellino europeo e l’Organetto minore dell’isola saranno sicuramente uno strano complemento alla checklist delle Auckland. Nel tardo pomeriggio riprenderemo la navigazione verso sud per raggiungere le altre isole delle Auckland.

8° giorno) raggiungeremo Carnley  Harbour, nella regione meridionale dell’Isola Auckland, la più vasta dell’arcipelago. Gli Zodiacs ci porteranno a terra, da dove scaleremo le alture costiere per arrivare fino ad una colonia di Albatros capobianco, con straordinarie opportunità fotografiche, sia agli uccelli che allo splendido paesaggio sottostante. Un poco più in alto, nell’”attico”, c’è una piccola colonia di Albatros di Gibson e spesso fa la sua comparsa, sfrecciando in volo, il Falco di Nuova Zelanda, un altro endemismo subantartico. Verso la metà del pomeriggio faremo vela (si fa per dire) verso l’isola di Macquarie.

9° giorno) tutto il giorno in mare oggi, ma nemmeno un minuto di noia, in virtù dell’eccellente birdwatching che potremo fare dal ponte e/o delle lezioni di biologia antartica e subantartica che ci terrà lo staff della nave. Navigheremo nei pressi della Convergenza Subantartica, una striscia di oceano in cui le masse di acqua sono più calde dell’Oceano Antartico. Tra le specie che potremo vedere ricordiamo l’Albatros niveo (un'altra specie del complesso "albatros urlatore"), l’Albatros testagrigia, l’Albatros di Campbell, l’Uccello delle tempeste pancianera, l’Uccello delle tempeste dorsogrigio, il Petrello del Capo, il Petrello maculato, il Petrello mentobianco, il Petrello testabianca.

10° giorno) arriveremo a Macquarie nella tarda mattinata o nel primo pomeriggio e avremo quasi due giorni interi per scoprire le meraviglie naturalistiche di quest’isola. Macquarie fu scoperta accidentalmente da Frederick Hasselborough, nel luglio 1810, mentre era alla ricerca di nuovi territori per la caccia alle foche. L’isola gode di una caratteristica unica: situata in corrispondenza del luogo di incontro tra la zolla tettonica australiana e quella pacifica, è l’unico posto al mondo dove le rocce del mantello terrestre sono attivamente esposte a livello del mare. Per questo motivo è stata inserita nel 1997 nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Sbarcheremo con i nostri Zodiacs all’ANARE, acronimo che sta per Australian National Antarctic Research Expedition: lo staff della base rappresenta l’unica popolazione dell’isola, per il resto completamente disabitata. Lo sbarco all’ANARE, situata nell’istmo all’estremità settentrionale dell’isola, e quelli programmati a Sandy Bay e Lusitania Bay ci permetteranno di vedere da vicino, da molto vicino, i pinguini che camminano impettiti e curiosi (tanto curiosi da dirigersi impudentemente verso gli umani fino a beccarli!). La specie più importante di Sfenisciformi è naturalmente il Pinguino reale, endemico dell’isola, che ne ospita 850.000 individui, ma vedremo altre tre specie: il Pinguino re, il Pinguino papua e il Pinguino saltarocce orientale. Vedremo anche un altro endemismo, il Cormorano di Macquarie. L’isola è anche interessante per i suoi mammiferi; quattro specie di otarie e foche ne popolano le spiagge e le rocce: Otaria di Nuova Zelanda, Otaria subantartica, Otaria antartica e l’immenso Elefante marino australe. Chi avesse nostalgia dell’avifauna europea può consolarsi con i numerosi Storni comuni e (un po’ più interessanti) gli Organetti minori che sono stati introdotti nell’isola.

11° giorno) quasi tutto il giorno a disposizione per consumar rullini (pardon, megabytes) fotografando i pinguini e i cormorani dell’isola. Partiremo poi per la prossima destinazione, anch’essa affascinante, anch’essa ricca di uccelli suggestivi, l’isola di Campbell.

12° giorno) in mare, con la macchina fotografica in pugno sul ponte della nave, per tentare di ottenere la foto più bella di tutte le specie pelagiche che incrociano vicino al nostro vascello. Potremo rivedere l’Albatros urlatore, l’Albatros testagrigia, l’Albatros sopraccigli neri, l’Uccello delle tempeste pancianera, l’Uccello delle tempeste dorsogrigio, il Petrello del Capo, il Petrello testabianca e forse qualche specie nuova come il Fulmaro australe, il Petrello azzurro e il Petrello grigio.

13° giorno) arriveremo a Campbell in mattinata e sbarcheremo immediatamente a Perseverance Harbour, il lungo fiordo che si addentra nella costa nord-orientale dell’isola, da dove inizieremo le nostre escursioni naturalistiche. Anche quest’isola fu scoperta dal “fochiere” Frederick Hasselburgh, a bordo del suo brigantino Perseverance posseduto dalla compagnia Campbell & Co., da cui il nome delle isole (Campbell è la maggiore di un piccolo arcipelago che comprende anche le isolette di Dent, Jacquemart e Folly). Campbell è un’isola ricca di falesie e di alture che, nella parte meridionale, superano i 500 metri di altezza; è ricoperta quasi interamente da una tundra di “megaerbe”, la bellissima vegetazione che abbiamo già incontrato sulle Snares. L’isola di Campbell è stata teatro della più imponente derattizzazione della storia: nel 2001 ebbe successo l'opera di eradicamento del Ratto grigio, introdotto duecento anni prima; insieme all’eradicazione di bovini e pecore, la scomparsa dei ratti è stata la chiave del successo della reintroduzione sull’isola dell’Alzavola di Campbell, una delle anatre più rare del mondo. Questa bellissima piccola anatra, notturna e inetta al volo, è stata confinata all’isolotto di Dent per decenni (scoperta nel 1886 non fu però più avvistata fino al 1975); dopo la derattizzazione di Campbell una piccola parte della popolazione di circa cento individui fu trasferita sull’isola maggiore e oggi la popolazione globale della specie è di circa 200 individui. Ci vorrà una gran fortuna per vedere questa alzavola, ma noi ci contiamo! Sarà molto più facile vedere altre specie di uccelli, come l’Albatros reale meridionale, di cui visiteremo una chiassosa colonia, l’Albatros mantochiaro, l’Ossifraga del nord, il Cormorano delle Campbell (endemico), lo Stercorario subantartico, il Gabbiano del kelp, il Gabbiano beccorosso, la Sterna antartica, la Pispola australasiatica (la locale sottospecie aucklandicus). Per i nostalgici dell’avifauna europea (ma in questo crociera ornitologicamente paradisiaca, ce ne saranno?), oltre ai già visti Merlo comune e Organetto minore, potremo aggiungere la Passera scopaiola europea. Una grande osservazione ornitologica su Campbell sarebbe quella del locale Beccaccino subantartico: una sottospecie scoperta solo nel 1997 e provvisoriamente battezzata perseverance.

14° giorno) giornata interamente dedicata alla navigazione verso le isole Antipodi, che, come suggerirebbe il nome si trovano agli esatti antipodi della terra dello scopritore, la Gran Bretagna; in effetti non è così poiché gli esatti antipodi dell’isola maggiore dell’arcipelago èla cittadina francese di Gatteville-le-Phare, vicino a Cherbourg (e in effetti lo scopritore aveva ragione perché il nome con cui battezzò le isole fu Penantipodes, e cioè vicino agli antipodi). L’arcipelago, di origine vulcanica, consta di un’isola maggiore, Antipode, e di qualche isola e scoglio a nord e ad est di essa. Ben piantati sul ponte della nave potremo vedere numerose specie di uccelli pelagici tra cui qualcuna non ancora presente nella nostra checklist, come l’Albatros delle Antipodi, l'Ossifraga del sud, la Berta minore subantartica, il Petrello piumoso, il Petrello aligrandi, il Petrello delle Kerguelen, l'Uccello delle tempeste di Wilson, il Prione antartico, il Prione fatato e il Prione fulmaro (avremo un gran daffare per l’identificazione dei tre quasi identici prioni!)

15° giorno) l’arcipelago delle Antipodi è una delle terre più isolate e desolate del globo terracqueo, ma gli uccelli che la popolano lo rendono, almeno per noi birdwatcher, una delle terre più interessanti che si possano visitare. Non è possibile sbarcare sulle isole, ma la crociera in zodiac che le caboterà ci permetterà di vedere bene i suoi gioielli ornitologici, che qui sono due specie di pappagalli, gli endemici Parrocchetto delle Antipodes e Parrocchetto di Reischek, oltre ad una sottospecie altrettanto endemica, quella locale, steindachneri, della Pispola australasiatica.Tra le altre specie che vedremo dagli zodiac ricordiamo il Pinguino saltarocce orientale, il Pinguino crestato (che si riproduce solo qui e alle isole Bounty), il Gabbiano del kelp e la Sterna antartica. La sera partiremo per l’arcipelago delle Bounty.

16° giorno) raggiungeremo l’arcipelago delle Bounty di prima mattina e ci trasferiremo subito sugli zodiac per l’ormai consueta crocierina in gommone. Completamente disabitate da esseri umani, sono completamente abitate da esseri alati, soprattutto pinguini e albatros. La specie più suggestiva per noi sarà l’endemico Cormorano delle Bounty, ma anche il resto sarà molto interessante: Pinguino crestato, Albatros di Salvin, Albatros capobianco, Petrello del Capo, Fulmaro australe, Petrello maculato, Prione beccolargo, Berta grigia, Uccello delle tempeste di Wilson, Petrello panciabianca.

17° giorno) sarà probabilmente oggi il giorno più eccitante della crociera per quanto riguarda il seawatching, qualcosa che potremmo chiamare “Albatross & Petrel Day”. In questo giorno di crociera, pochi anni fa, sono state osservate trentadue specie di uccelli pelagici, incluse due rarità assolute, il Petrello delle Chatham e il Petrello della Magenta, una bestia, quest’ultima, considerata “criticamente minacciata” da BirdLife International e la cui osservazione, se avverrà, sarà sicuramente il momento più emozionante del tour. Questa specie, chiamata anche Taiko, dalla lingua Maori, ha qualcosa di italiano nella sua storia: il primo esemplare conosciuto fu infatti raccolto il 22 luglio del 1867 nell’Oceano Pacifico meridionale, a metà strada circa tra la Nuova Zelanda e il Sudamerica, dall’equipaggio della nave da guerra italiana Magenta che, al comando del vice ammiraglio Vittorio Arminjon, stava compiendo la circumnavigazione del globo; di quella specie furono poi perse le tracce fino al 1° gennaio 1978, quando un individuo fu rilocalizzato nelle acque delle Chatham; il comandante Arminjon è anche celebrato in un altro uccello pelagico, il Petrello araldo Pterodroma arminjoniana. Oggi la popolazione di Taiko ammonta a circa 150 individui, in due sole colonie nelle aree sudorientali dell’isola maggiore dell’arcipelago. Tra le specie osservabili inquesto glorioso giorno, e non ancora citate nell’itinerario, ricordiamo l’Albatros del Pacifico (e cioè la forma settentrionale dell’Albatros di Buller), l’Albatros reale settentrionale, l’Uccello delle tempeste facciabianca. Nel pomeriggio arriveremo a Pyramid Rock, la prima terraferma dell’arcipelago delle Chatham: questo microscopico pezzo di roccia è l’unico posto al mondo dove nidifica l’Albatros delle Chatham.

18° giorno) i primi europei che avvistarono le isole Chatham furono quelli a bordo della nave Chatham, comandata da William Broughton, che qui approdò il 29 novembre 1791; il capitano diede alle isole il nome della sua nave. L’arcipelago consta di dieci isole, delle quali Chatham e Pitt, le più grandi, sono anche le uniche due abitate. La vegetazione originaria delle isole era un mosaico di foreste, torbiere e paludi, ma oggi la maggior parte della flora è costituita da campi e distese di felci. Situate a più di 800 km a sud-est della Nuova Zelanda, le Chatham sono state isolate per lunghissimo tempo dalle piattaforme continentali è ciò ha determinato l’alto numero di endemismi vegetali ed ornitici. Questi ultimi rappresenteranno per noi una vera pacchia. Oltrepassato Pyramid Rock, arriveremo oggi a South East Island, conosciuta con il nome moriori (la popolazione che per prima colonizzò le isole) di Rangatira. Non è permesso sbarcare sull’isola, ma la nostra crociera in zodiac sarà più che sufficiente per farci ammirare, e anche da vicino: Beccaccia di mare delle Chatham, Cormorano di Pitt (il nome è fuorviante perché questa specie non è confinata all’isola di Pitt, ma è diffusa a quasi tutte le isole e isolotti dell’arcipelago), il Parrocchetto fronterossa (la locale sottospecie, chathamensis, candidata, come anche le altre due del nostro viaggio, a specie buona), il Tui (una delle più grosse specie della famiglia dei “succiamiele”), la Petroica testagrossa. La nostra maggior attenzione sarà dedicata alla ricerca di uno dei limicoli più rari del mondo, il fantastico Corriere ripario: Rangatira è stata fino a pochi decenni fa l’unico sito riproduttivo conosciuto, ma oggi, grazie a intensi programmi di conservazione, esistono altre colonie nelle Chatham e anche sull’isola settentrionale della Nuova Zelanda. Le aspettative per l’avvenire del graziosissimo limicolo sono ora più rosee, ma vale la pena ricordare che negli anni settanta il primo tentativo di trasferire qualche individuo da Rangatira alla vicina isola di Mangere fallì miseramente, in modo, si potrebbe dire oggi, quasi divertente: tutti gli uccelli ritornarono su Rangatira e uno di essi immediatamente, sorpassando la nave che l’aveva portato a Mangere; gli scienziati che avevano compiuto il tentativo di reintroduzione lo trovarono a becchettare sulla stessa spiaggia dove lo avevano prelevato! A Rangatira esiste un altro endemismo, la Petroica delle Chatham, presente solo qui e a Mangere. Anche questo piccolo uccellino, tutto nero, ha vissuto per molti anni sull’orlo dell’estinzione: nel 1980 la popolazione globale era di 5 individui, due femmine e tre maschi; i 180 individui di oggi sono un numero abbastanza tranquillizzante e si potrebbe parlare di un miracolo, se invece questa straordinario recupero non fosse merito dell’impegno conservazionistico degli organismi mondiali. In serata navigheremo lungo lo stretto di Pitt indirezione dell’isola di Chatham, passando vicino alla Valle di Tuku, dove nidifica il Petrello della Magenta.

19° giorno) sbarcheremo oggi a Waitangi, sull’isola di Chatham. La cittadina è il capoluogo dell’arcipelago e, oltre al birdwatching, come sempre straordinario, potremo bere una birra al locale pub chiacchierando con i pescatori locali (la popolazione di Waitangi è di 300 anime e l’economia locale è interamente basata sulla pesca). Effettueremo un’escursione in autobus alla Tuku Reserve, situata sulla costa meridionale. Scopo principale dell’escursione è vedere i due endemismi terragnoli locali, la Gerigone delle Chatham e il Piccione delle Chatham. Lungo la costa vedremo numerosi Cormorani delle Chatham, un altro endemismo, il Cormorano comune e altre specie interessanti, come il Pinguino minore, l’Airone facciabianca, il Cigno nero, il Germano del Pacifico, l’Albanella australasiatica, lo Weka (un piccolo Rallide introdotto dall’Isola Meridionale della Nuova Zelanda), la Pavoncella mascherata, il Corriere doppiabanda, il Gabbiano beccorosso, la Sterna frontebianca, la sottospecie chathamensis della Pispola australasiatica (così avremo visto tutte le sottospecie subantartiche), la Rondine benvenuta, l’Occhio d’argento (una specie affine agli occhialini). Per l’ingrasso della checklist di uccelli europei: Germano reale, Tordo bottaccio, Passera europea, Cardellino europeo, Fringuello comune. In serata inizieremo la lunga navigazione verso Dunedin.

20° e 21° giorno) in mare. Attraverseremo un’area di oceano conosciuta come Chatham Rise, caratterizzata da una minor profondità delle acque rispetto alle masse oceaniche circostanti. Questa distesa è eccellente per il seawatching, poiché qui si sovrappongono specie che frequentano zone temperate e uccelli provenienti dalle latitudini meridionali più fredde. Potremo vedere nuove specie, come la Berta piedicarnicini, la Berta di Buller, la Berta di Hutton, il Petrello del Westland, il Petrello di Cook, la Sula australasiatica. Oltre a rivedere, sempre con piacere (le specie saranno anche le stesse ma le opportunità fotografiche potrebbero essere molto migliori) l’Albatros capobianco, l’Albatros reale settentrionale, l’Albatros delle Chatham, il Prione fatato, il Prione beccolargo, la Berta grigia, l’Uccello delle tempeste dorsogrigio, la Berta minore fosca, il Petrello tuffatore comune, il Petrello mentobianco.

22° giorno) in mattinata arriveremo all’Inner Harbour del porto di Otago, a Dunedin e il tour sarà a questo punto malinconicamente finito. Volo ad Auckland e imbarco sul volo intercontinentale per Milano, ancora via Los Angeles.

23° giorno) arrivo a Milano.
 

Il nome vernacolare della Beccaccia di mare variabile si riferisce al piumaggio delle parti anteriori, che possono essere bianche maculate di nero, bianconere o completamente nere (© Tony Wills, CC BY 2.5)




Albatros di Gibson, una delle quattro specie del "vecchio" Albatros urlatore (© JJ Harrison, CC BY-SA 3.0)




L'Albatros reale meridionale è una delle due specie in cui è stato splittato l'Albatros reale. Nonostante i due epiteti geografici, meridionale e settentrionale, l'areale di distibuzione di entrambe le specie, le acque subantartiche circumterrestri, è lo stesso (© JJ Harrison, CC BY-SA 3.0)




Petrello tuffatore comune; i petrelli tuffatori sono piccoli uccelli pelagici degli oceani australi che assomigliano vagamente alle alche dell’emisfero boreale e come loro cacciano la preda inseguendola sott’acqua, volando letteralmente in immersione (© JJ Harrison, CC BY-SA 3.0)




Albatros di Buller, con, sullo sfondo, una Berta codacorta (© JJ Harrison, CC BY-SA 3.0)




Il Pinguino delle Snares è endemico delle isole omonime. Pur non essendo in reale pericolo di estinzione, BirdLife International lo considera vulnerabile per il ristrettissimo areale geografico. Vedremo questo simbatico uccello in frac durante la circumnavigazione in Zodiac di North East Island (© Thomas Mattern, CC BY 2.5)




L'areale del Leone di mare di Nuova Zelanda (o di Hooker) comprende le isole subantartiche della Nuova Zelanda (© Karora, Public Domain)




Un'altra "nuova specie" di albatros, l'Albatros capobianco: è una delle due ottenute dallo splitting dell'Albatros cauto. Ne vedremo una colonia sull'isola Auckland, la più vasta dell'arcipelago omonimo (© Ron Knight, CC BY 2.0)




L'Albatros di Campbell nidifica esclusivamente nell'arcipelago omonimo (© JJ Harrison, CC BY-SA 3.0)




L'Alzavola di Campbell è una delle anatre più rare del mondo. Questa bellissima piccola anatra, notturna e inetta al volo, è stata confinata all’isolotto di Dent per decenni, ma dopo la derattizzazione di Campbell una piccola parte della popolazione di circa cento individui fu trasferita sull’isola maggiore e oggi la popolazione globale della specie è di circa 200 individui (Pubblico Dominio)




Non di soli albatros si vive! Questo è un grazioso Uccello delle tempeste dorsogrigio, una delle decine di specie di uccelli delle tempeste, berte e petrelli che vedremo durante la crociera (© JJ Harrison, CC BY-SA 3.0)




Anche i pinguini hanno subito una revisione tassonomica; il Pinguino saltarocce è stato diviso in occidentale (Arcipelago di Capo Horn e Falklands) e orientale (illustrato nella foto), che nidifica nelle isole subantartiche della Nuova Zelanda (© Hullwarren, CC BY-SA 3.0)




I prioni sono Procellaridi esclusivamente australi; le sei specie (tutte meno una potenzialmente osservabili durante la crociera) sono caratterizzate da un piumaggio pressochè identico e l'identificazione sarà estremamente difficile (© Liam Quinn, CC BY-SA 2.0)




Il "sopracciglio nero" che caratterizza alcune specie di albatros rende conto della loro espressione arcigna e arrabbiata. Vedremo questo Albatros di Salvin nelle acque delle Snares e delle Bounty, due dei tre arcipelaghi dove nidifica (il terzo è quello delle Isole Crozet) (© JJ Harrison, CC BY-SA 3.0)




Un'altra specie di albatros, forse l'ultima in ordine di apparizione, di questa splendida crociera: l'Albatros delle Chatham (© Danmantle, CC BY-SA 3.0)




Il Fulmaro australe, controparte meridionale del nostro Fulmaro boreale, è abbastanza comune nelle acque subantartiche (© JJ Harrison, CC BY-SA 3.0)




Spesso il mento bianco del Petrello mentobianco è ridotto ad un paio di piume chiare, rendendo il nome di questa bestia completamente grigioscura poco appropriato (© JJ Harrison, CC BY-SA 3.0)


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